NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Grisha Bruskin. Alefbet-Alfabeto della Memoria

Fondazione Querini Stampalia
Venezia- Santa Maria Formosa
Orario: da martedì alla domenica 10-18
Chiude il 13 settembre 2015

di Maria Lucia Ferraguti

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Grisha Bruskin. Alefbet-Alfabeto della Memoria

Per la sua prima esposizione a Venezia Grisha Bruskin, uno dei più importanti artisti russi viventi, apprezzato e riconosciuto a livello internazionale, ha scelto il progetto “Alefbet”. Attraverso gli intrecci dei fili e delle trame di Alefbet, (alfabeto in ebraico) nella mostra dal titolo “Grisha Bruskin Alefbet alfabeto della memoria” in cinque straordinari arazzi (m.2,80x2,10), l’artista tesse l’alfabeto misterioso dei quadri -pagine del suo libro anticipato dai disegni preparatori, le gouaches e 6 straordinari dipinti. Lo vivono angeli e demoni dal volto di animale, uomini che reggono sulle spalle la propria ombra, figure attraversate da un fulmine, figure con una vite, altre con dodici volti. Le figure –simbolo nominate dai loro “accessori”, senza unità fra loro, costituiscono i segni-immagini, il vocabolario, l’alfabeto. Alefbet è una sintesi di una densissima tradizione, quella ebraica del Talmud e della Kabbalah, dall’infinita e simbolica continuità di lettura fino al nostro presente. L’artista, che alla fine degli anni ‘50 scopre nella tematica ebraica un soggetto del tutto nuovo per la realtà sociale e l’arte sovietica, ricorda come il giudaismo per motivi storici non ha creato un corrispettivo artistico equivalente alle sue iniziative spirituali. «Io ho sempre sentito un vuoto culturale e ho voluto riempirlo con un livello artistico individuale. Gli ebrei sono il popolo del Libro, il libro è il loro simbolo fondamentale: il libro è il mondo e il mondo è il libro, il libro è il proto modello della mia arte e di Alefbet in particolare».

Grisha Bruskin. Alefbet-Alfabeto della Memoria (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Bruskin proviene da una famiglia di scienziati ebrei, lontani da ogni richiamo religioso. Scopre di potersi identificare come ebreo attraverso il tramando dei parenti e dei libri. Da qui l’originalità assoluta di uno stile esito di una “ricostruzione” archeologica, dal quale esce un mondo fiabesco, da motivi simbolici, richiami allegorici e surrealisti.

Grisha Bruskin (Grigory Davidovich Bruskin) nasce a Mosca nel 1945. Nel 1968 termina gli studi presso l'Istituto tessile di Mosca e l'anno successivo entra nell'Unione degli artisti dell'URSS. La sua prima mostra personale, allestita nel 1983 a Vilnius, viene chiusa pochi giorni dopo l’inaugurazione per ordine del Partito comunista lituano. La sua prima mostra non censurata, L'artista e la contemporaneità, apre al pubblico nel 1987 a Mosca. Il 7 luglio 1988, in occasione della prima asta organizzata da Sotheby's a Mosca, sei opere di Bruskin sono battute a un prezzo record. Nello stesso anno l’artista prende la residenza a New York, dove avvia la collaborazione con la Marlborough Gallery. Nel 1999 realizza su commissione del Governo tedesco il trittico monumentale La vita per il Reichstag di Berlino. Nel 2005 partecipa all'imponente mostra collettiva Russia! allestita al Guggenheim di New York. Nel 2012 vince il premio Kandinsky per l'arte russa contemporanea per il progetto H-Hour. Oggi l'artista vive e lavora tra Mosca e New York.

La mostra è promossa dal Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR) di Ca’ Foscari, ed è curata da Giuseppe Barbieri e da Silvia Burini in collaborazione con la Fondazione Querini Stampalia. Catalogo Terra Ferma, con saggi di Evgenij Barabanov, Giuseppe Barbieri, Grisha Bruskin, Silvia Burini, Boris Groys, Michail Jampolskij.
Evento collaterale della 56. Esposizione Internazionale d'Arte - la Biennale di Venezia.

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