NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Laverda, una fabbrica in guerra

Piergiorgio Laverda è l’autore di un libro che ripercorre l’attività dell’azienda di Breganze, che produceva macchine agricole, durante l’occupazione tedesca

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Laverda Breganze

Piergiorgio Laverda è l'autore del recente libro Una fabbrica in guerra – La Laverda Macchine Agricole durante l’occupazione tedesca: settembre 1943 – aprile 1945. Un volume che esce nel 70° anniversario della liberazione ed è il frutto di ricerche e documentazioni provenienti dall’archivio storico Pietro Laverda. La nota azienda produttrice di macchine agricole aveva in quegli anni circa 350 dipendenti ed era già una delle più importanti aziende italiane del settore. Dopo l’8 settembre le autorità tedesche imposero un controllo ferreo sulle industrie e la Laverda, a partire dal gennaio del 1944, divenne “stabilimento protetto”, soggetto al controllo diretto del Ministero per gli armamenti e la produzione bellica del Reich. Ogni attività aziendale fu da quel momento soggetta all’autorizzazione da parte dei tedeschi. La fabbrica continuò a produrre macchine agricole, se pur con grande difficoltà a causa della scarsità di materie prime. Già nel febbraio del 1944 il comando tedesco dell’aviazione ordinò l’acquisto di numerose macchine agricole per la manutenzione e la riparazione degli aeroporti del nord Italia.

Laverda Breganze (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Successivamente l’esercito tedesco chiese alla Laverda di produrre grandi quantità di parti meccaniche per mezzi militari e, a partire dal mese di ottobre, affidò all’azienda la costruzione di 700 carri da trasporto a traino animale da dare in dotazione ai reparti di stanza nel vicentino. Queste forniture militari raggiunsero anche il 60% del totale dei prodotti dell’azienda e proseguirono fino all’immediata vigilia della liberazione. Gli ultimi carri furono infatti consegnati il 24 aprile del 1945. La qualifica di stabilimento protetto ebbe anche risvolti positivi: agli operai, anche delle classi di leva, fu garantito il posto stabile di lavoro evitando così l’arruolamento nell’esercito fascista o la deportazione in Germania. Inoltre ad essi e alle loro famiglie era assicurata una maggiore razione di beni alimentari, all’epoca fortemente razionati. Riguardo a queste vicende l’autore ha recuperato una massa di documenti, conservati nell’archivio aziendale e assolutamente inediti. Si tratta di uno dei pochi fondi di archivio industriale su questa materia che si siano conservati sino ad oggi. Se è stato possibile ricostruire un capitolo così rilevante e inedito della storia breganzese, non solo industriale ma sociale ed economica, il merito va riconosciuto in particolare alla figura di Giovanni Battista Laverda (1909-2002). Per oltre cinquant’anni presidente della società di famiglia, e personalità di tutto rilievo nelle vicende interne ed esterne di quella che è stata nel secolo scorso la più importante fabbrica di macchine agricole in Italia, per primo ha creduto fermamente nel valore della storia aziendale e di conseguenza ha voluto e saputo conservare in cospicua quantità, all’interno della casa di famiglia, documenti e materiali che oggi assumono grande interesse.

Un'attenta ricognizione di questo patrimonio era stata fatta già nel corso degli anni Ottanta e Novanta da numerosi studenti laureandi, sollecitati in ciò dalle precise indicazioni di Giovanni Luigi Fontana che per primo aveva approfondito lo studio su molte realtà dell’industria vicentina e, tra queste, della Laverda. Mentre il capitolo riguardante l’attività dell’industria nel corso della prima guerra mondiale era stato sufficientemente sviscerato da vari autori grazie alla nutrita corrispondenza e ai registri contabili presenti in archivio, le vicende altrettanto significative relative agli anni del Secondo conflitto si limitavano a poche e superficiali considerazioni attinte principalmente dalle testimonianze orali rilasciate agli studenti dai titolari dell’azienda. Il ritrovamento, casuale e inatteso, fatto da chi scrive queste pagine, di un corposo fascicolo, dal titolo scarno quanto significativo - Tedeschi - unitamente ad una analisi attenta della mole consistente di corrispondenza commerciale nonché di fascicoli, mai consultati in precedenza, riguardanti i rapporti con le organizzazioni e istituzioni dell’epoca, ha consentito di aprire una finestra nuova e promettente.

Laverda Breganze (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)



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