NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Estate torrida, più danni che vantaggi per l'agricoltura

Il caldo eccessivo e continuo ha finito con il privilegiare solamente la vite: per i vini una stagione da ricordare. Produzione ridotta per cereali e orticoltura. Positivo il bilancio per i parassiti, quasi assenti

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Estate torrida, più danni che vantaggi per l'agric

(C.R.) L'estate torrida, con valori da primato per le temperature e le medie-stagionali, ha provocato più danni che vantaggi per l'agricoltura in provincia di Vicenza: a beneficiare del caldo e delle poche piogge è stata la vite - vendemmia record, sia sotto il profilo della qualità che della quantità - mentre produzione ridotta per cereali, orticoltura e alberi da frutto. Ne abbiamo parlato con i presidenti provinciali di Coldiretti e Confagricoltura, mentre dall'istituto di genetica "Strampelli" di Lonigo parlano di un'estate senza problemi per quanto riguarda i parassiti, quasi assenti.

 

Martino Cerantola, presidente provinciale Coldiretti: «Stagione da ricordare solo per l'uva. L'importanza dell'irrigazione, ma servono ulteriori investimenti»

Estate torrida, più danni che vantaggi per l'agric (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Martino Cerantola, presidente provinciale della Coldiretti Vicenza, analizza la stagione appena conclusa e va subito al nocciolo del discorso. «Una stagione positiva - esordisce Cerantola - solamente per quanto riguarda l'uva, con il 2015 che rappresenta una delle migliori stagioni in assoluto sia sotto il profilo della qualità che della quantità. Indubbiamente il caldo perdurante e molto secco hanno favorito la crescita degli acini, la condizione migliore per la maturazione perfetta. Purtroppo in vari punti della provincia, soprattutto nella Pedemontana ci sono state delle grandinate violente, peraltro inevitabili quando si verificano periodi di caldo così elevati e prolungati».

Meno positivo il bilancio per le altre colture, caratterizzate da cali di produzioni non trascurabili. «Per i cereali - precisa il presidente provinciale della Coldiretti - quindi mais, orzo, frumento e soia, siamo nell'ordine di una riduzione di produzione tra il 20 e il 30% rispetto alle medie stagionali, mentre non ha senso fare paragoni con lo scorso anno che è stato anomalo e assolutamente negativo per il motivo opposto. Cali del 20-30% anche per quanto riguarda l'orticoltura, ma per esempio per quanto riguarda alcune specie particolarmente delicate, ad esempio i pomodori, si arriva anche a una produzione dimezzata, a causa delle piante letteralmente scottate. Con temperature di 3-4 gradi sopra la media inevitabili i problemi anche per tutte le produzioni coltivate in serra, a partire dalle insalate da taglio o agli stessi pomodori».

C'è da chiedersi se il caldo record dell'estate appena conclusa rischia di incidere negativamente la produzione nella prossima stagione. «Assolutamente no - assicura Martino Cerantola - nel senso che la produzione è diminuita, ma non c'è stato nessun danneggiamento alla pianta o alla struttura, che quindi nei "mesi di letargo" potrà riposare senza problemi e riprendere da zero la prossima primavera».

Ma in un'analisi generale c'è un altro aspetto rilevante, ossia quello dell'irrigazione. «Se un'estate del genere fosse capitata mezzo secolo fa o anche dopo ci sarebbero stati grossi problemi, con danni irreparabili. Per fortuna le nostre aree sono dotate mediamente di impianti di irrigazione moderni, che garantiscono un certo risparmio d'acqua ma anche un sistema valido. Non c'è dubbio tuttavia, e il mio è anche un invito rivolto ai consorzi di bonifica, che quello dell’irrigazione è un settore dove sarà fondamentale non fermarsi con gli investimenti, ad esempio sui sistemi di irrigazione a canaletta, ancora più validi di quelli a getto».

 

Michele Negretto, presidente provinciale Confagricoltura. «Stagione con cali generalizzati, ma anche i prezzi del mercato ci stanno penalizzando notevolmente»

Estate torrida, più danni che vantaggi per l'agric (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il "bilancio in rosso" è evidente anche da un altro osservatorio privilegiato, quello della direzione provinciale di Confagricoltura Vicenza. "Ci siamo lasciati alle spalle - assicura il presidente Michele Negretto - un'estate caratterizzata da un calo generale in tutte le produzioni, compresa l'ortofrutta, con l'unica eccezione dell'uva. D'altronde è ben noto che per le produzioni di cereali, in particolare il mais, ma anche la soia, temperature superiori a 33-34 gradi non sono certamente favorevoli. Purtroppo quest'anno si sono raggiunti in molti giorni 35-36°C con punte anche di 37°-38°, davvero insostenibili, soprattutto se si pensa che per settimane e settimana non è mai piovuto, quindi il caldo si è accumulato nei campi agricoli. Il bilancio è presto fatto: per quanto riguarda la soia, che stiamo raccogliendo adesso, siamo nell'ordine di cali di produzione sino al 30-40% e siamo stati costretti ad irrigare tre volte per non vedere la produzione ulteriormente in calo. Lo stesso discorso vale anche per il mais che in certe zone è stato attaccato dal "ragnetto rosso" che a sua volta ha provocato danni notevoli».

Ma c'è un altro motivo di preoccupazione che viene espresso dal presidente provinciale di Confagricoltura. «I nostri agricoltori – puntualizza Negretto – stanno vivendo una situazione difficile anche a causa dei prezzi del mercato che ci stanno davvero penalizzando. L'esempio più classico arriva dal mais che alla Borsa di Verona è quotato 16 euro al quintale e considerando la ridotta produzione c'è il rischio che più di qualcuno non riesca neanche a coprire le spese. Il problema è che quella che arriva dall'estero, dove viene indicato che può essere "Ogm" con tutti i rischi del caso, viene pagato tra i 18,5 e i 19 euro. Ci sarebbe da capire perché i titolari dei mangimifici fanno questa inspiegabile scelta».

La stagione 2015 dell'agricoltura non è finita. E così pure le note negative. «Giusto per mettere il sigillo finale – conclude Negretto - domenica scorsa (4 ottobre, ndr.) a Campiglia dei Berici e zone limitrofe si è registrata una fitta grandinata, assolutamente fuori stagione: in 58 anni, che è la mia età, non avevo mai visto nulla di simile ad inizio ottobre, lo stesso ha detto mio padre che di anni ne ha 87. Ora a fine ottobre si procederà con la semina del frumento, poi a novembre e dicembre, in particolare nel Basso Vicentino, arriva il periodo del radicchio, con l'augurio che arrivi il freddo, perché la qualità di questa produzione è ottimale se le temperature vanno vicine agli zero gravi o meglio se sono negative. È stato un anno non facile, speriamo di chiuderlo almeno bene».

 

Sergio Carraro, tecnico dell'istituto di genetica "Strampelli" di Lonigo: «Nessun problema per quanto l'aspetto parassitario, una delle estati migliori della storia»

Estate torrida, più danni che vantaggi per l'agric (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La carrellata del bilancio dell'estate 2015 la concludiamo spostandoci idealmente all'istituto di genetica "Strampelli" di Lonigo, che tra i vari compiti ha anche quello di emanare il Bollettino fitopatologico provinciale. E qui, letto in una determinata chiave di lettura, il bilancio è quasi trionfale. «Nell'estate appena conclusa - spiega Sergio Carraro, tecnico dello "Strampelli" - non abbiamo registrano nessun problema per quanto l'aspetto parassitario, al punto che possiamo dire che si è trattato di una delle estati migliori della storia. Una condizione ottimale quindi, conseguenza di un prolungato periodo asciutto e con caldo elevato e continuativo, di fatto iniziato a maggio con le ciliege e proseguito sino ad ora, periodo nel quale si sta procedendo alla raccolta delle olive. Proprio le alte temperature ma soprattutto la mancanza di piogge e quindi di umidità, hanno evitato la diffusione legata a funghi e alla peronospora per quanto riguarda la vite. Qualche problema, peraltro non diffuso, si è verificato con il cosiddetto "ragnetto rosso" nei cereali, in particolare nella soia, ma nulla di allarmante, almeno nel bilancio complessivo provinciale per quanto riguarda la produzione: è bastato utilizzare i trattamenti necessari per questo tipo di problematica».

«Inutile ricordare - aggiunge Carraro - che la scorsa estate le cose erano andate in maniera diametralmente opposta, a casa di temperature mediamente più basse di 4-5 gradi, ma soprattutto con tante e persistenti precipitazioni, che hanno creato grossi problemi di "marciume" e la produzione di funghi legati all'acqua. Diciamo così: le estati 2014 e 2015 sono state diametralmente opposte, la prossima, quella del 2016, avremo condizioni che non potranno che essere intermedie, visto che, sempre per quanto riguarda l'aspetto parassitario, abbiamo registrato altrettanti eccessi, prima in un senso e poi nell'altro. Peraltro non esistono equazioni, non è detto che le estati si alternino, quella prossima potrebbe essere un'altra stagione calda oppure no».

Al tecnico dell'istituto di genetica "Strampelli" di Lonigo abbiamo chiesto come quest'"estate ideale", potrà influire nei prossimi mesi e soprattutto nella prossima stagione agricola. «Non potrà influire nella maniera più assoluta – conclude il tecnico Carraro - nel senso che si chiude un capitolo e se ne apre un altro: la prossima primavera tutto dipenderà da condizioni meteo e precipitazioni che si saranno, visto che durante l'inverno la campagna riposa».

 

nr. 36 anno XX del 10 ottobre 2015



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