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Interventi

La eterna malattia della politica

di Mario Giulianati
24 ottobre 2015

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Interventi

La eterna malattia della politica

 

QUAGLIARIELLO_E_ALFANO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Improvvisamente ci troviamo di fronte al problema “Gaetano Quagliarello”. Tra i tantissimi problemi che assillano gli italiani, non ci voleva proprio quello relativo alla persona del Senatore Quagliarello. Prendo da Wikipedia: Gaetano Quagliariello (Napoli, 23 aprile 1960) è un politico e accademico italiano. Da posizioni radicali è passato nel partito di Forza Italia e siede in Parlamento dal 2006; dal 2013 al 2014 è stato Ministro per le riforme costituzionali nel Governo Letta“.. Politicamente e professionalmente un curriculum di tutto rispetto. Cosa sia successo in verità per spingere il senatore, eletto alla unanimità coordinatore nazionale del Nuovo Centro Destra, a dimettersi da questo incarico con una lettera, formalmente molto corretta ma, politicamente altrettanto robusta. La qual cosa suscita non poche valutazioni anche molto diverse tra loro. Ne riporto qualcuna. Rai.News ritiene che sia emerso un dissenso strettamente politico con il Ministro Angelino Alfano “Lo strappo si consuma dopo il voto sulle riforme e soprattutto dopo la decisione della maggioranza di incardinare il testo delle unioni civili nell'Aula del Senato. Da giorni Quagliariello non nasconde irritazione per la linea dell'esecutivo e per il posizionamento del partito” Contemporaneamente invita il Ministro degli Interni a lasciare il governo e venirsene a gestire il partito. Ma vi è anche una non velata minaccia che se ciò non accadesse lui, il senatore, sarebbe pronto a formare un proprio gruppo a Palazzo Madama. Pare, che una diecina di senatori siano pronti a seguirlo. Diversa la tesi di Lettera 43 che titola Quagliariello, le ragioni di un addio ininfluente- Quagliariello si dimette da coordinatore Ncd. Il motivo? La mancata nomina a ministro degli Affari regionali. Per cui Renzi ha già scelto Dorina Bianchi”. Però Lettera 43 scrive anche che i “fedelissimi” non hanno proprio l’intenzione di seguirlo in questa, improbabile, avventura. Questo episodio, che pare, ma nemmeno tanto, sconvolgere la vita politica del Governo, ma non certo quella degli italiani, è l’ennesima dimostrazione che la storia dei guelfi e ghibellini seguita da quella dei bianchi e dei neri, cioè dei cento campanili, proprio non ha fine. Ormai la struttura dei movimenti, partiti a quant’altro, politici, è segnata proprio da questo fenomeno: la scissione costante. È avvenuta in grandi movimenti, ma anche nei piccoli e questi si riducono a frammenti che, al massimo portano alla conquista di qualche poltrona. Alcuni piccoli, numericamente, partiti sia del passato ma ancora della attualità, proprio nel non lasciar spazio a questa “malattia” riescono ad essere incisivi in qualche circostanza. Ed è un loro merito che va riconosciuto. Altri si rivelano essere strumento di pochi che inseguono obiettivi personali, ma alla fine non serviranno, per l’Italia, proprio a nulla. 

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