NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Lassù sulle montagne

Pino Contin ha trasferito sulle pagine di un libro le escursioni in montagna effettuate con la famiglia o con gli amici. Il volume, nato anche grazie alla collaborazione del Cai, è impreziosito dalle foto di Edoardo Fasolo

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

facebookStampa la pagina invia la pagina

Lassù sulle montagne

Prendendo a prestito i versi iniziali di un celebre canto montano, esce nelle librerie un bel volume ricco di splendide immagini di montagna che raccoglie una ventina di resoconti di escursioni e percorsi, di lunghe camminate e di qualche giornata sugli sci in montagna, effettuate nel primo decennio del 2000 assieme alla famiglia e agli amici con cui condivide la stessa passione. È il nuovo libro del vicentino Pino Contin - Lassù sulle montagne - realizzato con l'appoggio del Cai di Vicenza e impreziosito dalle fotografie di Edoardo Fasolo, socio Cai e al suo esordio assoluto come co-autore di libri. Le cime conquistate o toccate da vicino e i sentieri percorsi, le piste innevate, sono abbastanza conosciuti e si situano soprattutto nella zona dolomitica ma, in misura minore, anche nei rilievi del Vicentino e del Veronese. Itinerari che, per qualche ragione, hanno colpito l'autore spingendolo a descriverle nei loro tratti essenziali, con qualche indicazione tecnica, nel senso dei riferimenti escursionistici: ubicazioni geografiche, quote, tempi di percorrenza, rifugi e difficoltà alpinistiche.

Lassù sulle montagne (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ho cercato, in particolare, di raccontare quello che succede in quei posti, gli incontri che sovente si fanno per quelle vie e le situazioni che, a volte, rendono indimenticabili certe giornate in alta quota, alla larga dai ritmi e dalla vita delle nostre città (ma, ormai, anche dei paesi di pianura) - scrive Contin nell'introduzione - . L’incontro tra la natura montanara e la sua bellezza con l’elemento umano, eterogeneo sicuramente ma connotato dal comune desiderio di recuperare un passo più consono a goderne le meraviglie, unito alla voglia mai sopita di rapporti meno frettolosi e standardizzati tra persone, è l’aspetto che da sempre mi ha attratto maggiormente oltre all’esperienza di uno stile di vita decisamente frugale e essenziale, tipica di questi luoghi. L’ottica predominante che ha guidato le mie osservazioni e i miei appunti di escursionista, che non hanno, conseguentemente, pretesa di trattazioni alpinistiche o naturalistiche sistematiche. Per tali argomenti e tagli narrativi esistono già innumerevoli e pregevoli guide per non dire dei manuali specialistici. Ho provato a comunicare, specie a non esperti dell’ambiente di montagna, sensazioni e pensieri che ho spesso provato lungo i sentieri, davanti a fantastici panorami, o in prossimità di qualche rifugio, sperando di invogliare altri a prendere confidenza con tali esperienze. Sicuro che saranno ripagati in tutti i sensi. Il libro è frutto di una scommessa fatta con mio figlio Andrea. È possibile, ci chiedevamo, scrivere di montagna senza cadere nella retorica delle vette pure e inaccessibili, dei precipizi spaventosi e degli spazi misteriosi? E ancora, si può sfuggire alla monotonia espressiva e narrare, invece, senza annoiare, di alcune giornate indimenticabili, tra boschi, sentieri, ruscelli e rocce, che necessariamente hanno dei tratti ricorrenti? Devo riconoscere, in verità, che la varietà e l’imprevisto non mancano mai quando si percorrono certe vie, per cui un aiuto non piccolo mi è giunto proprio dall’insieme dei fattori ambientali, atmosferici, e umani nel mio impegno di cronista, tendente a rappresentare fedelmente la realtà vissuta. In ogni caso, il libro intende essere una manifestazione di gratitudine alla speciale natura dei luoghi praticati, che non finiscono mai di stupire e di emozionare, come apparirà dalle molteplici illustrazioni che lo completano. Sono frutto della sensibilità artistica e della passione naturalistica dell’amico Edoardo e riescono ad esaltare, credo, in maniera esemplare, la flora e la fauna montane.

Lassù sulle montagne (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ciò che rende speciali i racconti di Contin - scrive Emma Dal Pra, presidente del Cai di Vicenza - è la paziente volontà con cui ha registrato con la penna ricordi e aneddoti di ogni percorso, coadiuvato in questo dalle belle fotografie di Fasolo dedicate agli ambienti naturali della montagna. Lo stupore ammirato delle prime avventure si trasforma lentamente nella passione matura che deriva dall'esperienza, senza che mai venga meno la voglia di muoversi nell'ambiente montano e di scoprire nuovi e affascinanti particolari. Come sottolinea Fasolo nell'introduzione, il progetto del libro è nato una decina di anni fa e oggi finalmente è diventato realtà. Il desiderio del fotografo è quello di dare risalto alla bellezza dei luoghi descritti da Contin, soffermandosi sui paesaggi ma anche sulla fauna e la flora alpina. "I fiori in particolare - scrive Fasolo - con la loro bellezza e varietà hanno sempre catturato il mio interesse facendo nascere in me un profondo sentimento di protezione e rispetto per la natura. L'intento del nostro libro, oltre a quello di descrivere itinerari e percorsi, è anche il desiderio di stimolare escursionisti, alpinisti o semplici visitatori occasionali all'osservazione e al rispetto della montagna, in particolare della flora alpina che da milioni di anni si è misteriosamente evoluta.

Ma leggiamo come Contin descrive la sua "scoperta" della montagna. Fino ad allora la montagna era stata per me l’Altipiano di Asiago, con le sue estese e fitte pinete, forate da tortuose strade bianche, ideali per le passeggiate estive. Ora, una sera d’estate del 1972, chiacchierando al centro giovanile, venne fuori che Fabio e Angelo avrebbero volentieri trascorso un periodo di relax in Dolomiti. Bisognava però attrezzarsi di tutto e coinvolgere qualche altro amico per infoltire la compagnia e rendere più attraente l’impresa. In quegli anni, si poteva ancora campeggiare allo “stato brado” e ci sistemammo svelti: la mia tendina canadese, azzurra e gialla, munita di catino impermeabilizzato, fu destinata a magazzino viveri e materiali vari (medicinali e altro) mentre il tendone principale, preso a noleggio, solido ma privo del rivestimento interno e della cerata per il fondo, venne piazzato nel punto più favorevole, ossia più orizzontale, tralasciando perfino di scavarci attorno le canalette per l’acqua, secondo le regole classiche.

Lassù sulle montagne (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Dormivamo su materassini gonfiabili e mangiavamo sempre all’aperto, grazie ad un clima eccezionalmente bello. Fece gran caldo per tutta la settimana, dall’alba al tramonto, tant’è che i sacchi a pelo risultarono superflui. Lì conoscemmo davvero la grande montagna: Angelo aveva già percorso quei sentieri perciò fu la nostra guida nelle escursioni, sempre in testa. L’equipaggiamento era all’osso ma gli zaini pesanti, perché, mancando di esperienza, non ne avevamo uno a testa, sicchè ne portavamo di dimensioni quasi doppie per viveri, borracce e vestiario di scorta, a turni di un’ora. Al cambio, appena ceduto ad altri il fardello, sembrava di volare... Inoltre, le meraviglie dei panorami sconfinati, con i cieli più straordinari, ogni volta diversi, per colore e giochi di nuvole, che si godevano dalle vette dolomitiche attorno ai 3.000, la bellezza dell’ambiente naturale, quasi incontaminato, in cui eravamo inseriti, i magici e lunghi silenzi di certi itinerari, l’atmosfera tutta speciale che si respirava in fondo a qualche valle solitaria, in mezzo ai boschi o ai bordi di torrenti gai e freschissimi, i raggi folgoranti del sole a quelle quote, l’avvistamento improvviso di animali rari ci riempivano l’animo di sensazioni inedite facendoci dimenticare, nella leggerezza dell’insieme, le nostre piccole o grandi difficoltà del vivere per quell’età. Infine, su tutto mi pare si diffondesse come un senso di pacificazione e di fratellanza, che ci facilitava nell’apprezzare la nostra disinteressata amicizia giovanile, la quale si andava consolidando, giorno dopo giorno, pure su palesi differenze di carattere e di gusti esistenti all’interno del nostro gruppo.

Abbiamo incontrato Pino Contin per parlare del suo libro.

Lassù sulle montagne (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar