NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Dieci candeline per “illuminare” il Bixio

Il piccolo teatro di via Mameli a Vicenza festeggia il decennio di attività con una stagione che spazia dalle commedie in lingua veneta alla danza contemporanea, la compagnia Theama è l’anima di questo spazio “enorme” per entusiasmo e creatività. Intervista ad Aristide Genovese

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Spazio Bixio

Anna Cappelli (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)@artiscenichecom

 

Spazio Bixio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Parte il 7 novembre la stagione dello Spazio Bixio, giunta ai suoi primi 10 anni e che propone un cartellone ricco di generi diversi tra loro, dalle commedie in lingua veneta, alla danza contemporanea con compagnie attive a livello nazionale ed estero, musica da camera, teatro civile, contemporaneo e ospiti eccellenti come Massimo De Francovich. Abbiamo incontrato Aristide Genovese di Theama Teatro, la compagnia che ha aperto il Bixio e che cura la programmazione del Teatro Mattarello di Arzignano e collabora con il Teatro S’Antonio di Montecchio.

 

Dieci anni di Bixio, quando siete partiti che obiettivi vi eravate prefissati?

Spazio Bixio (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Aristide Genovese: “L’obiettivo principale era quello di dare una casa abitabile alla compagnia e costituire un centro di produzione che di aggregazione, in modo professionale perché la compagnia, da subito, si era data la regola di riuscire con la propria attività a dare valore aggiunto al territorio”.

Voi esistevate già come Theama.

“Esistevamo già da 5-6 anni e come compagnia e il Bixio doveva riuscire a fornire una programmazione che fosse complementare a quello che succedeva in città e questo spazio è nato anche secondo delle nostre indicazioni strutturali, uno spazio off che potesse assumere delle caratteristiche europee e sganciarsi dall’aura aristocratica d’élite che hanno i teatri. Abbiamo detto: che diventi un locale, dove vado ogni settimana, che so che è aperto, so che c’è qualcosa di qualità e che le cose che fanno le condividerò non con delle folle ma con al massimo 100 persone. I primi anni sono stati durissimi, abbiamo cominciato con un numero di persone che faticava ad aumentare, oggi siamo arrivati ad avere degli abbonati e per noi è un successo clamoroso”.

Fate anche più repliche di uno stesso spettacolo.

“A volte succede che uno spettacolo abbia bisogno di fare più repliche per la sostenibilità economica altre volte succede che uno spettacolo vada in assoluto overbooking”.

L’anno scorso Timpano-Frosini.

“Per esempio. Ma ricordo anche dei nostri debutti o spettacoli che facciamo per le scuole, perché oltre chela programmazione serale il Bixio ne ha una mattutina legata alle scuole. Le compagnie vengono sì per fare il loro lavoro ma anche perché il Bixio si è ricavato un suo spazio sui giornali, il pubblico è qualificato e gli serve per calibrarsi li spettacolo e perché vengono accolti, tante compagnie lo dicono: grazie, torniamo volentieri perché qui sappiamo di trovare degli amici,persone competenti e la possibilità di stare bene”.

Voi vi muovete anche in altri spazi del territorio, anche fuori Vicenza, il pubblico cambia a seconda delle location oppure avete un vostro pubblico come compagnia Theama che vi segue indipendentemente da dove vi trovate oppure, ancora, è il tipo di progetto o di testo che attira pubblico diverso?

“Il pubblico è sostanzialmente diverso a seconda di dove vai perché la gente si muove molto per i grandi eventi ma meno per un’offerta che ritiene di poter trovare anche sotto casa: il teatro è ancora una di quelle cose capillari che hanno bisogno di meno spostamenti per fruire di uno stesso spettacolo. Il Veneto è una realtà dove ogni chiesa ha un suo teatro e una programmazione e ogni operatore fa una stagione e quindi ha un’offerta sconfinata. Questo è uno dei problemi che vive comunque l’Italia dove l’idea di spostarsi per andare a teatro è ancor una cosa un po’ difficile da far passare; un teatro come lo Stabile del Veneto, ora Teatro Nazionale, che dovrebbe essere il luogo dove tutti vanno a vedere un certo tipo di teatro, ha una programmazione che puoi trovare a Thiene, Noventa o Lonigo. Quando parliamo di piccoli teatri ancora di più: il pubblico che io posso radunare a Montecchio fa fatica a venire al Bixio perché pensa di avere la stesa offerta sotto casa. Il nostro dovere e intento è fare una stagione collegata tra Spazio Bixio e Teatro Sant’Antonio di Montecchio proprio per favorire una migranza di pubblico”.

Anche la rete Teatri Vi.Vi. di cui fate parte col Teatro Mattarello.

Spazio Bixio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)“La programmazione di Arzignano ha questo intento: però come vedi c’è bisogno di lavoro su questo sennò queste progettualità non nascerebbero: i grandi nomi che attraggono le folle, ad esempio Natalino Balasso con cui abbiamo fatto una produzione l’anno scorso, che ha un suo pubblico derivato dai social. Oppure, ha uno zoccolo duro di pubblico quella fetta di teatro contemporaneo giovane che promuove e produce spettacoli molto molto particolari: Daniele Timpano che hai citato tu prima ha un suo pubblico che si sposta. Noi, con la collaborazione con Arzignano, la gestione del teatro di Montecchio, sono tutti tentativi di costruire una relazione tra i pubblici dei nostri spazi e l’idea di proporre una diversità nella programmazione. Il Sant’Antonio è uno spazio che per richiesta dell’amministrazione comunale stiamo cercando di rimettere al centro della vita culturale cittadina: al Sant’Antonio succedono già delle cose da tempo e l’amministrazione ha voluto investire in una realtà professionale, da una parte per la gestione dei servizi tecnici e in qualche modo per la cura, quindi service, biglietteria, maschere, un certo modo di accogliere la gente e proporre la fruizione, il bar non ce l’hanno più ma sono tutte cose che rimetteremo in piedi. Ricostruire un centro che possa essere motore di sviluppo della vita cittadina, quindi affiancare le rassegne serali e le domeniche coi bambini che il comune già fa in collaborazione con Arteven a tutta una serie di iniziative che rivitalizzano il tessuto culturale cittadino rimettendo al centro uno stabile che in futuro verrà ristrutturato e dare un bel vestito a una cosa che sta già funzionando”.

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