Si è cercato un titolo per la mostra di Harumi Aoyaghi che possa unire due monti fra loro lontani e Utsuroi –Passaggi- in italiano, può avviare verso la sensibilità dell’universo giapponese nell’interpretare la poesia dell’attimo e allo stesso modo condurre all’esposizione a Palazzo Valmarana Braga.

Le opere, acquarelli e piccole sculture di* bronzo rispondono con il valore del silenzio e della solitudine all’influsso del tempo: “Il tempo di ciascuna cosa, piuttosto che ciascuna cosa nel tempo” (Giangiorgio Pasqualotto). Il “solo esserci” dell’arte giapponese si pone a contatto con il mondo veneto e più ampiamente italiano e la nota lievità e sensibilità nipponica eleva forme più estetizzanti attraverso il filtro della semplicità. Aoyaghi non dimentica la natura, nell’edera sulla facciata di una casa, nel mazzo di fiori in una brocca, nell’acqua cheta di un canale ed inoltre nell’intonazione preziosa dell’oscurità, nell’atmosfera resa dalla luce sulla realtà, nella qualità dello spazio e, nella solitudine, il silenzio: valori universali ai quali gli acquarelli rispondono con il cuore nell’accostarsi. Aoyaghi dipinge altre immagini dedicate ad un sereno Carnevale, vissuto da una graziosa figura in costume da Jolly e da Arlecchino con l’abito di un pacato cromatismo. Le piccole sculture di mosse figure femminili in bronzo richiamano gli anni della formazione artistica a Tokio di Aoyaghi e riportano l’attenzione sull’istante “fissato in sé”, sull’attimo concentrato nell’apparire della realtà.