Lo spazio, il segno sintetico, le superfici lineari appartengono alle forme acquisite da Michela Modolo fin dal passato e costituiscono i luoghi della sua pittura. Una pittura sulla quale convergono versi poetici da sempre coinvolti con la musica alle composizioni dei dipinti.
È un’arte che conduce a significati di ricerca dell’infinito sull’avvio dell’evento creativo sostenuto dal tema della finestra e della stanza, presenti indirettamente, per avviare un passaggio-transito di uscita e di rientro interno - esterno. È un desiderio di conoscenza e di ripresa dalle precedenti opere in juta, tele consumate dal tempo, canapa della leggerezza e della trasparenza operata su di loro dalla luce nei colori che trasmettono il senso della poesia ed in unità con la presenza di un tratto curvilineo, un segno d’origine architettonica legato all’arte gotica. È notorio come Modolo appartenga ad una famiglia di artisti e che, per la comune poetica, conosce il potere lievitante e dissolvente della luminosità. Così, nelle opere attuali, esito di un lungo tempo dedicato alla ricerca, ritorna l’architettura nella forma della “costruzione” che genera; in sostituzione della bellezza formale, l’armonia. Vi partecipa il colore, che emana luce e crea morbide profondità, per poi lievitare verso la superficie dove si accorda con ampi segni provenienti dal passato.
Mostra a cura di Manlio Onorato.