NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Lo sguardo del lupo

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Lo sguardo del lupo

Perché ha messo il lupo al centro della sua storia? Cosa la colpisce in questo animale?
Lo sguardo del lupo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Il lupo è un animale totem, un animale guida che rappresenta tutto ciò che di più selvaggio e libero si possa immaginare. Come tutti gli esseri umani che l’hanno incontrato, dall’inizio della storia evolutiva fino ai giorni nostri, anch’io ne ho subito il fascino. Nella storia che ho scritto ho cercato di rappresentare il lupo in tutti i suoi aspetti: nella sua veste di predatore selvaggio e misterioso, nei difficili rapporti con l’uomo e con gli animali domestici e, infine, ho voluto che il protagonista maschile del racconto arrivasse a riconoscere e valorizzare la sua parte istintiva. Il lupo è istinto, intelligenza e capacità sociale. Alcuni studiosi definiscono il lupo come l’animale che più ci assomiglia, soprattutto per quanto riguarda la vita sociale del branco. La gerarchia lupina è molto simile a quella dei gruppi umani. Dopo centinaia di anni di assenza, oggi il lupo è tornato spontaneamente ad abitare sulle nostre montagne; questo per dire che il lupo è una specie che richiederà la nostra attenzione, sia per la ricchezza che rappresenta dal punto di vista ambientale, sia per i contrasti che porterà nell’opinione pubblica".

Cosa ha di diverso questo nuovo romanzo dai suoi libri precedenti?
"La diversità sta proprio nel fatto che si tratta di un romanzo. Per me è il primo vero romanzo. Come in tutti gli altri libri che ho scritto finora parlo di animali selvatici e della Natura perché è l’unico ambito in cui mi trovo davvero a mio agio e di cui presumo di conoscere qualcosa. Il romanzo dà, a chi lo scrive, il potere di creare personaggi che fanno, pensano e dicono esattamente quello che vuole l’autore; questo permette di progettare il messaggio che si vuole far passare. La storia parte dalla vita reale di ogni giorno in cui ciascuno di noi, donne e uomini moderni, può riconoscersi. Il punto d’inizio è proprio una considerazione sullo stato di fatto della nostra esistenza qui e oggi, con i territorio devastato dalle zone industriali e dalle nuove autostrade in costruzione; per arrivare fino a una contrada sulla montagna circondata dai boschi abitati da lupi e orsi".

I due protagonisti vivono una metamorfosi: uno lascia il lavoro, l'altra diventa adulta. C'è un filo che li unisce?
Lo sguardo del lupo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)"Il filo che li unisce è la presa di coscienza. All’inizio della storia i protagonisti vivono, come tutti noi, trascinati nella corrente dell’ansia da crescita del PIL; a un certo vanno alla deriva, rallentano e cominciano a pensare a cose diverse rispetto alla crescita economica. Prendono coscienza di se stessi e di un mondo che è proprio lì, a due passi da casa. Scoprono bellezze naturali che, nonostante tutto, esistono ancora. Scoprono che, nel totale anonimato, perfino in segreto, qualcuno protegge queste bellezze. Quindi cambiano, crescono, prima separatamente poi insieme. Riscoprono le profondità e la storia evolutiva dell’uomo. Ogni personaggio che compare nella storia, anche una sola volta e per pochi istanti, ha una funzione fondamentale che serve a riconosce una dignità a tutte le persone, per umili che possano essere, solo per il fatto di essere persone. Il lupo è sempre lì, magari non si vede, ma è nell’inconscio, nella foresta, negli atteggiamenti, nelle predazioni agli animali domestici. È una presenza che ricorda costantemente l’esistenza dell’istinto".

Dalla pagine traspare un messaggio chiaro: l'urgenza per l'uomo di rispettare l'ambiente contro il degrado e lo sfruttamento delle risorse...
"Non mi sento abbastanza competente per parlare di queste cose: sono troppo grandi per me, umile uomo dei boschi. Non capisco nulla di economia e di progresso. Mi limito a fare delle riflessioni, delle considerazioni che poi metto nelle parole e nei pensieri dei protagonisti del romanzo. Faccio un esempio: quindici anni fa ho visto nascere dei capannoni industriali che oggi sono ancora vuoti, mai usati, non hanno i portoni, si vede da parte a parte. Oggi, duecento metri più in là, ne stanno costruendo degli altri. In mezzo, fra quelli vuoti e quelli in costruzione, c’è il cantiere della nuova autostrada … cos’altro c’è da dire".

Lo sguardo del lupo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Cosa le ha "insegnato" la sua lunga esperienza di guardacaccia a contatto con la natura e con gli animali?
"La cosa che tutti gli esseri viventi conoscono da sempre e cioè che in un certo ambiente possono convivere una infinità di organismi purché trovino un equilibrio, seppur fatto di lotte predatore-preda, di sfruttamento reciproco oppure di simbiosi; sono tante le formule che la natura ha inventato. Il segreto sta sempre nell’equilibrio. Quando l’equilibrio si rompe perché, per esempio, un predatore distrugge completamente le sue prede, poi è il predatore stesso a morire di fame. Anche se le religioni e certe filosofie inducono a pensare che l’uomo non debba sottostare a queste regole, finora la Natura mi ha insegnato il contrario".

Giancarlo Ferron vive a Isola Vicentina e lavora come guardiacaccia sulle montagne vicentine. È uno dei più apprezzati scrittori italiani di montagna. Ha pubblicato nel 2000 il grande successo editoriale Ho visto piangere gli animali, nel 2001 Ho sentito il grido dell’Aquila, nel 2003 Il suicidio del capriolo, nel 2006 I segreti del bosco, nel 2009 La mia montagna, nel 2010 La zampata dell’Orso e nel 2013 Uomini e bestie in cammino.

 

nr. 42 anno XX del 21 novembre 2015

Lo sguardo del lupo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)







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