NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Interventi

Quale identità futura del Teatro Olimpico?

di Mario Giulianati
21 novembre 2015

facebookStampa la pagina invia la pagina

Interventi

Quale identità futura del Teatro Olimpico?

 

Ogni paese, ogni città, anche ogni contrada ha una sua propria identità. Più o meno importante per il resto del mondo, ma assai significativa per la propria gente. Questa identità viene dal passato e si coniuga con il presente proiettandosi nel futuro.

Teatro-Olimpico1 (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Vi sono luoghi noti per le loro bellezze naturali, per le attività artigianali e industriali, commerciali. Per i suoi prodotti caratteristici. Per i suoi monumenti, per le sue scuole, per le tradizioni culturali, artistiche. Per le vicende politiche, militari. Per alcune di queste cose messe assieme e a volte, anche per il carattere dei suoi abitanti, si forma una identità che è un marchio di fabbrica. Proprio come lo hanno singole aziende, piccole o grandi che siano. Così lo hanno strutture pubbliche, culturali ad esempio La Normale di Pisa, la Bocconi di Milano, La Sapienza di Roma, L’Orientale di Napoli, e tante altre. I grandi, ma anche piccoli, musei. Anche i musei più recenti difendono il loro marchio. Basta pensare al Mart di Rovereto. In effetti nel sostenere la propria identità tutti questi soggetti tramite la difesa della propria storia, della propria tradizione, del proprio passato si proiettano nel futuro. Non è detto che non operino, di tanto in tanto, delle modifiche. Aggiungano o tolgano qualcosa al proprio marchio. Ma quelle realtà che resistono indenni e indomite nel tempo lo fanno proprio esaltando la loro identità che è anche un elemento di chiarezza. Orbene, anche il nostro nobilissimo Teatro Olimpico ha una storia che proviene da un lontano passato. Ha una sua propria identità che lo lega agli spettacoli classici. È il marchio dell’Olimpico. Un teatro che si può permettere anche delle divagazioni. Perfino delle improvvisazioni. Ma, a mio avviso, non può permettersi di stravolgere la sua storia. È mia impressione che le sperimentazioni di queste ultime stagioni puntino a cambiare la identità dell’Olimpico. Non entro assolutamente nel merito degli spettacoli proposti. Non do alcun voto. Non positivo ma nemmeno negativo. Penso che rappresentino una svolta eccessivamente rapida e altrettanto eccessivamente in antitesi con la storia del Teatro palladiano, e non credo che questo, al di la delle esaltazioni di un successo forse più apparente che reale, che delinei un bene, una positività. Entrando un attimo nello specifico, e solo come esempio, lo spettacolo di Angelica Liddell ha rappresentato sicuramente un successo di presenze. Due pieni nelle due serate.

Teatro-Olimpico2 (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica) Ma lo spettacolo immediatamente seguente, firmato in prima persona da Emma Dante non ha riscontrato un pari successo. Scrivo questo solo per ricordare che la grande “polemica” attorno allo spettacolo della Liddell, è stata una notevole, ma difficilmente riproponibile, operazione di marketing. In effetti le presenze sono state in media 350 a serata per le 13 repliche. E questo è un dato numerico perfettamente in carattere con la capienza dell’Olimpico ma non con il genere di operazioni mediatiche spinte fino al limite della accettabilità. Come ritengo che sia un dato perfettamente in linea con il Teatro Olimpico, aver incassato 74.000 Euro in tredici serate. Non sarebbe male se a fianco di questa cifra, per altro interessante, si indicasse anche di questi euro quanti sono stati, doverosamente, versati alla Siae e all’Erario e quanti altri euro sono costate, direttamente e indirettamente, queste 13 repliche. Forse avremmo la possibilità di farci una idea più corretta della reale dimensione di questa “rivoluzione”.

continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar