NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Bassano “foratura” definitiva

La ciclabile Monaco-Venezia, prende forma, si chiamerà “ciclovia dell’amicizia”, ma la sorpresa è che la pista privilegia il trevigiano e dimentica Bassano e Padova

di Gianni Celi

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Bassano “foratura” definitiva

Verso la metà del 2012 viene accolto e finanziato il progetto di una ciclovia che unisca Monaco di Baviera a Venezia. Il progetto europeo (Interreg IV A Baviera-Austria ed Interreg Italia-Austria 2007-2013) prende il nome di “Ciclovia dell’Amicizia” e coinvolge, come partners, enti ed operatori provenienti dalla Baviera, dal Tirolo, dall’Alto Adige e dalle province di Belluno, Treviso e Venezia e si propone di sviluppare un percorso ciclabile transalpino che unirà Monaco di Baviera a Venezia passando per Innsbruck, Passo del Brennero, Valle Isarco, Val Pusteria, Cortina d’Ampezzo, Belluno e Treviso. I principali obiettivi del progetto sono quelli di connettere le ciclovie esistenti ed uniformarne i percorsi attraverso una segnaletica riconoscibile,

realizzare prodotti turistici differenziati, stabilire piani di marketing territoriale per promuovere e comunicare in modo sinergico con i diversi partner.

Bassano “foratura” definitiva (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Nel Bellunese e nel Trevigiano, fra novembre e dicembre di quell’anno si tengono numerosi incontri per informare la popolazione di questa interessante iniziativa.

Qualche settimana fa il progetto, ormai ben definito, di questo itinerario lungo 560 chilometri, è stato presentato alla stampa. Il costo totale sfiora di poco i 600 mila euro e gode del finanziamento europeo di circa 240 mila euro per la Provincia di Belluno, di 186 mila euro per la Comunità comprensoriale della Valle Isarco e di 174 mila euro per la Provincia di Treviso.
I partner del progetto sono la Provincia di Belluno (lead partner), Valle Isarco, Provincia di Treviso, più altri partner associati come la Provincia
di Venezia, il Consorzio Turistico Achensee, il Circondario rurale Bad Tölz Wolfratshausen e la “Euregio Tirolo – Alto Adige – Trentino”.
Alla conferenza stampa, tenutasi a Treviso, erano presenti, oltre a Leonardo Muraro, presidente della Provincia trevigiana, Silvia Moro, assessore al Turismo della Provincia di Treviso, Daniela Larese Filon, presidente della Provincia di Belluno, Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, Hannes Waldmueller, Direttore del Consorzio Turistico Valle d’Isarco, Gianni Garatti, presidente del Consorzio MarcaTreviso, Antonio Pellegrino, direttore del Consorzio Dolomiti Belluno, Marco Oss, presidente dell’Associazione Adria Bikes Hotel, Alberto Fiori, autore del roadbook.
“Avevamo il sogno dell’Autostrada Venezia-Monaco, lo realizziamo con la magnifica strada turistica ciclabile – ha detto Muraro – Si tratta di un progetto che porterà nella Marca Trevigiana e in tutto il Veneto decine di migliaia di visitatori”.

 Il percorso si sviluppa su tre stati (Germania, Austria e Italia). Punto di partenza, la città di Monaco di Baviera per arrivare alla meta finale, Venezia.

Il progetto ha coinvolto in questi mesi tutte le Amministrazioni interessate, con diversi incontri sia di carattere locale che internazionale. Ogni Comune ha portato le proprie osservazioni all’itinerario in ottica di sicurezza e bellezza. Inoltre sono state realizzate attività di analisi del territorio, mappatura e georeferenziazione del percorso, un sito web comune di progetto in corso e altre iniziative turistiche.

“Per quanto riguarda l'itinerario della Provincia di Treviso – ha spiegato il presidente Muraro privilegiando il territorio dell’ente che presiede - i Comuni che verranno attraversati dall'itinerario sono: Vittorio Veneto (che si collega a nord con il Comune bellunese di Farra d'Alpago), Conegliano, Susegana, Ponte della Priula, Nervesa della Battaglia, Giavera del Montello, Volpago del Montello, Villorba, Ponzano Veneto, Povegliano, Treviso, Silea, Casier, Casale sul Sile per collegarsi poi con il Comune di Quarto d'Altino, mentre la variante lungo i Comuni di Roncade, Monastier e Zenson di Piave si congiunge al comune di Fossalta di Piave nel Veneziano.

 

Panoramica del percorso

Ecco come si svilupperà, in sintesi, il tracciato di questa “Ciclovia dell’Amicizia”. Si parte da Monaco di Baviera ed il percorso si snoda lungo l`Isar e il Sylvensteinspeicher. Sul tratto est la pista ciclabile passa Holzkirchen, Tegernsee, fino alla frontiera con il Tirolo e continua fino all’Achensee e alla valle dell'Inn.

Da Jenbach si utilizza la pista ciclabile di Inntal che attraversa Innsbruck fino alla valle di Wipptal in Tirolo passando per Patsch e Ellbögen fino a Steinach am Brenner. Da questo punto è possibile utilizzare il treno per i visitatori che vogliano evitare il traffico automobilistico e la salita fino ai 1372 metri del Passo del Brennero.

Arrivati in Alto Adige si raggiunge Vipiteno e quindi la Valle Isarco. Presso Fortezza (Franzensfeste) il percorso si dirama in direzione della Val Pusteria e della Val Pusteria superiore. Proseguendo si passa per Brunico fino a Dobbiaco. Chi desidera, può fare una deviazione verso Bressanone. Partendo da Dobbiaco si procede in direzione sud nel cuore delle Dolomiti, attraverso il Passo Cimabanche verso Cortina d'Ampezzo e fino alla valle del Cadore incorniciata dalle Dolomiti. Valle di Cadore, Ponte nelle Alpi e il lago di Santa Croce rappresentano le tappe successive prima di lasciare l'ambiente alpino e giungere a Vittorio Veneto per immergersi nel paesaggio collinare.

Dopo Conegliano e Susegana, si attraversa il fiume Piave arrivando infine a Treviso. Da questo punto ci sono due possibilità per raggiungere la meta, la laguna e Venezia, città patrimonio universale dell'Unesco. La prima invita a costeggiare il fiume Sile, passando per Quarto D'Altino (sede di un interessante museo archeologico) e Mestre; la seconda propone un percorso legato ai luoghi della Grande Guerra fino a Jesolo e Punta Sabbioni, per proseguire in motonave fino a raggiungere Venezia e la sua splendida Piazza San Marco.

Lungo tutta la ciclovia, caratterizzata da un dislivello complessivo di 3.000 metri, sono disponibili efficienti collegamenti con bus e treni, che sono stati messi a sistema grazie a questo progetto che coinvolge i partner di Baviera, Tirolo, Alto Adige e le province di Belluno e Treviso. Un servizio completo di supporto informativo e tecnico viene offerto in loco dagli operatori turistici bike friendly, che s'incontrano strada facendo.

Attualmente si sta sviluppando una segnaletica uniforme per questo progetto promosso dalla UE nell'ambito del Fondo Europeo per lo sviluppo regionale. Inoltre saranno disponibili una mappa in scala ridotta, una guida ciclistica in scala 1:75.000 ed un navigatore satellitare con GPS per la programmazione personalizzata delle escursioni.

 

Bassano tagliata fuori

Fin qui quello che succederà con questa nuova ciclovia. Vi è da dire però che il Bassanese, il Vicentino ed il Padovano hanno subito uno smacco non da poco. E sì, perché è dal 2011 che un ex ciclista di Bassano, Aldo Perin, sotto l’egida del Panathlon, ha portato avanti un progetto per lanciare, attraverso la sigla “Un ponte in Europa”, una ciclabile che, partendo da Monaco, superato l’Alto Adige, in arrivo da Trento, seguisse il corso del fiume Brenta fino alla laguna per poi approdare a Venezia.

Bassano “foratura” definitiva (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)“L’idea, accarezzata per tanti anni da me e da un manipolo di amici che mi hanno sostenuto – afferma – era quella di poter unire la Marien Platz, della capitale bavarese, con Piazza San Marco a Venezia. Negli anni in cui ho curato questo progetto, sia in Baviera, che in Austria, che in Alto Adige e in Trentino, sono state realizzate delle ciclabili bellissime, basti pensare a quella dell’Inn, a quella dal Brennero a Vipiteno, a quella da Vipiteno a Bolzano, mentre nella parte vicentina siamo fermi all’anno zero, ad eccezione di quegli oltre due chilometri di ciclopista realizzati nel budello della Valbrenta dal confine trentino alla birreria Cornale, portata avanti con determinazione dall’architetto Carmine Abate e dall’ing. Eugenio Rinaldi di Italia Nostra”.

“Io avevo organizzato, ancora nel 2009, una tavola rotonda sulla valenza di questa ciclovia – continua Perin – ma non ho trovato validi interlocutori. Basti pensare che i passaggi sulla ciclabile del Brenta superano i 200 mila ciclisti all’anno. Ipotizzando che ognuno di questi lasci un euro nel Bassanese, possiamo ben capire quanto importante sia, sotto l’aspetto economico, la ricaduta per il nostro territorio”.

“Mentre la Provincia di Vicenza veniva commissariata – aggiunge Aldo Perin – quella di Padova, con la presidente Barbara Degani, faceva costruire una bellissima ciclopista che, dal confine con Vicenza, seguendo il fiume, porta a Piazzola sul Brenta e poi a Strà”.

Dura la presa di posizione, al riguardo, del presidente degli albergatori bassanesi, Roberto Astuni.
“Ancora una volta il nostro territorio viene scippato - afferma - Ritengo che le amministrazioni locali abbiano una grandissima responsabilità in tutto questo. È nota ormai la incapacità di fare squadra e rete sul territorio, attività professate da chiunque, ma mai prese in considerazione da nessuno! Già da cinque anni denuncio la mancanza di tratti che potrebbero completare i vari percorsi sulla Trento-Bassano, da anni denuncio la tabellazione della ciclabile, da anni denuncio il fatto che non riusciamo a trovare un nome comune con gli “amici trentini” (ciclabile del Brenta, ciclabile Valsugana) ed ecco che mentre i nostri amministratori litigavano con tutta la vallata tra sindaci, Comunità Montane, assessori, dirigenti (senza mai aver interpellato un portatore di interessi) per portarsi a casa un pezzetto di ciclabile e andare destra o sinistra Brenta, i loro colleghi trevigiani, dialogando con il territorio (Consorzi turistici, albergatori, Associazioni di categoria ecc.), in due anni hanno realizzato questo progetto finanziato dalla Comunità Europea chiamandolo “Ciclopista dell’Amicizia”” .

“Questo è lo scotto che si paga quando la politica è sorda – continua Astuni - quando il territorio chiama da tempo incontri tra stakeholders. La politica anziché favorire questi incontri (dovrebbe farlo per legge), ignora la situazione”.

“Solo lo scorso anno avevo fatto questa dichiarazione – conclude - “La Valle del Brenta è sempre stata punto di passaggio dalla Germania e per chi arriva da Nord Bassano è l'ultima città prima della pianura e di Venezia. La ciclabile è una realtà non da reinventare ma da estendere, siamo nell'ombelico del cicloturismo. Tutti parlano del suo completamento, ma nell'incontro a Venezia, con i colleghi di Territori del Brenta, abbiamo appreso dai tecnici dell'assessorato che in Regione non è mai stata presentata una richiesta specifica da nessuno. La Regione Veneto ha finanziato in quattro anni 1100 km di ciclopiste e ciclovie. È ora che qualcuno si svegli.” E infatti si son svegliati i trevigiani!”.

Il sindaco di Bassano, Riccardo Poletto, gli risponde che resta valida l’alternativa della Valsugana e della Valbrenta dell’itinerario ciclistico Monaco-Venezia; che non è vero che non siano stati presentati in Regione progetti di quella ciclovia e che anzi, quel progetto prevede un investimento di tredici milioni di euro per il tratto dalla Piovega di sotto a Pozzoleone e che un milione e 600 mila euro sono già stati stanziati dalla Regione Veneto per il proseguimento della ciclabile del Brenta fino a Pove, con passaggi dalla destra alla sinistra del fiume.

Certo è che i trevigiani, con i loro partner, sono molto più avanti rispetto alle proposte di una ciclabile che, dal Trentino, prosegua per i territori vicentini e padovani fino alla laguna di Venezia.

 

nr. 43 anno XX del 28 novembre 2015



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