NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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L’assalto di fine anno al Santo Natale

di Mario Giulianati
5 dicembre 2015

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Interventi

PRESEPE (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Si sta avvicinando il Santo Natale e nel mondo della scuola iniziano le piccole grandi manovre di chi, dichiarandosi vessilliferi della laicità e paladini dell’integrazione, rifiutano le cante natalizie, magari sostituendole con quelle di altre religioni e culture. Vedi, ad esempio, quanto accade a Romano D’Ezzelino, antica terra veneta, per volontà, pare, della dirigenza scolastica del locale istituto comprensivo, oppure a la dirigenza dell’Istituto Garofani di Rozzano, nell’hinterland sud di Milano, che, sempre per volontà della dirigenza, dott. Marco Parma, la festa del Natale viene trasformata in festa dell’inverno e trasferita a fine gennaio.

preside_Marco_Parma (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica) Anche qui in nome della laicità della scuola e dell’insegnamento. Ma ancora (Corriere della Sera), a Fonte Nuova, un Comune di 30.00 abitanti, nei pressi della capitale il presepe verrà fatto, bellissima notizia ma non troppo, perché questo avverrà con qualche cambiamento rispetto la tradizione: senza il Bambino Gesù e con i Re Magi sostituiti da tre migranti. Penso che la lista degli esempi potrebbe continuare ma per esprimere meglio e più compitamente il mio pensiero riportato, sempre da Corsera, una dichiarazione del Preside Parma “Questa è una scuola multietnica, sarebbe stato giusto se nelle feste di classe una parte dei bambini avesse cantato delle canzono dalle quali erano esclusi altri? E poi dopo quello che è successo a Parigi qualcuno lo avrebbe considerato anche pericolosa”. Al dott. Marco Parma di Rozzano direi proprio che sarebbe stato giusto che in una scuola italiana, per le Festività, si seguisse la tradizione italiana, che in questo caso è anche la tradizione culturale cristiana. Direi anche che preoccuparsi che qualcuno, non si sa bene chi e in nome di chi, potrebbe preoccuparsi delle cante natalizie dopo quanto è accaduto a Parigi, non mi pare proprio un argomento saggio, tanto meno all’altezza della nostra tradizione e cultura di libertà democratica. Il Premier Matteo Renzi sul Corriere della Sera dichiara “Confronto e dialogo non vuol dire affogare le identità in un politicamente corretto indistinto e scipito. L’Italia intera, laici e cristiani, non rinuncerà mai al Natale. Con buona pace del preside di Rozzano”.

scuola_di_Rozzano.jpg (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Più chiaro di così mi apre difficile. Al che, pare, che il preside di Rozzano, sempre stando a quello che scrive il Corriere della Sera, sia disponibile a rinunciare alla dirigenza. Penso che sarebbe un gesto apprezzabile. Un mio caro amico ha una veste tutta particolare per poter dare il consiglio che ho ricevuto da lui, prezioso. È un professore universitario e insegna in una università israeliana. È un cittadino israeliano, arabo e cristiano. Un giorno, anni fa, mi disse che nei confronti di un mussulmano, ma penso che valga anche per altre religioni, se dimostri il minimo cedimento in relazione ai tuoi fondamentali valori, sia religiosi che civili, ti disprezzerà e quindi non considererà mai possibile una vera amicizia con te. Non ne saresti degno. Al contrario se dimostrerai di difendere con fermezza i tuoi valori, ti rispetterà e quindi potrà anche esserti amico fedele e rispettoso. Noi invece, in nome di non so quale concetto di integrazione, cediamo costantemente sul piano dei valori fondanti della nostra civiltà e della nostra tradizione religiosa e culturale. Così ci facciamo solo del male e non integriamo proprio nulla e nessuno. Per quello che mi risulta non sono mai i mussulmani o appartenenti ad altri religioni che chiedono di non esporre il crocefisso, di non fare il presepe, di non cantare i canti natalizi nelle scuole. Queste richieste partono sempre da persone, cittadini italiani o comunque europei, che sposano queste (non) cause e pare proprio che dimentichino il “mio” diritto a mantenere le “mie” tradizioni.

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