NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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«Ottimismo per il 2016, ma segnali di instabilità»

I presidenti delle principali associazioni di categoria del Vicentino hanno risposto a tre nostri quesiti sull'attuale situazione economica, sugli strumenti richiesti dalle aziende e la crisi del sistema bancario

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«Ottimismo per il 2016, ma segnali di instabilità»

(C.R.) Fiducia e velato ottimismo nel 2016 appena iniziato, ma anche timori per la domanda del mercato interno ed europeo, le turbolenze a livello internazionale, la burocrazia ancora lenta e la crisi del sistema bancario. È questa, in sintesi, la posizione dei presidenti delle principali sei associazioni di categoria del Vicentino, che hanno risposto a tre quesiti nell'inchiesta indetta dal portale www.ladomenicadivicenza.it: a rispondere, nell'ordine, Giuseppe Zigliotto, presidente Confindustria Vicenza; Flavio Lorenzin, presidente Apindustria Confimi Vicenza; Agostino Bonomo, presidente Confartigianato Vicenza; Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio della provincia di Vicenza; Martino Cerantola, presidente provinciale Coldiretti e Michele Negretto, presidente Confagricoltura Vicenza. Ecco le loro risposte.

 

Buona parte degli indicatori economici evidenziano il 2016 come l'anno della ripresa economica anche in Italia. Dal vostro osservatorio in che misura ritiene questo possa avvenire e in quali contesti?

Giuseppe_Zigliotto (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)ZIGLIOTTO: «Vediamo in questi mesi come si sia compromessa la situazione internazionale e la stabilità geopolitica ed economica di molte aree del mondo, penso all'Asia, alla Cina e alla Russia, oltre che al Medio Oriente e al vicino Nord Africa. Per una provincia come la nostra, fortemente orientata all'esportazione, queste difficoltà non possono che preoccupare le imprese. I dati degli ultimi mesi sono spesso altalenanti: ci sono mesi in cui l’export rallenta, mentre durante la crisi aveva sostanzialmente tenuto, altri mesi in cui invece torna a fare numeri importanti. Questo ci fa essere prudenti, ma anche fiduciosi perché se Vicenza, nonostante tante difficoltà non ancora del tutto risolte, durante gli incerti anni della crisi ha saputo reinventarsi, potrà farcela anche in questo contesto. E il fatto che si stia notando una leggera ma costante crescita dei consumi interni, rafforza questa positività».

Flavio_Lorenzin (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)LORENZIN: «I segnali e soprattutto le aspettative è che nel 2016 si vedano consolidati quei miglioramenti della nostra economiagià percepiti lo scorso anno, ci sono e sono forti, come è forte la necessità che diventino strutturali e non legati a situazioni straordinarie di mercato come quelle che di fatto hanno governato nel 2015. La crescita economica del 2015, fortemente legata all’aumento delle esportazioni, è stata facilitata da due situazioni che non si erano mai verificate prima: rivalutazione del valore del Dollaro rispetto all’Euro e contestuale riduzione dei costi delle maggiori materie prime a causa della crisi cinese, cinesi che hanno riversato sul mercato una montagna di materie prime a basso costo. Se questi sono stati i motivi che hanno favorito il boom di esportazioni nello scorso anno soprattutto in area dollaro è evidente che stiamo comunque parlando di situazioni “straordinarie” che probabilmente continueranno ad esserci anche per il 2016, ma per parlare di ripresa economicastrutturale” bisogna far ripartire quel mercato interno che invece a tutt’oggi stenta ancora a ripartire. Stenta a ripartire soprattutto per la mancanza di fiducia, sia delle famiglie che delle imprese, sianel sistema che ci governa che continua a mandare messaggi a singhiozzo senza riuscire a strutturare un insieme di interventi ad ampio respiro necessari invece per chi deve pianificaree gestire investimenti. Non è sufficiente la stabilizzazione di tanti lavoratori facilitata dal Jobs Act per parlare di aumento della occupazione; bisogna dare alle aziende la possibilità di investire e per fare questo la prima cosa da fare è lasciare i soldi alle imprese. Indubbiamente il nostro livello di tassazione è talmente alto da non lasciare più alle imprese le risorse per investire.Ora in questo quadro già difficile si è venuta ad inserire anche questa crisi del sistema bancario e finanziario che attraverso la svalutazione delle azioni sta in molti casi minando anche il patrimoniodi aziende che così si trovano ulteriormente in difficoltà».

Agostino_Bonomo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)BONOMO: «Nell'analisi dell'andamento economico di inizio 2016, credo sia giusto analizzare i dati in nostro possesso, riferiti all'ultimo trimestre 2015, che evidenziano come il mercato interno è fermo e statico. Anche il grande comparto dell'edilizia, dal movimento terra all'arredamento, sta registrando una stasi preoccupante: gli unici aspetti positivi sono favoriti dagli incentivi fiscali, sino al 55% per le ristrutturazioni e sino al 65% per gli interventi di efficientamento energetico, che garantiscono lavoro ad impiantisti e arredatori. Con un pizzico di orgoglio possiamo dire che la conferma di questi sgravi fiscali anche per il 2016 rappresenta una vittoria anche di Confartigianato, che ha spinto con il Governo per un provvedimento che ha il vantaggio di evitare il mercato nero, il lavoro irregolare e la certezza del pagamento. In compenso andiamo bene nell'export, grazie soprattutto ai settori alimentare e meccanica, in particolare la meccanica legata all'alimentare, ad esempio i macchinari per l'industria del pane dove siamo leader mondiale, che stanno macinando record di fatturato e utili, oltre alla piena occupazione. Molte aziende vantano accordi per i prossimi 6-8-10 mesi, ma non basta per garantire ulteriore occupazione. Giusto sottolineare come la maggior parte delle nostre micro-piccole imprese stanno reagendo bene agli intoppi del mercato internazionale, dribblando ad esempio la crisi in Nord Africa e Russia, dimostrando capacità di reazione e flessibilità negli spostamenti».

Sergio_Rebecca (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)REBECCA: «Noi possiamo dire, dopo aver ascoltato le imprese del commercio, del turismo e dei servizi che sono parte del nostro sistema, che l’aumento dei consumi nell’ultimo periodo è molto limitato e caratterizzato da migliorie in particolari settori. In particolare in estate il turismo ha registrato buone performance, così come le città d’arte nel periodo invernale. Sicuramente queste settore è quello che regista una spinta maggiore vero la ripresa, mentre per gli altri, la leggerissima crescita non permette di fare previsioni attendibili nel medio periodo. Come purtroppo accade per molte piccole imprese che ancora sentono sulla loro pelle la crisi dei consumi, “viviamo alla giornata”, aspettando si materializzino segnali di ripresa ben più consolidati».

Martino_Cerantola (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)CERANTOLA: «Il settore agroalimentare, in questi ultimi anni, sta attraversando un momento senza dubbio positivo. L’apporto che Coldiretti ha dato è stato determinante per rendere più consapevoli ed informati i consumatori e per ingenerare nei produttori una cultura della qualità che ha raggiunto livelli di eccellenza significativi. E questo vale per la gran parte delle produzioni, non soltanto per quelle di nicchia o di maggio valore economico. La sensibilità dei cittadini e l’accorciamento della filiera sono stati fondamentali per produrre questo straordinario cambiamento. Ne consegue, evidentemente, un aumento dei consumi orientati alla qualità e tipicità dei prodotti di stagione, anche in funzione di un benessere generale che l’individuo cerca e riconosce primariamente nell’alimentazione. Il territorio vicentino, forse anche grazie ad un consumatore particolarmente scrupoloso ed attento, ha saputo cogliere questa nuova sfida e molti agricoltori si sono messi in gioco attraverso la multifunzionalità delle imprese, ma anche con i mercati di Campagna Amica. Il dialogo tra produttore e consumatore oggi non sorprende, ma è diventato un metodo normale per consentire alle aziende agricole di aumentare la propria redditività e per il cittadino un’alternativa valida per portare in tavola i prodotti del territorio con la garanzia di freschezza, genuinità e provenienza».

Michele_Negretto (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)NEGRETTO: «Paradossalmente il 2015, anno dell'Expo, che aveva come tema la produzione agroalimentare, è stato l'anno in cui l’agricoltura è entrata in una crisi strutturale. i bilanci sono stati i peggiori degli ultimi anni, tranne che per qualche settore. Expo è stata un’operazione di successo in termini conoscitivi e di partecipazione, ma che però non è riuscita a mostrare il vero volto dell’agricoltura, e i cui risultati probabilmente si vedranno proprio nel 2016 se si saprà dar continuità a quanto avviato nella rassegna milanese. L'unico settore agricolo che potrebbe mostrare una crescita significativa quest'anno è quello vitivinicolo, forte dei dati di un’annata appena trascorsa da ricordare, per la qualità dell’uva prodotta e per le buone performance commerciali delle nostre doc venete, anche se non tutte tengono il passo del Prosecco e dell’Amarone che si confermano tra i vini italiani più apprezzati al mondo».





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