NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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La montagna "piange", l'Altopiano resta a galla

Richiesta dello stato di calamità naturale a causa della mancanza di nevicate. Intanto nei Sette Comuni bilancio contrastante: buoni affari durante le vacanze di Natale, ma quasi azzerate le settimane bianche

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La montagna "piange", l'Altopiano resta a galla

La montagna "piange", l'Altopiano resta a galla (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

(C.R.) Da una parte, su sollecitazione della Federfuni nazionale, la richiesta dello stato di calamità naturale a causa dell'assenza di precipitazioni nevose. Dall'altra il bilancio degli operatori dell'Altopiano di Asiago che dopo le alte presenze turistiche e ottimi affari durante il periodo delle vacanze di Natale, sono ora in difficoltà per lo scarsissimo innevamento, che stanno azzerando le settimane bianche. Ecco cosa è emerso dall'inchiesta del portale www.ladomenicadivicenza.it.

 

Mario Timpano, impiantista altopianese e vicepresidente nazionale Federfuni: «Un problema la mancanza di neve, ma servono nuovi impianti di innevamento artificiali»

La montagna vicentina e veneta ha deciso di chiedere lo stato di calamità naturale a causa della mancanza di precipitazioni nevose nell'attuale inverno, che rischiano di mettere al tappeto le attività invernali e turistiche, legate agli sport invernali. Lo farò attraverso Federfuni Italia, rappresentata dal presidente nazionale Andrea Formento e dal suo vice Mario Timpano, che è anche il delegato per il Veneto, imprenditore altopianese, titolare degli impianti di risalita ad Enego Valmaron.

La montagna "piange", l'Altopiano resta a galla (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«È davanti agli occhi di tutti - precisa Timpano - la difficile quanto critica situazione che moltissime località sciistiche, non solo dei nostri comprensori ma anche di altre molte regioni d'Italia, stanno soffrendo per la perdurante mancanza di neve, elemento questo necessario quanto indispensabile per salvaguardare l'economia delle popolazioni che abitano in montagna nel periodo invernale».

«Stiamo vivendo una situazione di estrema gravità – evidenzia Timpano, ribadendo quanto esposto al Governo – sia per gli impiantisti, già alle prese con grosse difficoltà economiche, sia per tutto l’indotto, dal settore alberghiero e commerciale ai noleggi, ai maestri da sci».

La sezione Federfuni della Lombardia ha già avviato la richiesta dello stato di calamità naturale al Governatore Roberto Maroni ed è previsto anche un incontro dei rappresentanti dell’associazione con il governo regionale del Piemonte. Per il Veneto si sta valutando un’azione simile a palazzo Ferro Fini dopo un incontro tra le varie “anime” sciistiche presenti, dalle Dolomiti al Veronese e Vicentino. Proprio Federfuni, che rappresenta circa 150 stazioni sciistiche, sparse su tutto il territorio nazionale (anche del Centro e Sud Italia) si è attivata con il mondo politico per la proposizione di specifici emendamenti necessari per superare la difficile situazione dell'inverno 2015-2016.

«Da parte nostra - spiega conclude Timpano - non c'è l'intenzione di chiedere soldi, quanto piuttosto, come avvenuto con la notifica presentata dalla Regione Toscana e approvata dalla Comunità Europea, prevede la possibilità di concedere contributi in conto gestione per ammortamento delle rate dei mutui, canoni di leasing su impianti, energia elettrica per innevamento, spese per la sicurezza, per il soccorso e la battitura piste e spese di natura continuativa. In Altopiano si prova a restare a galla, ma serve una svolta decisiva che noi auspichiamo da tempo: servono infatti impianti di innevamento artificiali adeguati in grado di sopperire alle precipitazioni. In questo momento la neve naturale manca dappertutto, ma dappertutto, bene o male si scia, tranne che nei Sette Comuni».

 

Enzo Benetti, direttore Assocommercianti mandamento di Asiago: «Ottimo l'afflusso durante le vacanze natalizie. Ma gennaio e febbraio senza neve rappresentano un dramma»

La montagna "piange", l'Altopiano resta a galla (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Nell'analisi dell'attuale situazione sull'Altopiano dei Sette Comuni riscontri contrastanti arrivano dalla sede mandamentale di Asiago dell'Associazione Commercianti. «Il bilancio delle vacanze di Natale è stato molto positivo - spiega il direttore Enzo Benetti - in virtù di un quasi pienone, ancora più importante in quanto arrivato in mancanza di innevamento e con pochi impianti aperti, limitati peraltro ad una sola pista. L'esperienza ci dice che durante le vacanze natalizie quando la maggior parte degli impianti, riservati alla discesa e al fondo, sono chiusi la gente si riversa in centro, con buoni affari per ristoranti, pizzerie e bar, visto che esiste una maggior capacità di spesa. Per quanto riguarda il resto dell'attività del commercio, l'abbigliamento rimane in sofferenza, anche in considerazione delle temperature più miti che invernali, mentre è crisi nera per i negozi di articoli sportivi. Il problema riguarda invece gli impiantisti perché, sempre statisticamente arrivare all'Epifania quasi senza neve significa aver perso il 60-75% della stagione e arrivare in questa condizione a fine gennaio, come sta succedendo quest'anno, significa aver perso il 75-80%. Qui c'è davvero il rischio che qualche comprensorio o centro fondo non riesca ad aprire mai o quasi. Io, tanto per fare un esempio, che sono un grande appassionato, non ho utilizzato una sola volta gli sci durante questa stagione».

A livello di indotto economico diverso il discorso che riguarda il periodo successivo alle vacanze di Natale. «Dall'Epifania in poi, compresi i week-end risulta decisivo l'innevamento perché è ormai chiaro che le settimane bianche, o quei 3-4 giorni di fila in montagna, si prenotano solamente quando c'è la sicurezza di poter sciare in tutti i comprensori. Purtroppo i mesi di gennaio e di febbraio senza neve rappresentano un dramma per tutto l'indotto. Infatti se è vero che nei week-end da metà novembre in poi abbiamo sopperito con i mercati natalizi, in questo mese di gennaio non esiste neanche questa attrattiva. Domenica scorsa (24 gennaio, ndr.) lo scenario, anche in piazza, era desolante, la gente era davvero poca. Qui ad Asiago, grazie al comprensorio del Kaberlaba e alla pista da fondo dei Millepini, in qualche modo ci salviamo, ma ad esempio nei centri fondo di Campomulo e Campolongo, sopra i 1400-1500 metri, nessuno degli operai stagionali sinora è stato assunto, quindi nessuno di loro potrà usufruire dell'eventuale cassa integrazione o degli ammortizzatori sociali».

La montagna "piange", l'Altopiano resta a galla (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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