NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

È ora di scoperchiare il Vaso di Pandora

di Mario Giulianati

facebookStampa la pagina invia la pagina

È ora di scoperchiare il Vaso di Pandora

Riporto da VVOX, che a sua volta riprende la dichiarazione dal Mattino, quanto ha affermato il Presidente della Banca Popolare di Vicenza, dott. Stefano Dolcetta, rispondendo ad una precisa domanda: “Per intraprendere l’azione di responsabilità servono fatti concreti, reali, acclarati, altrimenti il rischio è solo di andare incontro a costi rilevanti. Se ci fossero fatti concreti procedere sarebbe dovere del presidente, qualunque presidente. A me non risultano fatti di questo genere. Posso capire la spinta e gli umori degli azionisti, ma servono calma e razionalità”.

Fare della ironia sarebbe perfino troppo facile ma del tutto inutile e, inoltre, nel momento in cui un intero esercito numerosissimo di azionisti/soci/ risparmiatori, cosa questa che pare non sia entrata nel lessico del Presidente, si sta avviando verso le forche caudine del 5 marzo, non sarebbe nemmeno di buon gusto. Proprio in questi giorni, ma già anticipato, fin da novembre con note di chi scrive su questa testata, e dal dott. Alifuoco, su il sito”pervicenza”, ad esempio, si evidenzia un fatto, dolorosissimo per quanti hanno conosciuto il Marchese Boso Roi, e cioè che la sua Fondazione, frutto di una generosità verso la città di altissimo livello, è al limite della sopravvivenza.

È ora di scoperchiare il Vaso di Pandora (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ci si chiederà che cosa vi è che lega la Fondazione Roi alla banca. Semplicemente il fatto che, come riporta VVOX, ma pure il Corriere del Veneto ne scrive abbondantemente “Il crollo del valore delle azioni di Banca Popolare di Vicenza investe la Fondazione Roi aprendo una voragine nel suo patrimonio. L’istituzione culturale vicentina detiene infatti 471.026 azioni dell’istituto di via Framarin, titoli che sono stati svalutati dai 60 euro di pochi mesi fa fino ai 6,30 euro attuali. Un tonfo che si è ripercosso sulle casse della Fondazione: il capitale è passato da 29 a 2,9 milioni di euro nell’arco di pochi giorni”.

È l'Assessore alla (de)crescita di Vicenza che esterna la sua preoccupazione. Strano che se ne accorga solo ora, considerando dei fatti ben precisi, che però pare siano sfuggiti anche al Presidente della Banca, oltre che alla Amministrazione Comunale. Il primo fatto è che il declassamento del fondo della Fondazione Roi era già in parte avvenuto con la assemblea che aveva decretato la perdita del 23,5% del valore delle azioni, una perdita secca di circa 8.000.000 di euro, che non sono poca cosa, ma nulla era stato detto in merito. Il secondo che la Fondazione Roi, per statuto, ha nel suo Consiglio un rappresentante del Comune di Vicenza, un particolare rappresentante, non uno qualsiasi, e che la Banca di rappresentanti, al minimo, sempre per statuto, ne ha almeno tre, e anche qui non persone qualsiasi. Eppure ne l’Assessore alla (de)crescita ne il neo Presidente se ne sono minimamente occupati, almeno per conoscere la situazione. Il terzo, e nonostante la dichiarazione del dott. Dolcetta questo è un fatto concreto e indiscutibile, la dirigenza della Fondazione Roi vede al vertice, un Presidente e un vice Presidente che sono esattamente i medesimi che fino a qualche settimana fa per il primo , ricoprivano il medesimo ruolo che aveva in banca e addirittura il vice presidente lo ricopre ancora oggi. Quindi la “banca non poteva non sapere” e di conseguenza o non ha alcun sentimento di rispetto per la Fondazione e per la Città di Vicenza, oppure sia il Comune che la Banca erano, e sono, particolarmente distratti. Il terzo fatto è quello relativo al luglio del 2014, quanto a firma dell’allora Direttore Generale della Popolare vicentina, veniva comunicato a tutti i soci, che il valore effettivo dell’azione, dichiarato da un perito terzo, era effettivamente di 62.50 €, dichiarazione che autorizzava il personale della banca di sollecitare acquisti di azioni da parte di vecchi soci e di proporli a nuovi potenziali soci, con uno stato d’animo sereno, sia per chi vendeva che per chi acquistava. Il dott. Dolcetta inoltre afferma. Sempre tramite VVOX/Mattino che “la pulizia è finita, abbiamo aggiustato i conti 2015 in relazione al capitale finanziato e ora con le decisioni del cda di martedì che ha stabilito il prezzo di recesso, è terminata la prima fase del nostro lavoro… il passato è passato”. Il quarto elemento, se ne potrebbero citare anche altri, è proprio il Presidente Dolcetta che lo fornisce, quando utilizza il termine “la pulizia è finita...”. Ovunque, la pulizia si fa quando si ritiene che vi sia dello sporco. Ma questo non viene minimamente indicato, e tanto meno vengono indicati i responsabili dello “sporco”, ma nemmeno viene considerato che esista. Questo si aggiunge alle tante altre perplessità sorte nel popolo dei “risparmiatori”, aggettivo corretto per indicare quasi, non tutti certamente, gli azionisti della Popolare vicentina. Una battuta però me la concedo. Il passato non passa mai se lo si nasconde. È una illusione che spesso, nel corso dei secoli, molti hanno nutrito. Ma prima o poi il vaso di Pandora trova chi lo scoperchia. Per una ripresa di fiducia verso la Banca, che ha una storia di tutto rispetto e che quest’anno doveva festeggiare il suo centocinquantesimo compleanno, sarebbe bene che proprio il nuovo Presidente facesse questo semplice e audace gesto.

 

nr. 07 anno XXI del 27 febbraio 2016




Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar