L’arte come linguaggio dell’anima. Enzo Montagna.
A qualche mese di distanza dall’esposizione precedente, l’attuale mostra di Enzo Montagna presenta un’emozione diversa che trova nei dipinti un’ampliata possibilità espressiva. Una sorta di felicità caratterizza infatti la pittura che aveva già la conferma in alcuni dipinti in precedenza esposti, inseriti nella produzione ancora recente di bancali, materiali segnati da un destino dello scarto e della povertà riabilitati ad opera d’arte dalla pittura di Montagna. Alcune note cromatiche che li caratterizza trovano una più ampia evidenza nelle tele per la vivezza di alcuni collage, difficili da ignorare, se in caratteri a stampa conducono al grande nome di Matisse; in contemporanea sfuggono ad ogni definizione nel loro coinvolgere cieli lontani, esperienze verso sensibilità sudamericane del mondo andino. Montagna filtra attraverso la memoria, soggiorni e viaggi e li interpreta in legni e jute con numeri, parole scritte, carte.
Dipinge atmosfere e segni elastici. Entrano nelle tele le calde tonalità del ruggine, qualche presenza cromatica ocra lascia sfumare più tenui variazioni mentre colori celesti e rosa saturano uno spazio breve di sacco. In alcune tonalità nere, profonde e vellutate, mai inclini al tragico, lievitano gocce, fluide presenze pittoriche d’acqua. L’emergere di trasparenze che si accompagna ai sacchi nel loro cromatismo, si unisce ai collage, riportando l’attenzione sui bianchi e sulle polveri corrose, per condurre la pittura alla sintesi cromatica delle ultime opere. Nei dipinti candidi più sopite emozioni lasciano una traccia di nero, qualche rara presenza di rosso accordato alla juta.
Tra le sedi delle più recenti esposizioni di Montagna emergono nel 2015 la palladiana Villa Thiene a Quinto Vicentino e l’Officina delle Zattere a Venezia.