NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Tra Riviera e autostrada… matrimonio in corso

Meno di un anno dopo il completamento verso sud la Valdastico non ha ancora dato una risposta convincente agli obiettivi di sviluppo economico del Basso Vicentino – I sindaci valutano il pesante ruolo della di crisi nel settore produttivo e però fanno previsioni non pessimistiche sul futuro – Per ora il primo, grande risultato è di aver liberato i paesi dalla terribile pressione del traffico: ora si può pensare anche ad altro partendo al turismo

di Giulio Ardinghi

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Tra Riviera e autostrada… matrimonio in corso

È uno di quei fidanzamenti a lunga scadenza, come si faceva nei bei tempi andati. È che questo ha atteso la bellezza di quarant’anni prima che si potesse parlare di anello, e gli toccano altri anni di paziente meditazione prima che i risultati si vedano. E si celebri il matrimonio. I promessi sposi sono la Riviera Berica e l’Autostrada Valdastico Sud, portata a termine l’anno scorso con il collegamento alla Transpolesana, quindi al territorio tra Rovigo e Ferrara. Un sogno che trova compimento dopo incredibili intervalli di inedia totale, di polemiche vuote di qualsiasi significato reale (compresa l’ultima, quella addirittura paradossale che vide il principe Carlo d’Inghilterra spezzare più di una lancia per ostacolare l’autostrada che disturbava non so più quale villa), trasformati finalmente in parziale rilancio soltanto negli ultimi cinque anni. Un matrimonio difficile e che pure s’ha da fare, come dicevano i sostenitori della coppia Mondella/Tramaglino, per il semplice fatto che l’autostrada è una componente essenziale e finalmente a disposizione per gli obiettivi di sviluppo che il Basso Vicentino si propone. Tra occasioni di insediamento produttivo e di espansione del turismo che i Colli Berici aspettano dal dopo-guerra, il pacchetto di proposte da rendere visibili ed operative è talmente ricco e interessante da far rimpiangere oggi, alla luce della logica del dopo, che si sia perduto tanto tempo inutilmente. L’area della Riviera Berica, Colli compresi, pareva destinata ad autosoffocarsi nell’unica direzione visibile, quella della vocazione agricola. Mentre tutto il resto della provincia dilatava le proprie attività e quindi la ricchezza, su questo lato sud non pareva ci fosse verso di ottenere qualcosa di diverso che qualche fabbrica ma sostanzialmente un completo investimento in direzione dei campi, coltivati o assecondati da macchinari e allevamenti. L’impronta pareva dover essere per forza quella e l’indirizzo degli investimenti e del lavoro proprio per questo non hanno mai veramente registrato qualcosa di diverso, salvo inevitabili (e benefiche, sorprendenti eccezioni).

Tra Riviera e autostrada… matrimonio in corso (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)SI GIRA PAGINA ED È LA SVOLTA- Ora però c’è la reale possibilità di girare pagina e non per portare insulti ad un territorio rimasto quasi intatto, ma al contrario per dargli ossigeno, nuova forza, nuove possibilità di quello sviluppo di cui ancora si aspettano i segnali. L’autostrada c’è ed è da questo fatto che si riparte verso altri obiettivi ed un futuro che si deve immaginare migliore anche di fronte a quella realtà poco consolante che si chiama crisi globale. Questa è la realtà e con questa realtà bisognerà fare i conti. Con quali progetti e quali risorse?. La Valdastico Sud è completa da neppure un anno e naturalmente deve servire come miccia di una nuova prospettiva. È ancora poco frequentata, i dati parlano chiaro, ma è altrettanto chiaro che nella rete in cui si è inserita soffre fino a prova contraria per ritrovarsi stretta tra la Padova-Rovigo e la Verona-Modena. Questione di abitudini, di percorsi tracciati secondo tradizione e presa d’atto soprattutto da parte del traffico pesante che ora c’è una nuova offerta assolutamente attraente. Se andate a Rovigo passando per Padova al confronto con la Valdastico vi tocca percorrere una ventina di chilometri in più: basta e avanza per essere certi che nel giro di non molto tempo i camionisti sceglieranno per la convenienza maggiore.

I RIMPIANTI NON SERVONO PIÙ- I sindaci dell’area sono la seconda o terza generazione dentro quei Comuni che erano partiti puntando sulla Valdastico intera, da Trento a Rovigo. Oggi guardano non con gli stessi occhi alla disponibilità di una soluzione che può far crescere il territorio, ma in più pensano nell’ottica di un mondo che cerca produzione e lavoro, ma anche vuole farsi apprezzare per il patrimonio naturale e storico artistico di cui dispone. Non c’è solo l’idea dei capannoni, ma anche quella di una politica del turismo che non è mai stata incrementata e che ora può finalmente esserlo, con la quasi sicurezza che un’area così bella e ricca di molte belle cose possa davvero attirare un turismo di qualità. Per questo i sindaci sembrano guardare molto più avanti della situazione di oggi, per esempio alla super pista ciclabile Ostiglia-Treviso, che è in progetto regionale, oppure all’effettiva capacità di avere un turismo non di massa ma di sicuro qualificato che si possa spendere dentro un territorio in grado di rinnovare, o meglio: creare, nuove offerte di ospitalità, nuove attrezzature. Quello che l’autostrada ha fatto in questi mesi è stato soprattutto di alleggerire, quasi cancellandolo, quella spaventosa pressione del traffico che agitava la Riviera come una condanna a un girone infernale. È evidente che ora siamo alle porte di un’altra fase, tutta nuova. Che cosa sarebbe oggi il Basso vicentino se la Valdastico fosse stata realizzata secondo il programma cominciato nel 1974? Sarebbe un altro polo importantissimo dello sviluppo economico della provincia, all’altezza di Bassano, Schio, Thiene. La risposta è appunto questa. Siamo dunque ad un momento di transizione di importanza centrale. Quando l’autostrada riceverà più passaggi e più traffico, arriverà anche tutto il resto.

Roberto_Andriolo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)AGUGLIARO: SEGNALI IN ARRIVO- Risolto il problema del grande traffico sul lato del paese, Roberto Andriolo sindaco di Agugliaro guarda all’autostrada in modo non distratto, ma anzi con l’idea che qualcosa succederà anche se la crisi obiettivamente frena e blocca, non incoraggia ad investire. Ma i segnali arrivano e non sono pochi. Andriolo dice che una rinomata trattoria prima frequentata soprattutto da gente del posto o che arrivava al massimo da Vicenza riceve prenotazioni da Rovigo come da Thiene o da Schio. Che cosa vuol dire? “Soprattutto significa che è tutto cambiato dal punto di vista della lunghezza del viaggio. Pensate quanto tempo ci voleva prima e i pochi minuti che bastano oggi per arrivare da Vicenza a qui. Idem si dica per l’area nord della provincia o per quanto riguarda Rovigo. Sono questi i segnali che ti dicono con precisione se e come le cose cambieranno. Credo che ci sarà anche la possibilità di vedere nuovi investimenti da queste parti, qualche imprenditore prende informazioni. Si comincia così. Non è certo il periodo migliore per pretendere che chi investe lo faccia senza la necessaria prudenza. E poi ci sono altri segnali ancora, come è successo per quel chiosco che è andato ad insediarsi nella nostra zona produttiva verso Campiglia: hanno scommesso su questa operazione anche con un certo coraggio, ma dai risultati debbo dire che stanno avendo ragione perché questo locale dimostra di essere in forte crescita di attività. Il momento non è facile per nessuno, ma penso davvero che questi primi segnali siano il preludio per uno sviluppo anche in direzioni che non conosciamo e che magari ora non riusciamo neppure a immaginare. Indubbiamente l’autostrada fa da punto di riferimento per qualunque progetto di sviluppo di tutta la nostra area”.



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