“Amo i colori stemperati di Piero della Francesca o di Morandi, il cromatismo sporco ma nitido di Giovanni Bellini, il monocolore straziante di Ferroni e la Genialità di Kiefer “ (Roberto Rampinelli)

Sui dipinti della personale di Roberto Rampinelli, dal titolo La Linea d’Ombra, su paesaggi privi di presenze umane distesi con olimpica serenità, nature morte con tulipani e garofani, foglie di Ginkgo, brocche, conchiglie, scatole, pani, frutta con mestoli incide l’ispirazione estetica di Piero Della Francesca e della pittura del Quattrocento, unita alla lirica di De Chirico, Carrà, Morandi per arrivare a Kiefer. Rileva Marco Fazzini come anche la poesia eserciti la sua influenza per la vicinanza alla sensibilità di scrittori da Brecht, a Gozzano, Pavese, Villon e Leopardi, posti in dialogo con alcuni dei suoi dipinti. L’ombra, la “linea d’ombra” guida alla dimensione poetica dell’opera di Rampinelli: Tutto è reale nella sua pittura ma nulla rimanda al realismo, alla concretezza di elementi rinvenibili nella fisicità del quotidiano”, scrive Giuseppe Ardrizzo nel testo in catalogo. Sulla pittura, indipendentemente dal soggetto se paesaggio o nature morte, ci si ritrova, nota ancora Fazzini, davanti ad un’intensa pittura d’emozione, non di soggetto, dove il metodo di realizzazione è -contrariamente alla fase di costruzione di un dipinto - assolutamente libero, dove avviene la narrazione della pittura e non il suo contrario, commenta Giuseppe Ardrizzo, adeguando una riflessione di Jean Ricardoual al lavoro di Rampinelli. Una pittura emozionante, dove si coglie quella simmetria, quella particolare inclinazione al silenzio, quella solitudine e quel rigore che caratterizzano la sua pittura. La tecnica esemplare attiva una dimensione simbolica che coinvolge ogni elemento reale per condurlo ad una pittura, scrive Fazzini, sospesa nello spazio così come nel tempo; di come, nota ancora, entra un dimensione straniante di solitudine dove l’artista si ritrova, nell’unico spazio di ricerca, privo di ogni nostalgia della “memoria delle cose, memoria di una bellezza irrimediabilmente persa, che non c’è più, ma credo possa rinascere nel filtro vitale del ricordo”. L’artista è riconosciuto come uno dei maggiori interpreti contemporanei dello Still Life, tendenza più nota e diffusa in Nord Europa, meno affermata nel nostro Paese.