Brigida Pavin nella personale dal titolo Musica di colori che dispiega il suo canto esprime con la difficile e poetica tecnica dell’acquerello il fine di liberare da ogni peso la realtà, trasfigurandola in luminescenza, per cui figure, paesaggi ed oggetti trovano una loro esistenza in una dimensione molto simile alle visioni oniriche.Da tempo la pittrice trae ispirazione per le sue carte acquerellate da Rudolf Steiner, straordinario filosofo e pensatore svizzero ( 1861-1925), dell’arte antroposofica che” vuole trovare la via verso lo spirituale, l'artista può, attraverso il suo operare, portare nella realtà quotidiana la luce dell'ideale…”.

Figure allungate e immagini vaganti sono percepite quasi come sospesi esseri viventi trasfigurati da un colore–luce. I paesaggi appaiono vagamente delineati e bagnati nei colori verdi e viola, le notti dalle pallide e lontane lune trovano una diversa vicinanza a cromatismi aranciati e gialli delle città orientaleggianti dove alberi – fiori, nella metamorfosi, si allungano flessuosi verso cieli azzurrati. Le forme richiamano bellezza e grazia e l’opera, nell’ispirazione dagli intenti narrativi, trova il suo humus fra la realtà e la lievità soffice del sogno. Pavin dedica la personale al leader indigeno Edwin Chota, attivista peruviano che viveva in una zona al confine tra Brasile e Perù e si poneva in difesa della foresta amazzonica contro la deforestazione illegale, è stato ucciso nel 2014. Pavin ha esposto a Villa Thiene a Quinto Vicentino con mostre ricorrenti negli anni ed al Palazzo del Colle di Creazzo-Vicenza.