NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Chiara Passilongo - La parabola delle stelle cadenti

L’esordiente Chiara Passalongo sorprende per la semplicità con cui racconta una storia complessa e composta da molti personaggi, le cui esistenze, nel ricco e contraddittorio Nordest, si intrecciano dando vita ad una trama talvolta divertente, poi via via più drammatica

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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La parabola delle stelle cadenti

Alcuni non possono fare a meno di sbagliare la strada, perché per essi non esiste la strada giusta. Non è certo per caso che Chiara Passilongo, autrice del romanzo La parabola delle stelle cadenti (Mondadori), ha scelto questa citazione dal racconto Tonio Kroger (1903) dello scrittore tedesco Thomas Mann, per raccontare una storia in cui uno dei protagonisti, il giovane Francesco, rampollo di un ricco industriale veneto e cresciuto in un ambiente dove ciò che conta sono solo gli affari dell’azienda di famiglia, avverte una forte tensione fra questa vita e l’attrazione che esercitano su di lui gli artisti, il mondo intellettuale, insomma un "altrove" che si fa via via più pressante fino a crerare una profonda frattura in un amino sensibile e troppo esposto alle durezze della vita. Ma perché scrivere di stelle cadenti?

 

La parabola delle stelle cadenti (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Sai cosa sono le stelle cadenti? Sono quelle stelle, più luminose di altre, che s'incendiano per attrito, attraversano il cielo con tutta la loro energia, bruciano ciò che le circonda e poi arrivano a spegnersi consumate dalle loro stesse fiamme. I più smaliziati - e ovviamente ancor più gli astronomi - sanno bene che quelle che comunemente vengono definite stelle cadenti, visibili nella famosa notte di S. Lorenzo, in realtà non sono stelle, bensì detriti spaziali chiamati Perseidi, uno sciame meteorico che la Terra si trova ad attraversare durante il periodo estivo nella sua orbita intorno al Sole. La pioggia meteorica ha il suo picco di visibilità attorno al 10 agosto, con una media di circa un centinaio di scie luminose osservabili ad occhio nudo ogni ora. Ciò rende questo sciame molto rilevante in termini di osservabilità tra tutti quelli incrociati dal nostro pianeta nel corso della sua orbita intorno al Sole. Ma qui parliamo di letteratura e non di astronomia. E lo facciamo in riferimento ad un esordio letterario femminile particolarmente felice, che racconta la storia di una famiglia di imprenditori del Nordest, i Vicentini, proprietari di un’azienda dolciaria. Quella della giovane autrice è a sua volta una sorta di "parabola" positiva e di esempio per molti altri aspiranti scrittori: è stata lei stessa a proporre il suo scritto a Mondadori. All'editore sono piaciuti titolo e romanzo tanto da decidere di pubblicarlo in una delle sue collane più prestigiose, Scrittori Italiani e Stranieri.

La parabola delle stelle cadenti (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La storia della famiglia Vicentini, dagli anni '80 ad oggi, si intreccia con le vicende sociopolitiche del nostro Paese. Tutto inizia proprio il 10 agosto - l'anno è il 1981 - quando Nora dà alla luce due gemelli, Francesco e Gloria. Achille Vicentini, il neo padre, sta tornando a casa dopo la notte in ospedale, a bordo della sua Giulietta, euforico. Attraversa il panorama di case e aziende che ben conosce: così è tutta la campagna veneta, popolosa e operosa. Lui stesso vi contribuisce da quando con suo padre ha trasformato il forno di famiglia, nel centro di Borgo San Bartolomeo, in una piccola azienda dolciaria. Alla ditta e ai figli Achille intende dedicare ogni suo giorno. E uno tutto d'un pezzo, un uomo di destra pervaso però da un senso di responsabilità di marca socialista nei confronti di chi lavora per lui: i dipendenti sono parte della famiglia. E con loro che Achille escogita il modo più bello di festeggiare la notte in cui i suoi figli sono nati: una nuova merendina a forma di stella cadente, la Tortina San Lorenzo, destinata ad avere grande successo. Achille già immagina Francesco e Gloria che crescono mangiando quei dolci genuini, che diventano bimbi paffuti, adolescenti sereni, studenti d'eccellenza pronti a prendere in mano le sorti della ditta. Dagli anni Ottanta a oggi le vite di Achille e Nora, di Gloria e Francesco e di tutta la comunità che li circonda vengono narrate come in un album di fotografie, pieno di luci, di sorrisi e di ombre. Nulla, o quasi, sarà come Achille lo aveva previsto. Che cosa potrà succedere quando Francesco mostrerà più interesse per l’imperatore Giustiniano - e per i ragazzi del suo stesso sesso - che per l'azienda di famiglia? E quando Gloria, all’ultimo anno di liceo, si innamorerà di un affascinante e determinato giovane di estrema sinistra? O quando l’azienda si troverà ad affrontare gli anni bui della crisi? Chiara Passilongo esordisce con un lungo romanzo sorretto da una scrittura semplice e precisa, capace di intrecciare i fili delle storie di un’intera comunità e di narrare in modo potente un angolo della nostra provincia – il Nordest, quello veneto in particolare – che diventa la lente speciale attraverso cui rivivere gli anni più recenti e meno gloriosi della nostra storia. Lontano da interpretazioni ideologiche e, al contrario, con partecipazione e con un pizzico di malinconia. L’ascesa e la caduta dei Vicentini disegnano la parabola di un Paese intero, ci raccontano le speranze e lo sgomento di una generazione di padri e soprattutto di figli, a cui viene consegnato un mondo che appare irrimediabilmente fragile: ma insieme lasciano intravedere con forza il filo luminoso della speranza e della fiducia che i desideri espressi in una lontana notte d’estate possano avverarsi, se non ci arrendiamo alle tante difficoltà della vita.

Forse il maggior pregio del romanzo è la semplicità con cui l'autrice racconta una storia complessae composta da molti personaggi, le cui esistenze si intrecciano dando vita ad una trama talvolta divertente, poi via via più drammatica. A impressionare positivamente è soprattutto la capacità dell'esordiente autrice di delineare con tinte forti i propri protagonisti, scavando a fondo nella loro psicologia e restituendone un'immagine a tutto tondo, che ne rivela inequivocabilmente la posizione chiara all'interno della storia. A rendere poi del tutto credibile e diremmo quasi verosimile l'intera vicenda, è quel senso di sovvertimento emotivo e psicologico che ognuno di essi si trova a vivere nel corso della storia: si assiste così al lento ma inesorabile passaggio da una realtà al suo opposto, a mano a mano che i decenni, e gli eventi sociali, si manifestano in tutta la loro crudezza. Così Achille Vicentini, il padre padrone che aveva fondato con orgoglio e coraggio l'azienda, il classico "uomo tutto d'un pezzo" fattosi con le proprie mani, assiste quasi attonito al lento disfacimento della sua creatura, sotto i colpi durissimi della crisi economica, dei tempi che cambiano e del fatto che i due amati figli prendono strade totalmente diverse da quelle che lui avrebbe voluto; la moglie Nora, l'unica forse a restare fedele alla propria visione della vita, rimane il collante della famiglia, nel bene e nel male, dapprima abbozzando alle differenze caratteriali con il marito, poi via via rivelandosi il vero elemento fondante della famiglia; la figlia Gloria, da adolescente viziata e immatura, dopo un matrimonio rovinosamente fallito con un arrampicatore sociale che contribuirà a mandare in rovina l'azienda, comprende la realtà e diventa donna, recuperando in extremis un amore di gioventù in realtà mai dimenticato; il figlio Francesco, venuto a patti con la propria omosessualità, dopo aver lasciato la famiglia in rotta con Achille, si riconcilia e capisce che il vero bene è quello degli affetti più cari. Su tutto questo aleggiano le interferenze della nostra Italia contemporanea, le stesse che leggiamo sui giornali ogni giorno, o che vediamo raccontate dalle cronache televisive: gli intrallazzi della politica, che sa corrompere anche le persone di valore; la crisi economica degli ultimi anni, che ha spazzato via tante aziende venete finite con i libri in tribunale quando non con il tragico suicidio dei proprietari sommersi dai debiti; una società che è passata dal "falò delle vanità" dei vorticosi e sfavillanti anni '80 alla dura realtà dei giorni nostri, in un mondo fatto di nuove povertà e di città multietniche.

Numerose le presentazioni del libro nelle prossime settimane: la più prossima per i vicentini sarà il 3 maggio alle 20.30 nella sala conferenze del Comune di Sovizzo, mentre un’altra è in programmazione a Vicenza città, in data da definire; altre sono in programma in Veneto e zone limitrofe: il 16 aprile alle 18.30 nella sala consiliare del Comune di Solferino; il 17 aprile alle 17 al Museo Fioroni a Legnago; il 30 aprile alle 16.30 alla libreria Feltrinelli di Varese; l’8 maggio nell'ambito del festival Rovigoracconta e il 20 maggio alle 20.45 al festival Asololibri; il 28 maggio alle 18 alla libreria Fahrenheit a Monselice. Nel frattempo abbiamo incontrato l'autrice e dialogato con lei.

La parabola delle stelle cadenti (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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