NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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PREMIO GIACOMO ZANELLA

di Italo Francesco Baldo

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PREMIO GIACOMO ZANELLA

Fin che sboccino rose a te davanti

E il suo di verde tenero s’ammanti,

noi crederem che rifiorisca ognora

l’arte d’Italia che di te si onora

 (Augusto Serra)

 

Sabato 30 aprile alle ore 10,30 in sala “Giovanni Bressan “ a Cavazzale di Monticello Conte Otto si svolgerà la premiazione dell’XI Premio “Giacomo Zanella” con il quale l’Amministrazione Comunale con il Sindaco Claudio Benincà e l’Assessore alla cultura Maria Luigia Michelazzo, coadiuvati dalla Pro Loco, promuovono la cultura e la memoria del Poeta nei luoghi che lo videro comporre uno dei suoi capolavori, quella raccolta di sonetti l’Astichello con il quale inizia la storia della poesia italiana nel Novecento sia per i temi trattati sia per la semplicità del verso.

 Quest’anno il Premio ha avuto come tema “La musica è nell’aria” e numerosi sono stati i partecipanti da tutta Italia. La Giuria ha proclamato su una rosa di 30 selezionati vincitrice dell’XI edizione Fiorella Borin di Venezia, Sandra Fringuelli di Perugina 2° classificata e Stefano Ciaponi di Talamona (Sondrio) 3° classificato. Nel corso della premiazione i primi tre racconti saranno letti da Eros Zecchini.

 

G. Zanella e la musica

 

Sottende

 Sempre

Armonia

 il tuo verso.

Di pace, di guerra

di studi o di Dio

dall’eburneo/canoro strumento

si leva un canto,

t’invita, come la squilla,

ad alto pensiero,

dove quiete si fonde

e la rima l’eterna.

 (Italo Francesco Baldo)

 

La premiazione sarà preceduta dalla presentazione del saggio Il verso si fa musica. Giacomo Zanella (Vicenza Editrice Veneta) con Annotazioni musicali a cura del M.° Mattia Cogo, che propone lo studio delle poesia zanelliane in relazione alla musica e a quelle che sono state musicate da diversi maestri, tra cui ricordiamo Luigi Denza, il celebre autore di Funiculì-fuiniculà, una delle canzoni napoletane più note al mondo, i vicentini Francesco Canneti, che musicò la Ballata in onore di Andrea Palladio in occasione del terzo centenario della morte del sommo architetto nel 1880 al Teatro Olimpico di Vicenza, Giorgio Golin compositore e organista di Cavazzale che musicò tre sonetti (XII, XLI e LXXVIII) tratti dall’Astichello e Claudio Sichel che ha posto la musica elettronica al servizio della poesia zanelliana più famosa (Sopra una conchiglia fossile nel mio studio) in occasione dello scoprimento del ricordo marmoreo del poeta a Padova in Via Zabarella a cura di Luigi Cerantola.

Il Coro diretto da Carla Golin del Gruppo arte “G. Golin” allieterà la premiazione.

PREMIO GIACOMO ZANELLA (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica) 

P. Rubens, Santa Teresa d’Avila


Un cenno particolare a Mattia Cogo, che ha musicato la traduzione di un sonetto, considerato il capolavoro della mistica spagnola, attribuito, nell’Ottocento, a Santa Teresa d’Avila. La poesia fu tradotta da Zanella e grazie a suor Alessandrina Dal Lago delle Dame Inglesi di Vicenza è stato trascritto in occasione del V centenario della nascita della Santa, molto considerata dal poeta che Le dedicò alcuni scritti di prossima edizione. Il Comune di Monticello Conte Otto si è fatto carico della pubblicazione dello spartito del M° Mattia Cogo, considerando proprio che la musica dedicata al poeta va valorizzata. Purtroppo la mancanza del consueto aiuto della Regione Veneto, ha impedito la pubblicazione di tutti gli spartiti, alcuni dei quali inediti e di grande valore artistico, come quello di Davide Urmacher, formatosi musicalmente a Merano (BZ), dedicato alla contessa Giovanna Nepomucena Thun, sposa a Padova del conte Francesco Galeazzo Ferri, che ci propone in musica la bella parafrasi del Salve Regina, composta da Zanella nella poesia Milton e Galilei.

 

PREMIO GIACOMO ZANELLA (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Durante la Cerimonia saranno visibili gli spartiti e anche diverse traduzioni (latino, tedesco, ceco e armeno della più nota tra le poesie di Zanella, quella Conchiglia fossile che un tempo sapientemente si mandava pure a memoria e che con alcuni sonetti formava i giovani al valore dell’armonia tra natura e uomo e di tutto con il Creatore. Zanella, infatti, fu uno dei precursori, nell’Ottocento, insieme a don Giuseppe Fogazzaro, lo zio dello scrittore, dell’analisi del problema del rapporto scienza fede che sembrava posto in crisi dell’ipotesi di C. Darwin sull’evoluzione della specie.

 

L’importanza di Giacomo Zanella anche in riferimento alla musica è la sua classica ricerca di armonia attraverso il verso, che volle sempre polito e capace di esprimere tutti i temi che riguardano l’uomo e la natura sia quelli sereni e felici sia quelli, purtroppo, dolorosi, sarà ricordata dallo scrivente che ha predisposta la ricerca nel saggio Il verso si fa musica. Giacomo Zanella. L’analisi pone in rilievo quanto di “musicale” vi sia nelle composizioni del poeta che ebbe sempre attenzione per “il rumore” degli uomini che si fa delizia musicale, ricordandosi anche dell’ “ebbro canto” di colui che smarrisce la strada di casa. In una struttura classica Zanella legge il suo tempo e talora con sottile ironia ne disvela i reconditi, mai abbandonandosi all’effetto o a quello, oggi tanto di moda, del gridare le proprie idee. Compostezza e serietà nel verso dicono di più che l’urlare, perché, ed è vera classicità, nella compostezza ed armonia delle parti anche il doloro si fa meno pesante e soprattutto se il tutto creato è ricondotto al suo Creatore, dal grande pensiero filosofico all’usignolo che plora o al ruscello che mormora e invita ad alti pensieri. La poesia con tratto veloce talora ci fa comprendere più che i ponderosi saggi degli intellettuali e questo spesso volle lo Zanella, che concepì sempre la formazione classica come base per comprendere i temi della sua epoca, della patria, della scienza e anche i momenti sereni della vita.

Il saggio Il verso si fa musica evidenzia tutto questo.

 

 Dalla Conclusione

Molti poeti hanno avuto la soddisfazione, durante la loro vita, di sapere che i loro versi furono musicati; tra questi lo Zanella, perché alcune sue poesie ebbero sul pentagramma le note appropriate, perché fossero cantate. A ciò disponeva proprio la sua capacità di verseggiare che “naturalmente” si prestava ad incontrare la musica. Il poeta non ebbe il piacere di vedere tutto quanto fu composto sui suoi versi, perché molti furono musicati dopo la sua morte.

Molti i musicisti che si sono cimentati nella traduzione in musica delle poesie zanelliane; sono Autori, come attestano i loro impegno nella composizione e nelle esecuzioni musicali, degni di nota e stima, come ebbero anche nel loro tempo. Due di loro. Sichel e M. Gogo, sono nostri contemporanei ed uno, da poco scomparso, Golin, merita il bel ricordo perché concittadino del poeta e si cimentò per il centenario del 1988, a musicare alcuni sonetti.

Tutti questi compositori con i loro stili si accostarono ai versi dello Zanella, apprezzandoli perché sono intrinsecamente musicali.

Il verso di Zanella si è fatto musica in diversi compositori e ha trovato una forma espressiva di rilievo, che consente di apprezzare al meglio quanto il poeta ha scritto e ciò anche per i fanciulli che cantando quelle poesie rallegrano il loro cuore e si preparano a comprendere come il grande valore dell’armonia deve investire la vita dell’uomo e nei suoi fondamenti.

Il bello, sosteneva Zanella nei suoi appunti di filosofia, “non è meramente obbiettivo; né subbiettivo” ma i suoi “principi – proseguiva - armonizzano per quelli del Vero e del Buono”; in ciò ricordando quanto San Tommaso d’Aquino affermava: “ “Il bello e il bene si identificano nel soggetto, perché si fondano sulla medesima realtà, in altre parole sulla forma, e per questo ciò che è buono è lodato come bello”.Infatti, la bellezza, ha nell’armonia delle forme il suo esplicitarsi, ed è essa stessa espressione della Verità e del Bene, come ci illustra N. Cusano nel suo De Pulchritudine: Per primo ci sovviene il detto di Dionigi, là dove tratta della bellezza è da notare che il bene è chiamato kalòs (“bello”), il bello kàllos (“bellezza”), quasi a dire che bene e bello sono nozioni prossime. Ma il greco kalò (chiamo) in latino si dice voco; infatti il bene chiama e attira a sé, e così anche il bello. Inoltre, ciò che è bello è detto anche formosum da forma (“bellezza”), e speciosum da species (“bell'aspetto”), e decorum da decus (“dignità”): perché ciò che è degno è anche amabile e bello.”

 

PREMIO GIACOMO ZANELLA (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)G. Zanella seppe coniugare nella sua opera poetica proprio l’armonia che gli derivava dalla sua intelligente frequentazione dei classici e non solo quelli antichi, ma anche quelli della letteratura italiana e straniera con il suo tempo suo presente e con quell’anelito alla verità e al bene che ebbe espressione sia nel suo servizio sacerdotale sia nell’opera educativa, sempre attenta al mistero del creato e del suo Fattore, rivestendolo di poesia, dove l’emozione si è rivestita di bellezza e ha potuto anche rivestirsi di note. La musica che su alcune sue poesie è stata composta, ci attesta l’importanza della sua figura e del suo verseggiare e ci invita a far nostre nel suono dell’aure e delle fronde la voce onnipossente di Colui che non può mai essere proscritto, armonizzando insieme la natura e tutte le arti dell’uomo, perché Lui è “una canzone d'amore”, che riempie l’anima che gorgheggia; così Zanella, gentilmente, ci lascia con “ se non v’incresce, è l’ora / della preghiera”, poi tace.

Per gentile concessione dell’Autore e dell’editore, Editrice Veneta.

 

nr. 16 anno XXI del 30 aprile 2016

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