NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
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Vicenza, diventa 21 volte… poesia

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Vicenza, diventa 21 volte… poesia

Siamo circa a metà percorso della rassegna: possiamo fare un primo bilancio?

“La risposta della città è buona, la partecipazione davvero costante, con entusiasmi da varie tipologie di pubblico e fasce d’età. Direi che la cosa che più ci incoraggia è assistere a una vera e propria partecipazione emotiva del pubblico, che sa commuoversi, gioire, rattristarsi, canticchiare con i testi. In fondo, con poeti, scrittori e cantautori della caratura di Gerda Stevenson, Roger Lucey, Antanas Jonynas, Ryszard Krynicki la cosa non mi stupisce: siamo di fronte ai grandi interpreti della poesia mondiale".

Vicenza, diventa 21 volte… poesia (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Musica e poesia: un binomio artistico vincente? Qual è la risposta del pubblico finora?

"Fin dall’anno scorso il nostro intento – e il nostro elemento distintivo – è stato quello di incrociare la poesia con la musica, e di far emergere la musicalità dei testi poetici durante i recitati, soprattutto quando queste poesie sono scritte per la performance orale, o per un binomio performativo con accompagnamento musicale. Vorremmo mostrare che la poesia, all’origine, era soprattutto evento orale, e che la migliore scrittura è quella che sa resistere alla prova del pubblico, non solo il pubblico che legge ma anche quello che ascolta. Vorremmo che questi incontri siano delle esperienze che coinvolgono diversi sensi, e non siano solo un’esperienza per l’occhio. Vedere un poeta leggere, vederlo muoversi a ritmo, magari annusarlo e toccarlo dal vivo, ascoltare la sua musica unica significa assaporare in toto un’esperienza che ci rimanda alla notte dei tempi, quando la poesia sapeva parlare della vita, dei ricordi, della nostra musicalità plasmata sul ciclo delle stagioni, del giorno e della notte, d’un cosmo più vasto di quello che sperimentiamo nella nostra limitata vita d’ogni giorno".

Com'è nata e come si svilupperà la collaborazione con Vicenza Jazz?

"Conosco Riccardo Brazzale da oltre 20 anni, e abbiamo collaborato in più d’una occasione, fin dagli anni Novanta. Non è innaturale quindi, per qualche evento, questa sovrapposizione dei due festival. Poi, penso che il nostro comune intento sia quello di far vedere che le arti non sono compartimenti stagni, che è possibile la loro contaminazione e interrelazione, e che comuni messaggi o intenti trovano forme condivisibili di attuazione e di lotta. La collaborazione con la musica jazz non farà altro che sottolineare l’aspetto musicale della poesia e, in particolare, contraddistinguere particolari esperienze culturali, soprattutto quando i poeti condividono col jazz tutto un percorso letterario e intellettuale: mi aspetto grandi cose da poeti come George Elliott Clarke e Ishmael Reed, protagonisti della scrittura nera e della lotta dei diritti civili nei loro rispettivi paesi".

L'iniziativa sta crescendo in "appeal" anche internazionale: qual è il vostro contributo alla proposta culturale di Vicenza?

"È interessante vedere come ambasciate, università e istituti culturali nel mondo si stiano interessando alla nostra rassegna, aiutando i loro poeti ad arrivare a Vicenza, farli leggere, e veicolare la storia di paesi a noi distanti, per una condivisione di valori morali e civili. Penso che al di là della pura letteratura, o della poesia, questi poeti ci parlino della vita di uomini e donne, ma anche della natura e delle città. Le loro voci, sotto forma di poesie, canzoni, e testi sono la conferma che il poeta è il primo a mettersi in gioco in una società complessa, precorrendo gli intrecci e gli incroci necessari per la creazione e la convivenza. La questione morale, civile, umana e artistica è oggigiorno una questione importante, principe per qualsiasi paese che voglia dirsi veramente democratico, e che voglia tentare di passare il testimone alle nuove generazioni con tutta l’instancabile chiarità d’un faro marino nella tempesta dei tempi".

Quali a suo avviso gli appuntamenti da non perdere tra quelli da qui a fine rassegna?

"Come detto sopra, abbiamo invitato i grandi interpreti della poesia internazionale: chi ama la poesia non dovrebbe perdere nemmeno un evento; invece noto, con un po’ di rammarico e anche di stupore, che sono soprattutto coloro che in città si proclamano “scrittori”, e dicono di praticare la scrittura, che disertano questi appuntamenti. Sembra che non abbiano né l’interesse né l’umiltà di confrontarsi con i grandi poeti internazionali. Il pubblico presente è entusiasta, e dichiara di non voler perdere nemmeno un appuntamento: chi ci segue ha capito la portata di questi eventi, e ne fa tesoro, ha capito lo spirito della rassegna, il cui intento è aprire le porte ad altre voci, districarsi nella contemporaneità, favorire il confronto, ma anche possibili collaborazioni, sviluppi futuri sia per i singoli individui sia per la città tutta che oggi grazie al jazz, alla poesia e al teatro sta vivendo delle stagioni indimenticabili".

 

nr. 17 anno XXI del 7 maggio 2016


Vicenza, diventa 21 volte… poesia (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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