La materia, la pasta cromatica di Peppe Butera entra nella pittura in fusione con la presenza di un segno automatico, danzante, rapsodico che trova alleanza con la perentorietà dei rossi, dei neri vellutati, dei banchi abbacinati. Nel dipingere Butera cede ad ogni sigla per vivere un momento di felicità.

Ad una materia densa, assimilata all’intensità del colore, il segno rapido e fluente di Butera genera celeri tracciati ed improvvisi percorsi che richiamano all’energia e ai sentimenti; altri aprono a spazi conquistati da un pennello intriso di colore-luce. Tino Gipponi scrive: “La volontà di Peppe Butera resta indomita per aggrapparsi alla sua pittura sempre di eleganza materica e di mescidazione coloristica per soggetti aniconici che nella loro definizione sono passati nella varietà dei cambiamenti”. I dipinti recenti cedono i segni del passato per lasciare spazio alla presenza di forme geometriche che appaiono in superfici monocromatiche. Altri dipinti appaiono divisi alla base da una fascia orizzontale ininterrotta, ricca di spessori cromatici e di sotterranee luminosità. Numerosissime le mostre nazionali ed internazionali che segnano la storia della pittura astratto informale di Butera che nel corso degli anni ha sentito la vicinanza di Mimmo Rotella, di Pierre Restany e negli ultimi tempi Nita Sturiale Direttrice dello SIM nel Massachusetts College of Art and Design - Massart – Boston. Alla rassegna è unito il cortometraggio “Colori verso l’infinito” realizzato da Giuseppe Taibi, Carmelo Capraro, Maria Giuseppina Terrasi e Maurizio D’ Aquino che riporta all’unità tra vita ed arte di Butera.