NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Io sono il Nordest

Diciotto scrittrici, tra loro due vicentine Elena Girardin e Maria Pia Morelli, danno voce alla condizione femminile e inseguono il sostegno al Centro Veneto Progetti Donna

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

facebookStampa la pagina invia la pagina

Io sono il Nordest

Amore, violenza, lavoro, famiglia, relazioni, potere e sullo sfondo il Nordest, territorio in bilico tra crisi e rinascita. Sono gli ingredienti di Io sono il Nordest (Apogeo Editore), il nuovo libro che riunisce diciotto scrittrici di Veneto, Friuli e Trentino. Curato dalla giornalista Francesca Visentin - che partecipa alla raccolta con un suo scritto - e nato da un’idea dell’editore Paolo Spinello di Adria, il libro contiene, tra gli altri, i racconti di Antonia Arslan, Isabella Bossi Fedrigotti e Barbara Codogno, alle quali si aggiungono le due vicentine Elena Girardin e Maria Pia Morelli. Dopo l'anteprima al Caffè Pedrocchi di Padova, il libro è stato presentato a Udine, Trento, Venezia e Mestre e prossimamente seguiranno altre presentazioni a Rovigo, Milano e Pordenone. Nel Vicentino la presentazione è in programma domenica 22 maggio nella splendida cornice di Villa da Schio a Costozza di Longare, nell'ambito del weekend Oltre il Giardino. Un progetto editoriale che non è soltanto un libro ma sostiene il Centro Veneto Progetti Donna e con il ricavato delle vendite vuole contribuire al finanziamento delle case di fuga, luoghi segreti che mettono in salvo e al sicuro le donne vittime di violenza. Con parole forti e chiare, la Visentin scrive nell'introduzione che "non si deve sempre morire per essere ascoltate" e che le donne ancora oggi nel lavoro, in famiglia e nel sociale sono troppo spesso in secondo piano e quasi mai protagoniste. La forza inesauribile, la positività e la voglia di futuro, le piccole e grandi battaglie vinte ogni giorno - scrive - sono una ricchezza femminile unica, che emerge in questo libro attraverso i racconti delle scrittrici del Nordest. Abbiamo voluto scrittrici con una storia di vita intensa, significativa. Donne che nella vita hanno affrontato prove molto dure. Ma non hanno mai perso il sorriso. Nella loro scrittura c’è profondità. Un’umanità intensa, un’energia unica. Ogni racconto di questa antologia è la fotografia di una realtà, spesso brutale o difficile. Mette a nudo una situazione, squarcia veli di ipocrisia. Non manca l’ironia. Alcune autrici hanno scelto l’arma del sorriso per colpire e fare riflettere.

Io sono il Nordest (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Un libro bellissimo - scrive Marina Salamon nella prefazione - e non solo per il valore di ognuno dei racconti, ma perché contiene tanti riferimenti alle nostre storie individuali, o a ciò che sta accadendo intorno a noi. Le storie individuali compongono la grande storia del mondo, che non è fatta di date e battaglie, ma di vite vissute. Penso che ciò che sta mancando alla nostra società è proprio la possibilità di incontrarsi, cioè condividere i nostri problemi e le nostre esperienze. Francesca Visentin, parlando della forza e sguardo speciale sulla vita delle donne nelle nostre regioni, le ha narrate molto bene. Anch’io credo che ciò sia vero, e che sia tempo di far emergere le nostre storie di donne: non certo in contrapposizione agli uomini, ma per ricostruire insieme una società nuova, che rilegga insieme passato e presente. È l’unica strada per proiettarci verso un futuro più equilibrato, oltre gli anni del mitico boom economico e quelli successivi, attuali, della paura del cambiamento. Credo al valore del racconto corale a più voci che, con grande intelligenza ed equilibrio, è realmente questo libro. Il genocidio degli Armeni del 1915 è narrato attraverso la storia vera di alcuni bambini salvati dalle loro madri, ed è emozionante il racconto delle Zigherane, le operaie della Manifattura Tabacchi di Sacco, in Trentino, che già nell’Ottocento seppero ottenere importanti conquiste sociali, a partire dal loro ruolo di operaie in una grande fabbrica, inserita in un territorio prevalentemente agricolo... Ho amato la storia della donna clochard, senza fissa dimora, e della sua impossibilità a perdonarsi, a volersi bene. Incontro spesso donne straordinarie, che non riescono a stimarsi e, senza arrivare ad una rinuncia e sconfitta così estreme, faticano a vivere felici perché nessuno ha permesso o insegnato loro a credere realmente in se stesse.

Io sono il Nordest (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Diversi i temi che i racconti descrivono: dalla maternità, negata o vissuta, all’accoglienza; dai difficili rapporti di coppia alla famiglia e ai figli, argomenti sempre importanti agli occhi delle donne. I racconti sono legati tra loro da un percorso coerente, anche se espressione di diverse scrittrici, carichi di speranza, anche se testimoniano storie di crisi, di rapporti egoistici e strumentali tra uomini e donne, in cui alle donne è negata la possibilità di essere fino in fondo persone, ed esse subiscono il proprio ruolo di moglie/madre, o di amante. C’è Selvaggia che era stata bellissima, ma poi ha scelto la droga e la strada per dimenticare il dolore di un aborto. C’è il senso di colpa che attanaglia e paralizza una mamma in carriera. C’è la forza con cui le operaie trentine nel 1923 sono riuscite a ottenere il primo asilo Nido aziendale d’Italia. C’è Betty, negli anni svuotata dalla forza di sottrarsi alle prevaricazioni di un ambiente di lavoro vessatorio. C’è la ragazzina che dorme in un garage e si sfianca di lavoro per sfuggire a una famiglia violenta. C’è il femminicidio, che colpisce ragazze giovani, spezza vite, toglie il futuro nell’età in cui si è piene di sogni. La bassanese Maria Pia Morelli, nel racconto Il fermaglio di Tessa, descrive Pilar, una donna abbandonata dal marito nel bel mezzo di una diagnosi infausta di malattia. Sullo sfondo della pesante crisi dell'oreficeria vicentina, mentre l'azienda di famiglia nell'area marosticense si sgretola lasciandosi alle spalle macerie sociali ed umane, Pilar è costretta suo malgrado a fare un bilancio della propria vita e ritrova la speranza nell'affetto genuino ed innocente della nipotina Tessa, che le ha donato un piccolo oggetto di scarso valore materiale ma di grande valenza affettiva. L'altra vicentina, Elena Girardin, nel racconto Due donne ambientato nella zona di Schio, narra una crisi coniugale amara e lacerante in cui la protagonista trova la forza per affrontare la realtà grazie all'inatteso incontro con un'ex allieva di scuola, oggi madre di una bambina: dall'incontro tra due mondi apparentemente lontani ma molto simili, nasce una nuova consapevolezza per entrambe.

A Morelli e Girardin abbiamo rivolto alcune domande.

Io sono il Nordest (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar