NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Voglia di politica

di Italo Francescco Baldo

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Voglia di politica

“La politica determina quali scienze sono necessarie nelle città e quali ciascuno deve apprendere e fino a che punto. Vediamo, infatti, che anche le scienze più onorate si trovano sotto di essa, come la strategia, l’economia e la retorica". (Aristotele, Etica Nicomachea, 2, 1094a e 1094b)

 

La definizione del grande filosofo greco Aristotele sarebbe sufficiente per presentare un “ libricino” “che è stato pensato per coloro che- immaginiamo soprattutto giovani – sono stati da poco eletti consiglieri comunali o, più semplicemente, stanno coltivando l’idea di diventarlo” composto a quattro mani da Antonio Baldo e Ubaldo Alifuoco. I due autori sono stati per circa un decennio consiglieri comunali a Vicenza e, come ben avvertono, non l’hanno fatto, come oggi qualcuno tende a farlo, come “mestiere” ma con una grande idealità. Un avvertimento questo molto importante anche a Vicenza, dove il carrierismo si è manifestato e si manifesta in modo evidente in giovani e giovanilisti. I primi sono i “rampantisedie”, i secondi “ i poltronisti”.

Che cosa ha mosso il “fare politica” da parte dei due Autori’, semplicemente “una visione idealistica della politica e dell’impegno civile”, ovvero se non esiste scienza, e la politica lo è, se non vi è un’idea che la sorregga.

Nell’ambito della filosofia, considerata non come supporto a ideologia, la politica occupa un posto di rilievo tra le scienze pratiche, che costituiscono la seconda parte della filosofia stessa. Questa ha come prima parte la Logica, ovvero le regole del ragionamento, la Teoresi, ovvero la capacità di fondare il pensiero e darne la dimostrazione; è la metafisica che comprende classicamente la Fisica, la Matematica e la Teologia. A fianco la Filosofia pratica, costituita dall’Etica, dalla Politica, dal Diritto e dall’economia. Infine vi è l’Estetica, chiamata anche Poetica fino al settecento.

Ogni scienza pratica ha una specifica finalità. L’Etica, il Bene supremo e correlato con esso la Politica, il bene comune, il Diritto, la giustizia e l’Economia, il benessere. La Politica, come con chiarezza sosteneva il filosofo Antonio Rosmini è un’elaborazione che ha come fine quello morale e si suddivide in due prospettive. La prima è quella della ricerca teorica del bene comune, che, individuato, deve essere tradotto in bene civile che costituisce l’impegno che i cittadini si assumono responsabilmente nell’amministrare, secondo il ruolo occupato, cosa di tutti (la repubblica) ed in particolare quando sono chiamati a preoccuparsi delle istituzioni.

Non è mai un compito semplice, esso esige quell’idealità e quell’impegno senza il quale non vi è mai nemmeno una prospettiva di bene civile.

A.Baldo e U. Alifuoco intendono proprio proporre, attraverso anche la loro biografia politica, questa prospettiva in un’epoca dove “la politica non gode” per colpa degli stessi politici, di buona fama. Il saggio che presentiamo si divide in due parti, ”la prima riguarda il quadro generale e alcuni principi che riteniamo necessari e utili per ogni azione politica. La Seconda è invece di natura molto tecnica e tocca le tematiche più importanti dell’intervento comunale, bilancio e urbanistica in particolare” (p.5). Vi è proprio quanto richiedeva Aristotele, una scienza e scienze che si coordinano ad essa. Non si fa politica solo s con le idee e nemmeno c solo con la conoscenza degli aspetti operativi; è necessaria una congiunzione coordinata delle due parti, quasi un’amicizia che ha chiaro lo fine e questo fine è la migliore costituzione dei cittadini che vivono insieme. (cfr. Aristotele, Politica, IV, 1, 1288 b). Non importa quale sia la forma di gestione della ”casa pubblica” (Stato), che può essere, monarchica, aristocratica o politica, oggi diciamo democrazia), importa prima di tutto che essa non degeneri in per la monarchia in dittatura, per l’aristocrazia in oligarchia, per la politica in democrazia/oclocrazia (oggi la diciamo demagogia).

L’uomo è un “animale politico” diceva sempre Aristotele, ma questo “politico” significa che egli vive sempre insieme con altri e non sarebbe possibile altrimenti, non già che “tutto sia politica” alla maniera con cui l’ intendono le visioni totalitarie, nate dal filosofo G.F. W. Hegel e maturate nel secolo scorso nelle costruzioni politiche del comunismo, del fascismo, del nazionalsocialismo e corollari. Tutte queste partivano dalla considerazione che lo Stato è il tutto e tutto dipende dallo Stato. Corroborate da elaborazioni, ideologiche che consideravano la prospettiva contingente della politica come assoluta, hanno causato milioni di morti e non hanno lasciato buona eredità, ma di ciò paghiamo ancora le conseguenze con la visione statalista che ancora domina in molti partiti. Lo Stato è il datore dei diritti, delle leggi e quindi il cittadino non è libero.

Voglia di politica (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica) 

Ambrogio Lorenzetti: Se la città è corrotta niente funziona! da Allegoria del buono e del cattivo governo

 

Queste considerazioni solo per entrare nel vivo di “Qualche riflessione” di A. Baldo (pp. 9-43).

L’Autore dichiara subito che egli nella sua visione e prassi politica anche come consigliere comunale è partito da “un sogno”, che non è l’ideologia, ma quella idealità che muove a far bene il bene civile con energia e qualità unite ad un sano pragmatismo, ovvero la capacità del fare con precisione gli interessi della comunità. In una prospettiva democratica, ossia quella che vede sempre tutti i cittadini responsabili secondo quanto afferma la Costituzione della Repubblica Italiana, il compito del cittadino è sempre di responsabilità, soprattutto, come si diceva nelle istituzioni, con la consapevolezza, (p.17) delle proprie caratteristiche personali: ”intelligenza, moralità, creatività, competenze, coraggio, capacità decisionali”. Nella comunità ciò assume un’importanza determinante, perché chi amministra bene civile è sempre in primo piano e la sua personalità deve essere quello che è veramente. Un “cialtrone” può anche conquistare con eccesso di retorica e di vanagloria raggiungere uno scranno, ma le sue incapacità saranno immediatamente evidenti, perché ha poca competenza e soprattutto gioca solo per se stesso. Son questi i carrieristi che alla fine mostrano la loro inefficacia anche estetica nelle istituzioni.

 Voglia di politica (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

Antonio Baldo

 

Oggi (p.19), prosegue Baldo nella comunità locale i problemi sono molti, da quello dell’identità a quello della globalità, ovvero come conciliare il locale con il più vasto mondo con il quale ogni più piccolo Comune, a causa della migrazione, entra i contatto. Compito di chi fa politica è cercare di armonizzare, di trovare la soluzione ai problemi, non di denunciarli, al fine di operare in modo che tutti gli uomini che abitano un determinato territorio e tutti gli aspetti possano concordare tra loro (p.23-30).

In questo il Consigliere comunale opera in questa direzione, perché ha ricevuto, attraverso le elezioni, si dovrebbe sempre evitare in democrazia di assegnare cariche di amministrazione a soli nominati. Nella società attuale per i bisogni, spesso mal-tradotti in “diritti” riferiti ad esigenze personali, si richiedono alle istituzioni soluzioni, in genere solo economica e si dimentica, meglio si vuol dimenticare, che compito dell’Amministrazione, come prevede la Costituzione, è quello della solidarietà sociale, politica ed economica, quindi in una visione complessiva e non parziale. Ma in democrazia, purtroppo giocano i voti, e quindi la tentazione del politico è di “promettere” anziché amministrare e ciò costituisce un grave problema, Il Consigliere (p.31) opera “per migliorare la vita della propria comunità” non per risolvere i bisogni di singoli cittadini o di questa o quell’associazione, ma, in una visione d’insieme, propone per tutti la soluzione, che la Giunta Comunale, una volta recepita la soluzione, la pone in attuazione. Ben sostiene A. Baldo che (p.35) l’operato del Consigliere Comunale, ma direi di ogni carica istituzionale, non va considerata nel singolo atto, ma nell’insieme della amministrazione sia che egli appartenga alla maggioranza sia alla minoranza. Ciò perché, giova ricordarlo, maggioranza e minoranza operano per lo stesso fine e non per visioni politiche alternative, come talora accade con grave danno per la comunità. Tutti i cittadini italiani sono dentro lo Stato ed ognuno contribuisce al bene civile dello Stato, con indicazioni, progetti, soluzioni che alla fine sono per tutti e non per una parte.

Purtroppo i politicanti, quelli che non hanno sogni o idealità, cercano solo il consenso e assemblano i più disparati gruppi non in un progetto, ma nella raccolta di voti per la propria poltrona. Non facciamo riferimenti vicentini, ma li lasciamo all’intelligenza del lettore.

Chiarito quale debba essere il fine, dall’idealità che deve apparire, che persegue il Consigliere comunale, ecco la necessità di conoscere e sapere utilizzare quanto è stabilito dalla legge per operare in Consiglio comunale, nelle Commissioni e là dove i compiti sono da svolgere. Ben si sostiene che sarebbe necessaria sempre un’idea, ma 99 di tecnica, ossia di conoscenza, competenza e abilità. Un po’ come si richiede agli studenti, ciò va richiesto anche ai Consiglieri comunali ed ecco che qui la parte scritta da Ubaldo Alifuoco fornisce le informazioni più precise. (pp.47-116).

Voglia di politica (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)


 Ubaldo Alifuoco

 

Con la precisione che gli è nota e che qualche poltronista teme, U. Alifuoco ci conduce a conoscere che cosa sia l’istituzione “Comune” in Italia, a partire dalla nascita della Costituzione repubblicana, frutto di quella mediazione, dopo lo scontro, che vide comporre in modo intelligente da parte di statisti come A. De Gasperi, P. Nenni e P. Togliatti, le esigenze di un nuovo Stato nella sostanza della repubblica gestita in modo democratico, dove le differenze debbono comporsi e non mantenersi soprattutto se in forma ideologica.

La puntuale descrizione del Consiglio Comunale, della Giunta e del ruolo del sindaco e delle competenze (pp.50-55) ci informano e ci aiutano a comprendere che essi non sono “motori” di ogni cosa, quasi Deus ex macchina, ma semplicemente degli amministratori che non dovrebbero uscire d mai da questo, perché il Comune non è un organo che detta la prospettiva politica, come il Parlamento, ma realizza in loco, tenendo presente il territorio, quanto la legge richiede, cercando di d soddisfare le esigenze di tutti i cittadini.

Tante le attività e soprattutto le decisioni che il Consiglio Comunale, la Giunta e il Sindaco debbono prendere, esse sono dopo opportune analisi e riflessioni le “Delibere”, ma ad esse si affiancano le “Mozioni”, le “determinazioni” e le “Ordinanze” e tutto sempre in massima trasparenza, tanto che ogni cittadino può consultare, secondo le modalità di legge previste, i verbali che riportano come si sia giunta ad una decisione da parte degli organi amministrativi.

 

Voglia di politica (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il Consigliere Comunale, ben avverte Alifuoco, deve conoscere per poter utilizzare al meglio la “macchina comunale”. A tale scopo ecco (pp.59-1069 la descrizione di alcuni contenuti che si debbono con competenza conoscere: Bilancio, Bilancio di previsione e Consuntivo e loro strutture molto complesse, il Patto di stabilità, l’urbanistica e altre competenze comunali in ordine alla scuola, alla cultura, all’aspetto igienico-sanitario, (trascurato a Vicenza nella Biblioteca Civica Bertoliana), al sociale, al Turismo, allo sport, alle attività economiche, all’ambiente e anche alla sicurezza con la polizia locale.

Ma ciò che appare, alla fine, più sollecitante è la parte finale scritta da U. Alifuoco, ossia la sua riflessione, commento di espressioni di celebri autori, di 10 parole chiave della politica (pp.107- 116) che attestano come sia sempre necessario il domandarsi come e perché si opera e ciò in sintonia anche con quanto A. Baldo sosteneva all’inizio del volume. Parole chiave sono: ideale, responsabilità, efficacia, cooperazione, bene comune, tempo lungo, compromesso, comunicazione, limite e formazione. Lascio al lettore il piacere di conoscere quanto esprime Alifuoco, mi soffermo però solo sul termine “comunicazione2, che parte dall’espressione di catone il censore: “Sii padrone dell’argomento, le parole verranno”. Non è l’invito alla retorica sofista, ma a tener presente come il mondo oggi abbia a disposizione molti mezzi di comunicazione e che nel partecipare alla vita politica come cittadino è necessario avere ed assumere informazioni precise e nel contempo sapere che la comunicazione esige vigilanza, ossia conoscere l’argomento per saper vagliare e quindi scegliere e ciò è di fondamentale importanza proprio per il Consigliere Comunale.

 

Voglia di politica (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Fin dalla nascita dei comuni, una caratteristica propria del territorio italiano esistono delineazioni delle competenze di coloro che fanno parte degli organismi istituzionali, ma il ruolo del Consigliere comunale si è definito a partire dall’Ottocento e per tale ruolo numerosi sono i manuali o le guide, citiamo quelli di G. Barbieri, Il consigliere comunale secondo la nuova legge: manuale pratico per i consiglieri e segretari comunali, corredato dalle più recenti note ed appunti di dottrine e giurisprudenza, Torino, Artale, 1914, e il penultimo ad opera di F. Brugnola, Manuale per un consigliere comunale di opposizione: (come sfidare la maggioranza), Roma, L'Espresso, 2013; l’ultimo è quello di cui abbiamo per sommi capi illustrato i contenuti.

Così la “fatica “ di A. Baldo e U. Alifuoco ci sembra una buona voglia di fare politica, perché può servire ed aiutare coloro che intendono formarsi alla politica e servire la comunità locale in un’amministrazione comunale, ossia unire l’ideale alla prassi, con quel sentimento che il filosofo vicentino Mario Dal Pra espresse in una memorabile conferenza il 2 maggio 1943 a Perugia dal titolo: Ordinamenti economici e coscienza morale. Affermò il pensatore che in quei mesi era nel travaglio, come molti italiani per le sorti della propria patria: “Basterà stabilire chiaramente il contenuto della nostra coscienza morale e vedremo che ad esso può corrispondere un determinato complesso di istituzioni”. Questa indicazione, se tenuta presente da ogni cittadino e particolarmente da coloro che sono eletti al governo amministrativo, i Consiglieri comunali, può aiutarci a coniugare ideale e prassi, in altre parole maxima facere minima (fare al massimo le piccole cose)

 

A. Baldo-U. Alifuoco, Caro Consigliere comunale…, Vicenza, s.n. (Tip- Editrice Esca di Vicenza), 2015.

 

nr. 19 anno XXI del 21 maggio 2016



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