NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Villa Loschi Zilieri Motterle la storia diventa collana

Una serie di volumi dedicati ai vari aspetti storici

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Villa Zileri

Nobiltà e immagine - Tiepolo e Muttoni a villa Loschi Zileri Motterle. Nuove ricerche e ultimi restauri è il titolo di un bel volume curato dai vicentini Serena Motterle e Luca Trevisan e pubblicato dall'editore veronese Cierre che così inaugura la collana Studi e percorsi - Villa Loschi Zileri Motterle, i cui prossimi numeri saranno dedicati al parco della villa, alla chiesetta gentilizia, alla grotta delle conchiglie.

Villa Zileri (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica) Il volume è stato presentato, subito dopo la sua pubblicazione, da Franco Barbieri, docente emerito alla Statale di Milano e grande studioso di storia dell'arte e del Palladio, e duole dire che quella serata, tenutasi proprio a villa Zileri, è stata una delle ultime apparizioni pubbliche del compianto studioso vicentino che proprio alla fine di luglio ci ha lasciati all'età di 93 anni. Per la storia e della cultura veneta la villa immersa nel verde della campagna del Biron di Monteviale alle porte di Vicenza rappresenta un capitolo su cui è parso meritevole condurre alcune stimolanti riflessioni che si presentano al lettore in un nuovo volume dedicato in particolare al salone d’onore. Due nomi di grande risonanza risultano collegati alla storia della villa: Giambattista Tiepolo, che qui eseguì un ciclo di pregevoli affreschi e l’architetto Francesco Muttoni, artefice della nuova definizione del complesso edilizio. L’idea della pubblicazione ha avuto origine dal recente restauro di cui è stato oggetto il salone d’onore, il cui apparato decorativo è per qualità esecutiva e stato di conservazione un'eccezionale base di lettura e studio della tecnica tiepolesca. Al tempo stesso la disponibilità di documenti e mappe, anche in parte inediti in quanto a studio e analisi, e le peculiarità architettoniche della sala sono state stimolo per affrontare lo studio nel dettaglio delle tematiche di carattere architettonico del complesso. Quando si parla di villa Loschi Zileri oggi Motterle vengono subito alla mente gli affreschi di Giambattista Tiepolo nello scalone e nel salone di rappresentanza e anche la facciata settecentesca tra gli alberi secolari del parco, frutto della rielaborazione del complesso risalente alla prima metà del Settecento proposta da Francesco Muttoni. Non tutti invece sanno che non si tratta degli unici aspetti degni di nota della villa, dove anzi sono numerose le delizie che il luogo svela e consente progressivamente ai visitatori più curiosi di scoprire. Il complesso di villa Loschi Zileri Motterle, accresciutosi nel tempo, è vasto e articolato e si presenta ricco di suggestioni e significati che cambiano e si approfondiscono a seconda dell’esperienza di chi vi entra in contatto. Per alcuni giungervi oggi ha il gusto del ritorno a casa. Per altri rappresenta una sede di lavoro armoniosa e accogliente. La Villa è in sostanza una casa viva, un luogo cioè in cui, oggi come nel passato, il vivere quotidiano, che si esplica nell’abitare e nel produrre, si suggella nella dimensione di una realtà in cui si è trasportati attraverso la suggestione del tempo che nutre un complesso stratificatosi nei secoli, lungo percorsi dalla sublime bellezza paesaggistica di un sito senza eguali o attraverso il fascino vivace e luminoso di pitture uniche al mondo.

Villa Zileri (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Realizzare questo libro - spiega Trevisan - ha permesso di studiare con particolare attenzione le problematiche architettoniche del complesso, a fronte di una lettura accurata di mappe, progetti, documenti e disegni nuovi o rivisitati. Pur essendo un volume scientifico che muove da un lungo lavoro di ricerca, possiede tuttavia l’ambizione di rivolgersi ad un pubblico più vasto e non solo di addetti ai lavori". La pubblicazione del volume, nata da un progetto dell’architetto Eugenio Motterle che è l’attuale proprietario della villa, rappresenta un contributo alla comprensione di un importantissimo patrimonio culturale vicentino come quello del complesso Loschi Zileri Motterle, in occasione del recente restauro di cui sono stati oggetto la sala d’onore e lo scalone della villa. Si tratta di un lavoro scientifico meticoloso e certosino che si affianca, integrandola e arricchendola, alla monografia dedicata alla villa pubblicata nel 1998. Apre il volume un saggio che indaga il rapporto inscindibile tra spazio architettonico e paesaggio impalcato grazie all’intervento di Francesco Muttoni, uno degli architetti più interessanti del Settecento veneto. Seguono i contributi di Paolo Delorenzi e Sergio Marinelli incentrati su temi di carattere iconografico relativi al ciclo tiepolesco. Chiara Rigoni affronta quindi la problematica della tecnica del Tiepolo, mentre Sergio Calò e Silvia Ulizio di Opera, in due distinti contributi forniscono una relazione degli interventi di restauro svolti rispettivamente agli affreschi e agli stucchi della villa. Chiudono il volume il saggio di Serena Motterle sul rapporto emotivo esercitato dall’ambiente e la scheda tecnica di Gabriele Thiella sulle capriate dell’edificio. Un risalto particolare va senza dubbio attribuito alle ottime condizioni ambientali di conservazione in cui si sono trovati sin dall’origine gli affreschi di villa Zileri, che non hanno subito alcuna lesione ad opera di danni ambientali o umani e si presentano oggi con eccezionale integrità per la conoscenza e l’approfondimento della tecnica di Giambattista Tiepolo.

Villa Zileri (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il volume si propone come un bagaglio di informazioni in grado di accompagnare il lettore per mano nel tempo e nello spazio, di illustrargli le trame storiche di questa villa, il suo rapporto con il contesto ambientale, le più recondite letture simboliche e allegoriche dei suoi apparati decorativi, i meccanismi dell’esecuzione tecnica degli affreschi nel momento stesso in cui si stila il rapporto di una campagna di pulitura importante sotto il profilo conservativo quanto, all’evidenza, conoscitivo. Come ha detto Trevisan, si tratta di un libro scientifico che muove da un lungo lavoro di ricerca, verifica di documenti d’archivio, studio di testi iconografici, ma che ha l’ambizione di parlare a un pubblico più ampio. Per far ciò s’è fatta la scelta editoriale di ridurre i rimandi bibliografici e archivistici a essenziali referenze tra parentesi, eliminando in tal modo apparati di note che potevano apparire più dispersivi. Contestualmente s’è voluto un libro ricco di belle immagini in quanto veicolo di una più immediata percezione visiva, cosicché siano esse stesse, e le numerose foto di dettagli che illustrano gli affreschi anche dove l’occhio umano difficilmente riesce a spingersi, a raccontare l’atmosfera di una villa seducente, nella convinzione che un libro abbia e debba garantire più livelli stratificati di lettura, che vanno da quella essenzialmente iconografica sino alla più accanita, approfondita e completa lettura analitica dello studioso. "È nostra intenzione - scrivono nelle note introduttive Motterle e Trevisan - far sì che il libro sia parte di un progetto di più ampio respiro, presentandosi al lettore come il primo capitolo di una serie di approfondimenti, ognuno dei quali dedicato ad un tema specifico. Ma uno spazio, per quanto raccontato e bene illustrato, non può prescindere da una visita di persona, se vuol esser colto appieno in tutte le sue sfaccettature, se vuole essere goduto in tutte le sue sfumature. Non a caso nelle prime stanze della Nobilita di Vicenza, data alle stampe nel 1525, il poeta e disinvolto cortigiano Giovan Battista Dragonzino da Fano, in visita solo pochi anni prima a Vicenza di cui in questi versi decantava le meraviglie, così ammoniva il lettore: "A comprender non basta uman giudizio / tanto valor ne lo speso tesoro; / e chi non crede quel ch’io vo scrivendo, / vi vada, e più vedrà ch’io non distendo".

A Luca Trevisan abbiamo rivolto alcune domande sul libro e sulla villa.

Villa Zileri (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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