NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
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Giovanni Chiesa la carriera lampo di un galantuomo

Medico chirurgo, è stato anche sindaco di Vicenza

di Mario Giulianati

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Giovanni Chiesa la carriera lampo di un galantuomo

Un gentiluomo, un galantuomo, e va rammentato che le due caratteristiche non sempre si accompagnano nella medesima persona.

Non molto portato alla politica anche se ha ricoperto cariche importanti in città.

Giovanni Chiesa la carriera lampo di un galantuomo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La sua si può definire una carriera lampo, almeno come amministratore, perché nasce consigliere comunale, diviene sindaco, si da da fare per realizzare il sogno di ogni sindaco vicentino dal 1945 in poi, la costruzione del teatro. Ci va quasi vicino, forse il più vicino di tutti, fino a quel momento, siamo negli anni “80, forse pesta i piedi a qualcuno, e se ciò avviene è probabile che lo faccia senza accorgersene, oppure accorgendosene troppo tardi. Fatto è che il teatro, pur approvato in Consiglio Comunale e in attesa di apertura del cantiere, non si fa e il sindaco si ritrova rapidamente assessore.

La figura elegante, alto e sempre ben curato, l’abito portato bene, atteggiamenti signorili, discreto fumatore, moderatamente bevitore, aria un poco da guascone raffinato per via dei baffi, ma d’animo gentile e non molto ferrato nelle schermaglie politiche. Si fidava della gente e accettava per buona la parola dei colleghi di partito e anche quella degli avversari politici.

Giovanni Chiesa la carriera lampo di un galantuomo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Prima sindaco al secondo mandato, poi, scivolato su di una buccia di banana con molta probabilità lasciata cadere a terra da un qualche amico, si ritrovò a fare l’assessore ai lavori pubblici. Anche lui con il pallino del teatro, nel suo caso quello progettato da Ignazio Gardella che aveva prodotto un progetto di autentica architettura moderna. Giovanni Chiesa non dura molto come assessore e forse, prima di scomparire dalla scena della vita, in un afoso ferragosto comprende che anche per lui il sogno rimane irraggiungibile. È deceduto molti anni or sono, (11.08.1982),a 55 anni appena compiuti, in piena estate, nel momento in cui, lasciato il lavoro o gli impegni, ci si reca in vacanza, e così avevo fatto anch’ io. Ci siamo salutati sulla porta della sala Bernarda dandoci appuntamento al rientro per un incontro preparatorio al prossimo consiglio comunale. Approfittò di questi giorni di sosta per farsi operare, una piccola cosa mi disse, e se ne intendeva visto la professione che svolgeva, medico chirurgo presso una prestigiosa clinica privata.

Invece non tornò più ed io rientrai precipitosamente dalla Corsica per partecipare al suo funerale.

Cercava di andare d’accordo con tutti e soprattutto con le Opposizioni, tra le quali c’ero anch’io e, a dire il vero, ci riusciva spesso. Correva voce che si facesse influenzare un poco, solo un poco, dai comunisti, e questo non veniva accolto bene dai suoi amici di partito, i democristiani.

Non pareva molto interessato alle questioni interne della DC tanto che quando decisero di farlo dimettere da sindaco si ritrovò praticamente solo e dovette abbozzare. Del suo passaggio amministrativo, non ha lasciato opere mastodontiche, non decreti fulminanti, non delibere esplosive, ma uno stile fatto di sobrietà e buona maniere e un buon ricordo certamente si.

Non ha forse segnato la storia della città ma nemmeno l’ha male rappresentata e non ne ha dato una brutta immagine. Tutt’altro. Il suo fu un periodo in cui, piano piano, cominciarono a rivelarsi le prime crepe nel sistema politico locale e anche questo è da considerarsi un suo merito.

 

nr. 34 anno XXI del 1 ottobre 2016



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