NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Referendum e fusioni
la svolta dei Comuni

A gennaio "matrimonio" tra Grancona e San Germano dei Berici: nasce Val Liona

di L.P.

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Referendum e fusioni<br>
la svolta dei Comuni

ECCO LA SITUAZIONE NEL VICENTINO

  FUSIONE QUASI ULTIMATA 
  Grancona-San Germano dei Berici: nuovo nome Val Liona
  Ultimo referendum gennaio 2017, commissario e prime elezioni a maggio 2017 
  STUDIO DI FATTIBILITÀ IN CORSO 
  Sovizzo-Gambugliano. Effettuata consultazione popolare a Gambugliano per scelta comune, ora tocca a Sovizzo 
  Lusiana-Conco (Altopiano di Asiago) 
  Mason-Molvena (Area Bassanese). Possibile nome: Colceresa  
  FUSIONI ALLO STUDIO 
  Roana-Rotzo (Altopiano di Asiago) 
  Tonezza-Arsiero (Alto Vicentino area montana) 
  Cismon, Valstagna, San Nazario, Pove e Campolongo (comuni della Valbrenta) 
  Carrè-Chiuppano (Alto Vicentino) 

Una cosa è sicura: il numero (record) di 121 comuni vicentini - il più alto del Veneto e tra i primi in Italia a livello di province - scenderà tra pochi mesi a 120. Il tutto in virtù della fusione, ormai definita visto che l'iter è agli ultimi passaggi, tra Grancona e San Germano dei Berici, due centri dell'area berica, da cui sorgerà il nuovo comune, che si chiamerà Val Liona. Il portale www.ladomenicadivicenza.it ha voluto approfondire il tema riassumendo la situazione di possibili fusioni nella tabella qui a fianco ma anche sentendo il parere di alcuni dei sindaci coinvolti e dell'assessore regionale a bilancio ed enti locali Roberto Ciambetti, che proprio in virtù della sua delega segue le fusioni a livello veneto. Ecco cosa è emerso.

 

Antonio Lazzari, sindaco di Grancona: «Speravamo che l'iter si concludesse entro fine anno per i bilanci. Doppio voto al referendum il 4 dicembre? Non è compatibile»

SONO 46 I COMUNI VICENTINI SOTTO I 3 MILA ABITANTI: LAGHI IL PIU' PICCOLO (ANCHE DEL VENETO) CON 125

  76.     Castegnero    2.953 
  77.    Monte di Malo    2.907 
  78.    Pozzoleone    2.799 
  79.    Monteviale   2.753 
  80.    Lusiana    2.691 
  81.    Schiavon     2.623 
  82.    Chiuppano    2.618 
  83.    Molvena    2.589  
  84.    Caltrano    2.570 
  85.    Velo d'Astico    2.426 
  86.    Gallio    2.380 
  87.    Altissimo     2.252 
  88.    Conco    2.174 
  89.    Pianezze    2.155 
  90.    Albettone    2.079 
  91.    Solagna    1.937 
  92.    Villaga    1.928 
  93.    Grancona    1.876 
  94.    Valstagna    1.829 
  95.    Montegaldella    1.809 
  96.    Mossano    1.784 
  97.    Campiglia dei Berici    1.739 
  98.    Enego    1.717 
  99.    San Nazario    1.705 
  100.    Alonte    1.665 
  101.    San Pietro Mussolino    1.639 
  102.    Agugliaro    1.414 
  103.    Zermeghedo    1.392 
  104.    Crespadoro    1.373 
  105.    Calvene    1.317 
  106.    Valdastico    1.312 
  107.    San Germano dei Berici    1.187 
  108.    Nogarole Vicentino    1.151 
  109.    Salcedo    1.028 
  110.    Cismon del Grappa    938 
  111.    Asigliano Veneto    866 
  112.    Gambugliano    840 
  113.    Campolongo sul Brenta    819 
  114.    Zovencedo    784 
  115.    Pedemonte    779 
  116.    Foza    702 
  117.    Rotzo    658 
  118.    Posina    576 
  119.    Tonezza del Cimone     536 
  120.    Lastebasse    215 
  121.    Laghi    125 

Fonte: dati Istat 2015



Sarà dunque, come si diceva, tra Grancona (1.876 abitanti, dato Istat 2015) e San Germano dei Berici (1.187) il primo matrimonio tra comuni nel Vicentino. Un iter, come conferma Antonio Lazzari, sindaco di Grancona, ormai agli sgoccioli. «Visto il punto a cui siamo arrivati - precisa il primo cittadino - possiamo dire di vedere la luce in fondo al tunnel. L'unico rammarico sta nel fatto che se non ci fossero stati dei ritardi in Regione per la questione legata alle Ulss avremmo potuto chiudere l'iter entro la fine dell'anno, che avrebbe garantito un vantaggio risparmio economico. Al contrario seppur per poche settimane si dovrà aprirà la gestione di un nuovo anno che poi chiuderla subito dopo».

Referendum e fusioni<br>la svolta dei Comuni (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Con il sindaco Lazzari ripercorriamo le tappe di questo percorso (per la verità abbastanza lungo) a cui dovranno attenersi anche tutti gli altri comuni che arriveranno alla fusione. Va detto che prima dell'avvio dell'iter si è proceduto con una consultazione popolare, nella quale gli abitanti dei due comuni si sono espressi in maniera schiacciante sulla fusione (oltre il 95% a Grancona e l'85% a San Germano dei Berici), una tendenza peraltro già emersa nel corso di incontri e assemblee convocate in precedenza.

Ma ecco i vari passaggi avvenuti nel 2016. Spiega Lazzari: «A fine febbraio si è tenuta la prima assemblea pubblica congiunta, dopo quella avvenuta a Grancona, con la presenza anche con gli amministratori di Longarone, comune bellunese unitosi con Castellavazzo, che hanno portato la loro esperienza. Il 31 marzo entrambi i rispettivi consigli comunali hanno approvato il progetto di fusione, che poi è stato trasferito a Venezia, in Regione Veneto, per il parere favorevole della Giunta, con successivo passaggio alla Prima commissione per esprimere il giudizio di meritevolezza da parte del consiglio regionale. Il "via libera" ufficiale della Prima commissione è avvenuto ad inizio agosto, nell'ultima seduta prima delle vacanze, che ha visto la presenza dei due sindaci, che hanno esposto il progetto agli stessi membri della Prima commissione. La Regione ha poi recapitato il progetto alla Provincia di Vicenza, ovviamente coinvolta direttamente nelle fusione dei comuni, la quale ha espresso parere favorevole nell'ultima settimana di settembre. Tutta la documentazione è quindi tornata a Venezia dove il 13 ottobre è avvenuto il secondo passaggio in Prima commissione, per un nuovo giudizio di meritevolezza che è puntualmente arrivato: l'ultimo atto è il passaggio finale in Giunta che ha 60 giorni di tempo per rendere nota la data del referendum: come si vede i tempi sono impossibili per votare prima della fine dell'anno, vista la concomitanza con le festività natalizie. La nostra speranza era di poter andare a votare il 4 dicembre, in concomitanza con il referendum nazionale, ci avrebbe permesso di risparmiare un po' di soldi. A questo punto il nostro voto slitterà a fine gennaio, poi verrà nominato il commissario prefettizio che avrà il compito di "traghettatore" sino alle elezioni di maggio/giugno 2017, quando verrà nominato il primo sindaco del nuovo comune Val Liona».  

 

I cittadini di Gambugliano hanno scelto Sovizzo come "partner". Il sindaco Lino Zenere: «Entro fine anno vorremmo presentare in Regione la documentazione necessaria»

In ordine di tempo la seconda fusione - che porterebbe quindi i comuni vicentini a 119 - potrebbe avvenire tra Sovizzo e Gambugliano, due comuni dell'hinterland di Vicenza, due realtà molto diverse tra loro se si considera il numero di residenti: il primo è infatti al 35° posto in provincia con i suoi 7.388 abitanti, mentre Gambugliano è il decimo comune vicentino più piccolo (112° posto) con appena 840 abitanti (dato Istat 2015, anche se il dato aggiornato al 30 settembre scorso è 845).

Sono stati proprio i cittadini di Gambugliano, chiamati ad una consultazione popolare dal 5 all'8 ottobre, a scegliere il futuro partner. Due infatti i quesiti proposti: «Siete favorevoli alla fusione e, in caso di risposta affermativa, con Sovizzo o Isola Vicentina?». Alla fine la scelta è caduta su Sovizzo, mentre l'alternativa era rappresentata, come detto, da Isola Vicentina, altro comune confinante. Dei 692 iscritti alle liste elettorali hanno votato in 492, pari al 71.1%: alla fine in 393 hanno votato per Sovizzo, con una percentuale dell'83.09%, mentre 80 hanno dato la loro preferenza ad Isola Vicentina.

Referendum e fusioni<br>la svolta dei Comuni (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«A scegliere è stata la cittadinanza - la spiegazione di Lino Zenere, sindaco di Gambugliano- un passaggio fondamentale in un stato di democrazia. A tutti gli effetti abbiamo voluto stimolare la gente ad esprimersi e alla fine ci ha fatto piacere che siano andati a votare oltre al 70% di loro, quindi ben al di sopra del quorum minimo del 50%, fondamentale per avere un’indicazione chiara sulla scelta. Senza la maggioranza non avrebbe avuto un quadro veritiero sulla preferenza della nostra gente, che invece era necessaria visto che si tratta di un futuro accordo da cui non si potrà tornare indietro». 

«La nostra è una corsa contro il tempo - spiega il primo cittadino di Gambugliano - visto che la scadenza fissata dalla Regione Veneto è il 31 dicembre 2016: non è escluso poi che arrivi una proroga, ma la nostra intenzione, ovviamente in accordo con il sindaco di Sovizzo presenteremo in Regione Veneto la documentazione necessaria per avviare l'iter di fusione. Proprio ieri sera (martedì 18 ottobre, ndr.) è avvenuto un incontro tra le Giunte dei due comuni in cui abbiamo fatto ulteriori passi in avanti. Per noi, che andremo a fonderci con un comune ben più grande e strutturato del nostro, tale scelta è una necessità, e non solo per legge (Gambugliano fa parte ovviamente dei comuni con meno di 5 mila abitanti, ndr.), aggregare funzioni e servizi. Con solo quattro dipendenti è difficile infatti far procedere regolarmente la macchina comunale in tutti i giorni dell'anno».

«Io sono fiducioso e anche ottimista per il buon esito finale - conclude il sindaco Zenere - ma soprattutto ritengo giusto questo impegno perchè in questo momento viene richiesto dalla legge. Il mio mandato scadrebbe nella primavera 2019, ma quando avverrà la fusione mi ritirerò dalla politica per godermi la pensione dopo gli ultimi 20 anni vissuti come assessore, vicesindaco e sindaco».

Per l'inizio dell'iter sarà necessario superare un altro ostacolo: ora tocca agli abitanti di Sovizzo (sono circa 6 mila gli aventi diritto) andare alle urne per avallare o meno l’assorbimento nel proprio territorio di Gambugliano: il referendum si terrà a fine novembre, ma prima sono previsti incontri e assemblee per informare la cittadinanza. 



continua »

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