NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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L'INTERVENTO
La nuova democrazia Americana

di ex redattore “L’ORA DI OTTAWA”

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Trump presidente, ovvero 
<br>la nuova democrazia

Sino alla chiusura dei seggi nessuno aveva previsto quello che sarebbe successo negli U.S.A; tutti davano per scontata la vittoria della Clinton e del partito democratico. Il risultato finale ha smentito tutti a cominciare dagli esperti di sondaggi che, ancora ve ne fosse bisogno di ripeterlo, hanno sbagliato in assoluto e dimostrato la loro incapacità nell’interpretare le intenzioni dei votanti. Lo stesso dicasi per i pareri della stampa e degli establishments politici ed economici. La vittoria della Clinton non solo era data per scontata nel Nord America, ma lo era pure per il resto del mondo. Nessuno di tutti questi esperti aveva fatto I conti con la “maggioranza silenziosa”, ossia di chi aveva preferito, in anticipo, di non rivelare le proprie intenzioni di voto.

Per chi non vive negli U.S.A e nel Canada non è facile comprendere le abitudini degli americani poiché, a differenza di quanto avviene in Europa, il modo di agire, di pensare e di interpretare la democrazia è completamente diverso. Vi è un detto, più volte confermato: tocchi uno di noi e siamo tutti con lui.

Trump presidente, ovvero <br>la nuova democrazia (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ad eleggere Trump non è stata nessuna strategia politica o di partito, ma la ferma volontà di tutta una nazione che, stanca del solito andazzo e della presenza dei soliti personaggi che da diversi anni calcano la scena politica e che avevano dimenticato, con il loro agire, che prima di ogni ambizione personale viene il bene della nazione. Trump ha vinto non perché fosse una persona dal forte fascino, corroborato da una grande esperienza di statista; no, la maggioranza degli elettori lo detestava e lo riteneva non adatto a guidare le sorti della più potente nazione del globo. Hanno votato per lui per dimostrare che erano stanchi di essere considerati personaggi di seconda categoria e del tutto non influenti nel sistema politico ed economico vigente , dove , dopo ogni elezione presidenziale, poco o nulla cambiava e le promesse fatte dai candidate lasciavano il tempo che trovavano. Trump è stato eletto poiché gli americani vogliono un cambiamento completo di direzione e, soprattutto, per far capire e dimostrare che quello che più conta è la volontà del popolo stesso.

Gli americani, a differenza dell’Europa, hanno saputo dare una grandissima dimostrazione di democrazia, di una nuova democrazia basata sulla volontà di un popolo deciso a cambiare e che ha cambiato. I segni di questa nuova presa di coscienza si erano già visti un anno fa nelle elezioni in Canada, dove, per tutta la campagna elettorale ed alla vigilia tutti davano per scontata la vittoria del conservatore Harper, che da un decennio guidava le sorti politiche della nazione. Invece vinse Justin Trudeau, leader del partito Liberale e che nei sondaggi era ultimo e staccato di diversi punti. Vinse con un grandissimo margine e conquistò la maggioranza assoluta dei seggi. I canadesi avevano deciso per un totale cambiamento di rotta ed I sondaggi, ancora una volta, non avevano tenuto conto della famosa maggioranza silenziosa fallendo, come al solito, le loro previsioni. E va ricordato che Trudeau era entrato nella scena politica canadese da soli tre anni, era giovanissimo e privo di esperienza.

Ma quello che in Europa I politici, da decenni sempre I soliti, non hanno compreso e che un nuovo vento sta spirando capace di sconvolgere in qualche anno il sistema attuale e distruggere la traballante Unione Europa. La prova di quanto succederà la si è gia vista in Inghilterra con il Brexit che nessuno avrebbe immaginato. La stessa situazione , alle prossime elezioni, si avrà in Francia dove Marine Le Pen ha forti probabilità di vincere, cosi come in Germania dove I segni di un cambiamento son già presenti. In Olanda il partito di Geet Wilders, nazionalista, è in testa alle intenzioni, senza poi contare a quanto successo in Ungheria ed Austria. (continua)

 

nr. 41 anno XXI del 19 novembre 2016



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