NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Un inverno con minime da record

Nel primo mese e mezzo valori sotto zero in 35 giorni su 43. A Vicenza due volte -9°C, sino a -25° in Altopiano

di L.P.

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Un inverno con minime da record

LE TEMPERATURE GIORNO PER GIORNO:

MINIME E MASSIME DAL 1° DICEMBRE

   DICEMBRE 2016
 giovedì 1  -3  8
 venerdì 2  -2  9
 sabato 3  6  8
 domenica 4  5  9
 lunedì 5  2  10
 martedì 6  -2  10
 mercoledì 7  -3  11
 giovedì 8  -5  4
 venerdì 9  -5  2
 sabato 10     -4  2
 domenica 11  -4  2 
 lunedì 12  0  12
 martedì 13  -2  9
 mercoledì 14  1  4
 giovedì 15  0  4
 venerdì 16  -1  9
 sabato 17     -4  7
 domenica 18  -5  5
 lunedì 19  -3  10
 martedì 20     4  9
 mercoledì 21  1  16
 giovedì 22  -1  11
 venerdì 23    -2  17
 sabato 24  -1  9
 domenica 25  -1  12
 lunedì 26     -1  12
 martedì 27    -2  12
 mercoledì 28  -2  11
 giovedì 29  -1  10
 venerdì 30  -3  7
 sabato 31     -3  7
    GENNAIO 2017 
 domenica 1  -5  7
 lunedì 2  -5  7
 martedì 3  -3  9
 mercoledì 4  -5  3
 giovedì 5  -4  9
 venerdì 6  -7  3
 sabato 7  -9  3
 domenica 8  -8  4
 lunedì 9  -9  3
 martedì 10  -2  1
 mercoledì 11  -8  1
 giovedì 12  -7  2
  Fonte: dati Arpav

L'inverno 2016-2017 è già da primato (almeno per quanto riguarda il confronto con le statistiche dell'ultimo decennio) per il freddo. La stagione più fredda - quella che per i meteorologici comprende i mesi di dicembre, gennaio e febbraio - si è subito affacciata, soprattutto per quanto riguarda i valori minimi, all'inizio del mese scorso e si è acuita in questo inizio d'anno con temperature minime che sia in pianura che in montagna hanno fatto registrati valori record, vicino a -10°C in città e più volti inferiori a --20° sull'Altopiano di Asiago, con punte sino a quasi -25 gradi.

Nella tabella qui a fianco abbiamo riportato, giorno per giorno, i dati Arpav con le temperature minime pubblicate ogni giorno sul sito www.arpa.veneto.it. riferite a Vicenza, anche se in realtà la postazione meteo si trova a Quinto Vicentino, in aperta campagna. Come si può notare nei 43 giorni presi in esame, ossia dal 1° dicembre a giovedì 12 gennaio, ben 35 giorni la temperatura è scesa sotto le zero (rimangono quindi 8 le minime non negative, due cui 2 a zero gradi), con il segno negativo che dura ininterrottamente dal 22 dicembre.

A livello di minime si è scesi due volte sino a -9° gradi, precisamente sabato 7 e lunedì 9 gennaio, un dato davvero anomalo rispetto a quanto avvenuto nel biennio precedente: nell'inverno scorso, il 2015-2016, la colonnina del mercurio era scesa per due volte a -6°C (il 19 e il 21 gennaio), mentre in quello precedente, quello del 2014-2015, la temperatura più bassa in assoluto, a -6°C, è stata registrata il 30 dicembre e inoltre due occasioni la colonnina era scesa a -5. Semmai come dimostra la tabella qui a fianco la stranezza riguarda le temperature massime registrare a dicembre, con due punte, assolutamente anomale, di 17°C il 23 dicembre, di 16° il 21 dicembre, mentre per cinque giorni di fila dopo Natale si sono registrati tra i 10 e 12 gradi.

Della situazione attuale abbiamo interpellato il meteorologo Marco Rabito, uno dei fondatori e responsabile di Serenissima Meteo, volto noto e apprezzato anche dai telespettatori di Tva Vicenza, molto impegnato in questi giorni assieme al suo "staff".

«Non è facile - precisa il meteorologo - stilare previsioni che vadano oltre i 2-3 giorni, ma al momento sembrano non esserci grandi modifiche nel tempo. Già ci sono delle avvisaglie che la prossima settimana (quella che inizierà lunedì 16 gennaio, ndr.) è previsto l'arrivo dalla Russia di un altro fronte freddo che porterà altra aria gelida, sia in pianura che in montagna. Impossibile fare previsioni per l'ultima decade di gennaio. E ancora meno per febbraio».

 

Rabito, quello attuale è un inverno che rischia di diventare uno dei più freddi degli ultimi anni?

«È presto per dirlo, visto che non siamo ancora arrivati a metà cammino. Indubbiamente il mese di gennaio, almeno nella prima quindicina è sicuramente da record. Ben diverso il discorso che riguarda il mese di dicembre».

Perché?

«Perché se è vero che di notte la temperatura è quasi sempre scesa sotto lo zero, è altrettanto vero che le massime sono state da record in senso positivo. In altre parole il mese di dicembre è stato caratterizzato da una notevole escursione termica, ma anche da una accentuate inversione termica, con temperature massime davvero anomale soprattutto a mille metri e anche a quote più alte. Le medie si ottengono sommando i due valori, quindi alla fine possiamo parlare di un dicembre complessivamente temperato, comunque non da freddo record».

In qualche modo possiamo definirla una stagione anomala?

marco-rabito (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«L'anomalia principale sta nel fatto che l'attuale inverno, che per noi inizia il 1° dicembre, è stato assolutamente privo di precipitazioni, una situazione davvero inusuale, visto che anche l'imbiancata di martedì mattina (10 gennaio, ndr.) di fatto non è stata una nevicata. In genere temperature così rigide si verificano dopo una nevicata, per il cosiddetto "effetto albedo", ossia la riflessione del calore verso lo spazio. Tanto per fare un esempio se in Altopiano le temperature degli ultimi giorni fossero coincise con una nevicata si sarebbero raggiunte minime sino a 27-28 gradi sotto zero».

Perché quella di martedì non la definisce, seppur lieve, una nevicata?

«Perché in realtà si è trattato di un'evoluzione estremamente rara con accumulo di cristalli di ghiaccio al suolo, assimilabili anche agli esisti di una precipitazione nevosa, senza però l'effettiva caduta di veri e propri fiocchi formati».

Come si spiega tutto ciò dal punto di vista meteorologico?

«Pur in presenza di alti tassi di umidità nei bassi strati, diciamo che non si è completata la nucleazione di particelle di condensa che sono rimaste allo stato di calibro molto fine. Anche per la scarsità, in uno strato d'aria così sottile, di sufficienti nuclei di gelificazione».

Eppure sulle strade, nei prati e nei tetti sembrava esserci la neve...

«Mi spiego meglio: il terreno, ampiamente sotto lo zero, ha rappresentato, in questa particolarissima circostanza, l'ideale solido, al contatto del quale le particelle condensate hanno cristallizzato all'istante. Al punto di mostrare, localmente, effetti simili, in tutto e per tutto, a quelli di una nevicata, senza appunto la caduta di fiocchi di neve veri e propri. In altre parole dove non si sono osservate cadute effimere di cristalli di ghiaccio, abbiamo avuto il congelamento istantaneo su tutte le superfici di piccoli nuclei condensati di acqua sopraffusa».

Almeno l'imbiancata di martedì ha consentito di abbassare il livello delle polveri sottili?

«Per la verità questo era già avvenuto nei giorni precedenti, in virtù delle forti folate di vento che nei giorni scorsi hanno spazzato via le polveri. Il problema è un altro: se non piove o nevica in maniera abbondante le polveri non vengono cancellate via restano in superficie e quindi sono destinate a ritornare nell'atmosfera».

 

nr. 01 anno XXII del 14 gennaio 2017

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