NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Luciana Costa Gianello

Villa Thiene - Quinto Vicentino
Piazza IV Novembre, 2
Orario: da lunedì a venerdì 9.30-12.30
lunedì e giovedì 15.30-18.30
sabato e domenica 16-19
Chiude il 29 gennaio 2017

di Maria Lucia Ferraguti

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Luciana Costa Gianello

La mostra di opera in opera costruisce isole di sensibilità unificate dal titolo “Armonia di nomadi sculture”. L’artista internazionale Luciana Costa Gianello conduce a saperi diversi, trasmessi da installazioni che ampliano e portano attraverso riflessioni individuali e collettive oltre all’espressione artistica. Ad esempio guarda al presente nel rileggere il passato nella tenda, la primitiva circolare abitazione delle popolazioni nomadi, nel richiamo alla “perfezione e all’“universalità”, arricchita da simboli tratti dalla Genesi, sembra raccogliere e trasportare da “abitazione dell’anima”, la via della salvezza all’uomo.

Luciana Costa Gianello (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Conduce a riflessioni legate ad un apologo orientale la composizione di figure di arcieri impegnati in una danza sacra, che evocano per l’artista l’accostarsi, attraverso la ritualità collettiva, allo zen, che, in accordo con il suo pensiero, porta alla fusione tra la coscienza e l’inconscio.

Il racconto dell’antica immagine del taglio delle spighe più rigogliose deriva da Le Storie di Erodoto. Pare confermare anche nell’attualità l’azione dei potenti di recidere, annullandoli, gli uomini di più alto valore.

Cala sul contrasto tra la durezza del sasso e la fragilità di un avvolgente velo di pizzo, il mito dell’origine dell’esistenza degli uomini e delle donne nella storia del lancio delle pietre di Deucalione e di Pirra, dipinte nella volta della sala quadrata nella Villa Thiene, a Quinto Vicentino.

Un’ispirazione non più mitica, ma piuttosto un’elaborazione del sogno di Norbert Hanold, I calzari di Gradiva, fugace figura del racconto pompeiano di Wilhelm Jensen e del noto saggio di Freud rivivono nella realtà di un’opera in fil di ferro, carta e canapa.

Dal senso di meraviglia per il kimono, sontuoso nella sua assoluta semplicità, deriva l’abito, severo e solenne che Gianello sul richiamo dell’Oriente interpreta in una leggera e mobile carta bianca.

I piccoli libri, i libricini quasi minuscoli sono legati agli aghi delle barriere antipiccioni offrendo l’opportunità di una possibile lettura e diffusione della conoscenza.

L’arte, in Federico, offre la possibilità di percepire la vita anche attraverso delle sagome di cartone; una vita percorsa, secondo il pensiero dell’autrice, seguendo itinerari vicentini di una pianta berica del 1588 estratta da Vicenza, città bellissima. Iconografia vicentina a stampa dal XV al XIX secolo. Ricostruisce, nell’esito sentimentale delle immagini in 12 “guanciali teneri” le proprie esperienze estetiche.

A chiusura della mostra, un video riporta alla natura, alle perdute gialle ninfee del fiume Tesina che scorre vicino alla villa Thiene: un intervento di site specific installation introduce, quasi pittura una commossa ripresa dello scorrere dell’acqua e dei perduti fiori.

Le schede redatte sono di Margaret Binotto. Allestimento di Roberta Piasentin.

Luciana Costa Gianello (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

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