Per Denis Volpiana la pittura appare simile ad un’estensione costante del pensiero, messa in relazione non tanto ad una rappresentazione di ciò che lo circonda quanto piuttosto all’inizio di un ritrovarsi nelle immagini, quelle che più rispondono alla sua idea pittorica. Il gesto automatico di far colare il colore sulla tela deriva da soggiorni all’estero, da risposte alle affinità con l’arte e ancor più dalla certezza, tra variazioni e sperimentazioni, di conquiste nelle scelte di espandere segni vaganti, da un iniziale dripping su spazi allargati.

Inoltre, da degli incontri piuttosto recenti che appaiono incroci di pensieri su esperienze artistiche, scaturisce una consapevolezza sempre più accresciuta. Il giovane Volpiana sparge macchie lievi, punti e segni minuti sulle tele e sulle carte, in ordinate sintassi a costruire le sue “mappe” che conducono a visioni di paesaggi e verso lontani richiami di figure. Su queste improvvise gocce conduce la pittura a una nuova espressione creativa. Volpiana con un pennino intinto nell’inchiostro circoscrive le piccole macchie, le gocce dilaganti con tratti sensibili, rendendole pulsanti, vivificate nel colore. Nuove “mappe” che alimentano immagini di paesaggi, spazi non terrestri, lontani richiami a figure volanti, sopratutto galassie e nebulose vaganti. Appaiono da liberi addensamenti di masse, forme astrali viaggianti che trascinano nuove idee di spazio.

Un incontro con la poesia di Giovanni Costantini si terrà sabato 25 alle ore 18.30.