NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Ex base Nato a Cima Grappa
finalmente il "Si"

Arriva il via libera alla demolizione. Un albergo al suo posto

di Gianni Celi

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ex Base Nato

Dopo la disfatta dei Caporetto, nell’ottobre del 1917, la linea difensiva dell’esercito italiano, qui da noi, dovette arretrare fino alla Cima del Grappa, da un lato e agli ultimi contrafforti dell’Altopiano di Asiago dall’altro. Furono aspri i combattimenti in entrambi le nuove postazioni, ma fu principalmente contro il Massiccio del Grappa che si accanì la forza distruttiva dell’esercito austroungarico. Terminata la guerra si pensò che quelli dovessero rimanere soltanto luoghi di ricerca e di ricordo storico ed invece, negli anni cinquanta, nel pieno della “guerra fredda” fra l’Occidente e gli Stati dell’Est sovietico. il Grappa tornò a diventare baluardo contro possibili irruzioni nemiche. Una base militare con tanto di rampe missilistiche sotterranee all’avanguardia, per quegli anni, furono costruite in località Forcelletto, a metà fra il Comune di Cismon del Grappa e di Seren del Grappa. Qui trovavano posto i missili Nike Hercules sempre pronti per il lancio in caso di necessità. Queste postazioni dipendevano dalla base di controllo della Nato posta sulla parte nordorientale della cima, a pochi passi dal Sacrario delle Grande guerra. Partiva proprio da qui l’eventuale ok al lancio.. La caserma dell’Aeronautica che forniva il personale per le basi di Cima Grappa, era la Fincato di Ca’ 7 a Bassano dove stanziava il 64° Gruppo IT.

ex Base Nato (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La caduta del muro di Berlino e la fine della”guerra fredda” decretarono la chiusura delle due installazioni. Mentre quella del Forcelletto si trova in una zona nascosta rispetto all’ambiente circostante, quella di Cima Grappa svetta ora in tutta la sua bruttura e da ormai quasi trent’anni, politici, amministratori, associazioni e privati ne chiedono l’abbattimento. Ora finalmente pare che quel momento sia veramente vicino. Di recente, infatti, a Palazzo Chigi, a Roma, nel corso di una conferenza dei servizi , alla quale hanno partecipato i Comuni dell’Intesa programmatica d’area che gravitano attorno al Massiccio, assieme all’Associazione Nazionale Alpini, si sono tracciate le linee di intervento in tutta la zona. Serviranno oltre cinque milioni di euro per nobilitare un’area da troppo tempo dimenticata e questo impegno, finanziariamente coperto principalmente dallo Stato, con il contributo della Regione Veneto, dovrebbe essere garantito per celebrare alla grande il centenario della fine della prima guerra mondiale l’anno prossimo.

Quali saranno gli interventi di maggior impatto? Anzitutto si arriverà finalmente all’abbattimento della struttura dell’ex Base Nato e alla conseguente costruzione di un albergo, per il novanta per cento interrato, capace di offrire ospitalità a 120 persone. L’edificio regalerà una visione sublime verso la parte trevigiana e bellunese del Grappa con vista anche sulle più lontane Pale di San Martino.

Tre saranno gli stralci di intervento per la riqualificazione della cima. Oltre all’abbattimento dell’ex base Nato, intervento interamente finanziato dalla Regione Veneto, ci si rivolgerà al restauro conservativo del Sacrario militare fatto costruire dal Fascismo. Il progetto fu opera dell’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni. I lavori furono iniziati nel 1932 e l’inaugurazione ufficiale avvenne nel 1935 ed il complesso mastodontico custodisce i resti di 22.950 soldati. Altro lavoro quanto mai importante ed interessante sarà quello legato alla risistemazione della Galleria Vittorio Emanuele III costruita in piena guerra mondiale, nel novembre del 1917. Questa ingegnosa opera, progettata dal colonnello Nicola Gavotti, ufficiale del Genio militare, corre, sotto la cima del Monte Grappa, per uno sviluppo di cinque chilometri con aperture sui vari fronti della montagna. La galleria venne costruita a tempo di record e poteva ospitare circa quindicimila uomini oltre ad una settantina di cannoni e altrettante mitragliatrici posizionati nei vari versanti della cima.

ex Base Nato (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Anche l’ex Caserma Milano verrà ristrutturata ed utilizzata in maniera più efficiente che adesso, come punto di conoscenza della complessa storia della Grande guerra combattuta sul Massiccio.

Si vuole poi valorizzare ulteriormente il sentiero che dal cimitero austroungarico porta all’osservatorio che sovrasta le ampie gradinate del Sacrario. I finanziamenti, quindi, già ci sono, i progetti anche, ci si augura che davvero si aprano nei prossimi mesi i diversi cantieri al fine di arrivare per il 2018 pronti a celebrare nel migliore dei modi i cent’anni di ricordi di una guerra che tanti sacrifici, tanti dolori e tanti danni provocò anche nel comprensorio bassanese.

 

nr. 05 anno XXII dell'11 febbraio 2017

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