NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Atlanti floristici

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Atlanti floristici

A chi si rivolgono i due volumi, solo ai lettori specializzati o anche ad un pubblico più vasto?

Atlanti floristici (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"L’intenzione era di accontentare tutti. L’Atlante è dedicato a chi focalizza la propria attenzione sull’aspetto biologico del fenomeno vegetale, la Flora Popolare a chi vuole saperne di più sulla cultura e sulle tradizioni del popolo veneto. Gli specialisti potranno trovare in entrambe le opere una grande massa di dati e informazioni, mentre il pubblico semplicemente interessato potrà trovare spunti nelle immagini e nei testi, per i quali si è cercato di usare un linguaggio scientificamente preciso ma piano e lineare. Il successo raccolto finora dai due volumi, che sta superando le previsioni, è confortante, anche perché in Italia e nel Veneto in particolare l’editoria naturalistica non è molto considerata, come invece avviene nei paesi anglosassoni".

Quali sono le caratteristiche principali del territorio vicentino sotto l'aspetto floristico?

"I monti vicentini sono una cerniera tra più domini: il prealpino orientale, collegato alle Dinaridi e ai Balcani, il prealpino centrale, dov’è sensibile l’influsso continentale e quello propriamente alpino. Non sono pochi gli endemismi, come la Sassifraga dei Berici (Saxifraga berica), che vive solo in queste colline, l’Erba-perla rupestre (Moltkia suffruticosa) delle Prealpi dal Summano al Grappa, l’Elleborina autunnale dei Lessini vicentini, la Primula di Recoaro e la Biscutella prealpina , esclusive delle Piccole Dolomiti. Sono numerose anche le specie che raggiungono il Vicentino senza superarlo, sia da Ovest che da Est e quelle la cui presenza è un “distaccamento” di areali dolomitici, balcanici o persino artici".

Nell'atlante vicentino è incluso anche un Dvd: quali sono i suoi contenuti?

"Contiene il risultato di un paziente lavoro di campagna mio e degli altri autori, Davide Tomasi, Nicola Casarotto, Rizzieri Masin e Antonio Dal Lago: circa 2000 cartine che mostrano, su reticolo, la distribuzione di ogni singola specie e che purtroppo non si sono potute stampare per ragioni di costo. L’interesse per questo tipo di ricerche è dimostrato dal fiorire, è il caso di dirlo, di analoghe ricerche pubblicate per Friuli-Venezia Giulia, Lombardia orientale, Cremonese e, prossimamente, Trentino. Va da sé che queste informazioni dovrebbero interessare anche il gestore del territorio, per orientare la pianificazione nel rispetto di quel valore unico e irripetibile che è la biodiversità, termine che oggi si usa più in relazione a vini e formaggi che nel suo vero significato".

Atlanti floristici (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il volume sulla flora popolare del Veneto è un'opera molto corposa: quanto tempo ci è voluto per realizzarla e quali difficoltà ha incontrato?

"La Flora Popolare Veneta è stata concepita quasi casualmente e in sordina, tanto tempo fa, su un taccuino prima cartaceo, poi informatico, su cui trascrivevo come promemoria i nomi e gli usi delle piante di cui in vario modo venivo a conoscenza. Via via che i dati si accumulavano, da una decina d’anni ho voluto sistematizzare le ricerche consultando le fonti disponibili, non solo botaniche, e integrando con interviste o semplici chiacchierate sull’argomento. Possono sembrare tanti, in questi tempi che valorizzano la velocità, ma sono volati e sono comunque meno della metà di quelli spesi per l’Atlante Floristico, che fa seguito alle ricerche iniziate dal prof. Luigino Curti e per il quale i primi dati finalizzati risalgono alla fine degli anni ’80".

Da naturalista, cosa suggerisce ai lettori e agli "escursionisti della domenica" per quanto riguarda il rispetto della natura e dell'ambiente?

"Non è più il tempo delle gran raccolte di stelle alpine o narcisi. Un po’ la paura delle multe, ma soprattutto la mutata consapevolezza hanno migliorato il rapporto tra turismo e flora. I rischi, adesso, derivano da dinamiche sulle quali gli escursionisti non possono intervenire, se non a livello politico. Per questo auspico che chi pratica quest’attività faccia proprio il motto del Beato Nicolò Stenone, padre della geologia: 'Belle sono le cose che si vedono, più belle quelle che si conoscono, meravigliose quelle che non si conoscono'. Che si soffermi a godere, con la gioia e la curiosità del naturalista e del vero turista, delle bellezze minime e inestimabili che si offrono a chi le sa guardare e che ne approfondisca la conoscenza, magari con l’aiuto dell’Atlante e della Flora popolare".

 

nr. 09 anno XXII dell'11 marzo 2017

Atlanti floristici (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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