NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Percorso tra i due ponti
nasce "Piazza Brenta"

di Gianni Celi

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Piazza di Brenta

Era la metà novembre del 2010 quando il grande architetto inglese David Chipperfield, al civico museo, presentò il suo avveniristico progetto di valorizzazione dell’area compresa fra il Ponte Vecchio ed il Ponte Nuovo. Se un tempo questa zona era animata dal passaggio delle zattere provenienti da Valstagna, con annessi scambi commerciali, da troppo tempo è dimenticata. Ebbene, sette anni fa quel progetto, commissionato da importanti imprenditori locali, quali Renzo Rosso della Diesel e Luigi Bonotto, dell’omonima azienda di tessuti di Molvena, fece sognare i bassanesi. Si parlava di un itinerario circolare fra i due ponti, di ascensori per annullare le differenze di livello, di una passerella pedonale tra Porto di Brenta e la riva opposta, di una trasformazione dell’ex macello in una nuova culla museale bassanese, tale da creare un legame fra Palazzo Bonaguro ed il Polo museale Santa Chiara, di un allargamento pedonale del Ponte Nuovo, di nuovi richiami ludico culturali. L’intento era quello di creare una “Piazza d’acqua” che riportasse i bassanesi, ma anche i turisti, a contatto con il fiume, così come avveniva nei secoli passati.

Le cifre per la realizzazione di quel progetto erano di un certo tenore. Si parlava, infatti di 19 milioni di euro, gran parte dei quali sarebbero stati pagati dai due imprenditori (Rosso e Bonotto).

Piazza di Brenta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)A distanza di sette anni nulla s’è mosso ancora ed ecco arrivare una nuova proposta relativamente a quell’area, dal titolo “Piazza di Brenta”. Di che si tratta? Lo sentiamo dai promotori di questa interessante iniziativa. “Piazza di Brenta – ci spiegano -intende agire sul Borgo Cornorotto, ad oggi praticamente abbandonato per portare una rigenerazione di questo brano di città utilizzando strumenti di attivazione culturale e di negoziazione. Gli obiettivi progettuali sono tre. Il primo è rigenerare una parte di centro storico così rilevante per storia e posizione. Il secondo riattivare processi economici sostenibili, basati sinergicamente sullo sviluppo dell’artigianato locale e sull’aumento dell’afflusso turistico. Il terzo responsabilizzare il mondo giovanile costruendo un’offerta di partecipazione artistica e gestionale che sostituisca, almeno parzialmente, l’abbandono marginale ad oggi subito”. Ecco allora che, da qui fino al 30 settembre, vengono lanciate delle interessanti iniziative di ogni genere.

“Borgo Cornorotto, compreso tra il Ponte Vecchio ed il Ponte della Vittoria, tra il fiume e Piazza Libertà, contiene il simbolo e gli scorci più classici della città, e racchiude molti manufatti di pregio come il Porto di Brenta, l’essiccatoio Manardi, il giardino di Porcinai. Ciononostante è in stato di abbandono da decenni, e viene percepito come margine esterno poco attrattivo – affermano i promotori - Se un tempo Bassano era effettivamente città di fiume, ed in esso trovava dialogo con il mondo, ricchezza e servizio per le proprie necessità di benessere e produttive, oggi è possibile ripensare il rapporto storico tra Comune e Brenta in maniera nuova, in parte recuperando gli antichi segni come attrattori attorno a cui far gravitare un’offerta turistica di alto livello, in parte ridefinendo il rapporto con il Brenta nello sviluppo di un nuovo modello economico e culturale”.

“Apriremo il percorso – sostengono gli attori dell’iniziativa - con tre eventi musicali, che ci permetteranno un primo approccio soft ad Urban Center, di introduzione, in una sorta di “Aspettando Piazza di Brenta”. Seguiranno workshop dedicati agli studenti delle superiori, collegati ai progetti di alternanza scuola-lavoro del Comune, per ridefinire con loro l’area attraverso la fotografia, il teatro di strada, la rappresentazione audiovisiva, l’urban sketching, la danza ed il campus musicale. Accanto a questo continueranno i concerti de “La Mela di Newton”, a cui si aggiungeranno spettacoli e percorsi artistici sviluppati appositamente da Opera Estate Festival ed alcuni eventi di Street Art con artisti di grande livello internazionale. Infine, in collaborazione con i Musei di Bassano elaboreremo un programma di visita guidata dell’area, che, a cadenza bimensile, permetta di scoprire l’area meravigliosa quanto dimenticata in cui ci troviamo. A partire da giugno, in alleanza con il progetto “Ci sto affare fatica”, interverremo nell’area coinvolgendo gli studenti per curare e ripristinare lo spazio pubblico ora degradato”. L’obiettivo è trasformare il Borgo in un cuore pulsante ed attrattivo, non solo per la cittadinanza, ma per dare nuova e maggiore visibilità a tutta Bassano. Dopo il silenzio attorno a quel megaprogetto di Chipperfield sparito assieme alle acque del Brenta, che sia la volta buona di dare voce e visibilità ad un’area sicuramente importante della città? E farlo magari anche senza la necessità di spendere tanti milioni di euro.

 

nr. 13 anno XXII dell'8 aprile 2017

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