NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Gelo ad aprile, allarme agricoltura

Le temperature sottozero hanno creato gravi danni per le colture nel Vicentino, soprattutto per le viti. Pur con delle eccezioni

di L.P.

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Gelo ad aprile, allarme agricoltura

Gelo ad aprile, allarme agricoltura (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Quello che si temeva è accaduto. La cosiddetta, meteorologicamente parlando, "coda invernale", dopo le temperature ben oltre le medie primaverili di fine marzo e la prima metà di aprile, è arrivata nella settimana prima di Pasqua, facendo scendere la temperatura a -1 e -2 gradi, con relativa formazione di leggere ghiacciate e brina. A pagare dazio tutte quelle piante che erano già in fiore e in particolari le vite, con danni che gli addetti ai lavori ritengono già molto ingenti. Il portale www.ladomenicadivicenza.it ha voluto approfondire il tema sentendo gli operatori delle associazioni di categoria. Ecco cosa è emerso.

 

Confagricoltura evidenzia una situazione quasi catastrofica: «Danni stimati tra il 60 e l'80%, ma con punte sino al 100%. Problemi anche per gli ortaggi»

È quasi catastrofico il bilancio di Confagricoltura Vicenza, dove le segnalazioni arrivate, che evidenziano che le gelate hanno interessato tutta la zona del Basso Vicentino, da Lonigo a Gambellara, colpendo in particolare i vigneti di Glera, Sauvignon, Chardonnay e Pinot grigio, con danni che sono stimati tra il 60 e l’80 per cento, ma con qualche punta del 100 per cento. Danni gravi anche al mais e alle orticole, che con il caldo anticipato erano in ampio anticipo di sviluppo rispetto al ruolino di marcia stagionale.

Gelo ad aprile, allarme agricoltura (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«In decenni di lavoro agricolo - spiega sconfortato Angelo De Pieri, ex presidente di Confagricoltura Vicenza e oggi consigliere della stessa associazione, viticoltore e produttore di seminativi a Madonna di Lonigo - non avevo mai visto una gelata così dannosa. Personalmente non ho ricordi di un danneggiamento così vasto e così tardivo, visto che ormai siamo a maggio. Sono andati a morire tutti i primi germogli con il frutto, che erano spuntati da pochi giorni grazie alle temperature miti. Danneggiate anche le barbatelle, appena piantate. Ora non ci resta che aspettare il secondo germoglio, che però ha una produzione del 70 per cento inferiore rispetto al primo. Quest’anno avremo poco vino e poca produzione. Un disastro, che ci porta alla mente quello che è successo l’anno scorso nella zona di Champagne, in Francia, dove ci sono state perdite fino all’80% dell’uva».

Secondo i dati raccolti da Confagricoltura gravi danni anche al mais, con le foglie colpite dal gelo, mentre il frumento ha retto meglio. La brina ha colpito anche gli ortaggi in pieno campo non protetti da serre, dall'insalata ai fagiolini, e anche i tuberi come le patate. «Le nostre aziende si trovano ormai ad affrontare emergenze continue - conclude De Pieri - da mesi siamo nella morsa della siccità, vediamo come evolverà la situazione dopo le piogge di questi giorni. Il gelo di metà aprile è stata la mazzata finale, che rischia di mandare all’aria la stagione a centinaia di aziende agricole».

 

Claudio Zambon, vicepresidente di Coldiretti Vicenza: «Stiamo monitorando la situazione, ora confidiamo nel "ricaccio" dai nuovi tralci. Molto bene le piogge»

Gelo ad aprile, allarme agricoltura (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Segnali poco incoraggianti arrivano anche dall'osservatorio privilegiato di Coldiretti Vicenza, che segnala danni che in alcuni vigneti arrivano tra il 70% e l’80% di perdita del raccolto di Merlot e Cabernet, mentre nella zona di Lonigo, la prospettiva è addirittura peggiore, per le viti di Pinot grigio e bianco, Prosecco e Chardonnay.

«In piena fase vegetativa le foglie sembrano bruciate - il giudizio di Claudio Zambon, vicepresidente di Coldiretti Vicenza, a sua volta viticoltore nella zona di Sarego - di certo l'effetto è stato devastante. Tuttavia solo con il proseguire delle settimane sarà possibile valutare con più precisione le conseguenze di questo brusco calo termico. Da parte nostra, anche con l'aiuto di tecnici e agronomi, stiamo monitorando la situazione, gli stessi ci hanno detto che noi agricoltori non possiamo fare nulla, tagliare il tralcio bruciato non serve a nulla. L'unico aspetto positivo di questa primavera anomala sono le abbondanti piogge di questi giorni (l'intervista è stata realizzata mercoledì 26 aprile, ndr.) che sicuramente sono utilissime. Con la situazione di forte siccità in atto sino ad inizio settimana, tutte le piante, non solo le vite, erano in sofferenza, o come si dice in gergo tecnico "sotto stress". Non c'è dubbio che le piogge continue garantiscano la presenza immediata di acqua con la possibilità di migliorare il metabolismo generale. Cosà potrà succedere nelle prossime settimane nelle viti bruciate? Secondo quanto ci è stato ipotizzato bisognerà attendere una ventina di giorni per capire, aspetto sul quale noi confidiamo, se nasceranno nei "ricacci" dai nuovi tralci, una specie di seconda fioritura delle cosiddette gemme dormienti. Incrociamo le dita e speriamo che alla fine i danni possano essere inferiori secondo le prime stime».

In questi giorni, nel quartier generale della Coldiretti di Vicenza, si sta discutendo anche dell'aspetto assicurativo. «Quello che appare chiaro - conclude il vicepresidente provinciale - è che da qualche anno siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestano con pesanti conseguenze sull’agricoltura: si moltiplicano gli eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, di rado intense ed il repentino passaggio dal sereno al maltempo. Siccità e bombe d’acqua con forti piogge a carattere alluvionale, ma anche, come abbiamo visto nei giorni prima di Pasqua, gelate estreme e picchi di calore anomali, tutte situazioni ai quali ci si dovrà abituare. Il nostro consiglio è quello di stipulare polizze, non solo legate alle grandinate, ma legate al reddito finale dell'azienda. Se vogliamo fare un paragone, sarà utile un qualcosa di molto simile all'assicurazione "kasko" che viene fatta per le automobili».

 

Silvio Dani, presidente Consorzio Vini Colli Berici Doc: «Le gelate hanno risparmiato la viticultura di collina. Ora speriamo in un’annata senza estremi»

Gelo ad aprile, allarme agricoltura (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)In un quadro generale di grande preoccupazione, un bilancio più tranquillizzante arriva da Silvio Dani, presidente del Consorzio Vini Colli Berici Doc che precisa «come in effetti le gelate ci sono state, ma nell'area dei Berici hanno interessato i vigneti di pianura che non producono Colli Berici Doc, ma altre denominazioni, prevalentemente Pinot Grigio e Prosecco. I vigneti di collina coltivate con uve Doc, in particolare Tai Rosso, Cabernet e Merlot, si sono invece salvati perché in collina non c'è stata la gelata. Indubbiamente stiamo stati fortunati, perchè stiamo parlando di differenze nell'ordine di un grado centigrado, forse uno e mezzo, quanto basta per evitare un mezzo disastro».

«In particolare - tiene a precisare il presidente Dani - le gelate hanno risparmiato la viticultura di collina e la produzione più pregiata dei soci del Consorzio Vini Colli Berici Vicenza. Qui, dove è concentrata la produzione di vitigni a bacca rossa identificativi di questo territorio come Tai Rosso, Cabernet e Merlot, i problemi sono contenuti e poco consistenti. Le gelate si sono localizzate per lo più nei vigneti a fondovalle e nelle aree pianeggianti con una diffusione a macchia di leopardo. Tutto ciò è avvenuto per il fenomeno, tipico dell'inverno, dell'inversione termica, cioè a fondovalle, anche a causa della mancanza di vento, ha fatto più freddo rispetto alle zone collinari, dove come detto è quasi totalmente concentrata la nostra produzione Doc».

«Allo stato attuale - conclude il presidente del Consorzio Vini Colli Berici Doc - rimane comunque difficile fare una stima dei danni, ma dai primi sopralluoghi i nostri tecnici si detti fiduciosi e ottimismi. Un altro aspetto positivo sta nel fatto che il fenomeno è apparso in una fase precoce dello sviluppo della vite, questo permetterà alla germogliatura di tornare produttiva in fase di ricaccio, recuperando gran parte della produzione di uve per il vino. Per il resto la stagione deve ancora cominciare, quindi non conosciamo quale sarà l'andamento anche in base temperature, piogge e altri rischi legati al meteo. Ovviamente noi speriamo in un’annata senza estremi».

 

nr. 16 anno XXII del 29 aprile 2017



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