NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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GianFacco

Palazzo del Colle
Creazzo
Orario: sabato e domenica dalle 10 alle 21
Chiude il 21 maggio
Inaugurazione 13 maggio 2017 alle ore 17.30

di Maria Lucia Ferraguti

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GianFacco

Appare al di fuori di ogni influenza dalla vita esterna la pittura di GianFacco. Così immediata e sentita conduce ad immagini inattese, a visioni che tendono alla semplicità. Dipinge sul filo dell’emozione forme provenienti dal suo mondo visionario che conduce ad opere dal candore disarmante, attraverso un cromatismo intenso in dipinti originali, rappresentativi di uno stato aurorale della vita. 

GianFacco (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ed ecco nella pittura a olio la libertà espressiva dei colori accesi, l’imporsi di figure frontali, la quasi mancanza di prospettive, la connessione sensibile delle forme tra di loro, lo scivolare di una sensibilità poetica tra stili che mutano nei racconti pittorici. Inoltre GianFacco consegna alle opere miti e simboli personali, senza che un dato prevalga sull’altro. L’emozione da componente fondamentale conduce a fughe dalla realtà verso altri sorprendenti universi, ed è sempre l’emozione, assicura GianFacco a staccarlo dalla realtà e ad alimentare l’intenso cromatismo che unito alla semplicità arriva all’essenza delle immagini. In “Splendido” l’acqua del fiume pare scorrere calma in un mondo reale e fantastico, e nel vaso dal delicatissimo azzurro dell’opera dal titolo Hipster la purezza dell’immagine si traduce in visione

GianFacco (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Alcune sculture di Bruno Gandola, mentore di GianFacco ,che lo segue nel tempo e nelle sue esposizioni, s’inseriscono nella mostra vicino ai dipinti. I bronzi appaiono vibranti per vitalità che dilata l’energia del gallo nell’intrico delle penne; la sedia con uccelli ha una freschezza tratta direttamente dall’esperienza. Gandola riprende quell’antica e impegnativa unità tra forma e simbolo, interpretata anche nell’arte contemporanea dell’obelisco (Arnaldo Pomodoro, Plessi, Theimer) segno monumentale e celebrativo, e a tutt’oggi ricco di riferimenti non solamente storici, cosmici e archeologici. La decorazione a segmenti lineari dalla base fino al vertice concentra il suo fascino e la particolare capacità di essere una forma nobile e monumento celebrativo. Dal 1972 al 2017 Gandola insegna all’Accademia delle Belle Arti di Brera, Milano, nei primi anni è presso la Scuola degli artefici che in seguito lo vedrà direttore, poi titolare della Scuola di Nudo, e poi fino al 2017 tiene il coso di Tecniche Murarie e dei Materiali.

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