NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il Signor Giulio

Un libro dedicato al calciatore del "Lane" Savoini

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Il Signor Giulio

Che effetto fa ad un tifoso dei veloci anni 2000 pronunciare ancora le parole Lanerossi Vicenza? Ce lo siamo chiesti leggendo il libro di cui scriviamo questa settimana. E assieme a questa domanda ci sono venute spontanee anche altre riflessioni. Quando le partite del campionato di calcio si giocavano tutte contemporaneamente la domenica pomeriggio, quando non esistevano le "pay tv" e per vedere una partita bisognava andare per forza allo stadio (a meno che non ci si accontentasse delle differite), quando i difensori laterali non si chiamavano ancora "esterni alti o bassi" ma semplicemente terzini. E quando il Vicenza si chiamava, appunto, Lanerossi... c'era tra le file dei biancorossi un certo Giulio Savoini, divenuto nel tempo una bandiera dei colori berici, amato e rispettato dai tifosi e da tutto l'ambiente al punto che oggi, a distanza di un paio d'anni dalla sua scomparsa, quattro giornalisti sportivi e autori vicentini hanno voluto rendergli omaggio nel migliore dei modi, cioè ricordandolo con un libro.

Il Signor Giulio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica) Il Signor Giulio è il titolo del libro che Laura Anni, Anna Belloni, Andrea Lazzari e Mario Pavan hanno scritto e dedicato al giocatore che detiene il record di presenze con la maglia biancorossa,la bellezza di 317. Presentato in marzo in sala degli Stucchi del Municipio di Vicenza in occasione dei 115 anni del Vicenza Calcio, il libro è pubblicato da Sport Editore e oltre al suo valore sportivo e memorialistico, ha anche il non trascurabile pregio di servire ad una buona causa, visto che parte del ricavato delle vendite - partite a razzo fin dal primo giorno - viene devoluto in beneficenza. L'impegno e l’incoraggiamento della signora Lia Paulon, per tanti anni sostegno e braccio destro di Giulio Savoini, sono stati determinanti nella pubblicazione di questo libro che non può mancare nella collezione dei tifosi biancorossi e forse nemmeno in quella di tutti coloro che amano la città e ad essa sono legati. Perchè la storia di Savoini, piemontese di Cressa e trapiantato a Vicenza, è quella di un uomo e di un atleta che seppe guadagnarsi presto la stima di tutti e scelse di non lasciare più nè Vicenza nè la società alla quale aveva legato la sua carriera di giocatore prima e di allenatore poi. Nella sua duplice veste calcistica ma soprattutto nelle sua figura di uomo, Savoini - che ci ha lasciati l'estate di due anni fa - viene raccontato attraverso le testimonianze di amici, ex compagni, dirigenti, allenatori e semplici appassionati che hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarne le qualità. E probabilmente il valore di questo tributo bibliografico risiede proprio in questo.

Il Signor Giulio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il "terzino" Savoini mosse i primi passi nel mondo del calcio professionistico nell'Alessandria, con cui esordì in serie B nel campionato 1949-'50, retrocedendo in C dove giocò altri tre campionati ottenendo la promozione nell'ultimo. Il "capitano di lungo corso e di tante corse sul terreno del Romeo Menti" - come lo definisce Mario Pavan nell'introduzione - arrivò al Lanerossi Vicenza grazie alla fusione della società vicentina con l'azienda laniera di Schio che portò una buona liquidità nelle casse della squadra. Titolare nel primo campionato, giocò un ruolo da comprimario nel secondo, quello della promozione in A, tornando ad imporsi come titolare fisso solo nel 1957-'58, quando gli fu anche affidata la fascia di capitano. Proprio in quell'anno fu protagonista di un episodio curioso che ne segnò la carriera: il 9 febbraio 1958, in occasione della trasferta a Bergamo contro l'Atalanta mancava il terzino titolare Capucci e Savoini si propone scherzosamente di sostituirlo. In campo fu fra i migliori del 4-2 con cui il Vicenza espugnò il terreno bergamasco, con le sue incursioni sulla fascia che gli valsero la maglia da titolare come terzino d'attacco fino al termine della stagione. L'anno successivo segnò dieci reti, un bottino eccezionale per un terzino. Guidò il Vicenza al ruolo di provinciale di lusso - la "nobile provinciale", come qualcuno la definì - conquistando non solo ripetute salvezze ma anche ottimi piazzamenti come due sesti posti nel 1964 e nel 1966. Infortunatosi ad un ginocchio, terminò la carriera nel 1966 con il record assoluto di 317 presenze in maglia biancorossa. Iniziò ad allenare in provincia, dapprima all'Azzurra Sandrigo, quindi nelle giovanili del Vicenza, dagli allievi agli juniores fino alla Primavera. Entrò poi come collaboratore tecnico in prima squadra, ricoprendo per vari anni la carica di vice allenatore, fino ad essere chiamato in panchina nel 1980-81 senza poter salvare la squadra dalla retrocessione in C1. Rimase tuttavia nei ranghi della società, a cui è rimasto fedele per 50 anni, togliendosi una grande soddisfazione. Chiamato al difficile compito di una disperata salvezza al termine della stagione 1989-90, riesce a strappare la vittoria contro il Prato all'ultima di campionato, arrivando così allo spareggio ancora con i toscani, nuovamente battuti con la permanenza in C1. In una nota che la società biancorossa diffuse nel momento della sua scomparsa, Savoini fu definito "il più grande di tutti". Nel comunicato si leggeva testualmente: "L’universo biancorosso è in lutto. La nostra bandiera ci ha lasciati. Vicenza Calcio piange la scomparsa del più grande di tutti, il nostro Giulio Savoini, capitano e allenatore di un Lanerossi Vicenza consegnato alla storia e a lui indissolubilmente legato. Un uomo e un atleta che ha vissuto con la mitica R stampata nel cuore. Un primato di presenze, 317, destinato a rimanere tale per sempre. Come inscalfibile sarà il suo ricordo di calciatore e l’universo di valori di cui è stato depositario, dentro e fuori dal campo".

E se in apertura di questo articolo abbiamo accennato, forse in tono un po' nostalgico, al calcio di una volta che oggi non c'è più, non ce ne voglia il lettore. Perché, come scrive in una delle pagine iniziali del libro Andrea Lazzari, era Savoini stesso ad avergli confessato, in tempi recenti, che non sopportava più il calcio moderno, perché "lo hanno venduto alle tv" e che preferiva "seguire le partite del suo Vicenza in trasferta con l'orecchio incollato alla radiolina". E' l'immagine di un uomo di altri tempi, forse. Ma è anche l'immagine di chi si è fatto ricordare per quello che era il suo valore di atleta e di uomo. Come dire che le mode passano - e anche i calciatori - ma le bandiere restano. E una bandiera non si può dimenticare.

Abbiamo incontrato gli autori dialogando con loro sul libro.

Il Signor Giulio (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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