NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
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«Meno donazioni, ma iscritti cresciuti del 7%»

L'invito del presidente provinciale della Fidas: «Regole più ferree, chiediamo aiuto alle categorie economiche»

di L.P.

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«Meno donazioni, ma iscritti cresciuti del 7%»

La Fidas (Federazione di associazioni di donatori di sangue) Vicenza si conferma leader a livello nazionale e veneto per numero di iscritti. Ma il presidente provinciale Mariano Morbin lancia comunque l'allarme evidenziando un lieve calo delle donazioni, seppur compensato dall’aumento del numero di donatori, che nel 2016 sono cresciuti del 7%. Il minor numero di donazioni è in parte dovuto alla rigidità dei nuovi decreti attuativi e in parte alla crisi economica. Il portale www.ladomenicadivicenza.it ha voluto approfondire il tema intervistando il presidente Morbin. Ecco cosa è emerso.

 

Presidente Morbin, che bilancio si sente di fare dopo la pubblicazione dei dati riferiti al 2016?

«Innanzitutto voglio esprimere un ringraziamento speciale rivolto alla presidenza, alla segreteria provinciale, alle varie commissioni, alle Zone, ai gruppi ed a tutti i volontari che operano nei Centri raccolta sangue e nelle uscite dell’autoemoteca per la grande ed efficace collaborazione. Solo grazie a questa "grande squadra" è stato possibile incrementare il numero di donatori: i nuovi nello scorso anno sono stati 1.700 i nuovi donatori, che ha portato a un totale di 18.200 di donatori attivi, con un aumento del 7% rispetto all'anno precedente. Basti pensare che la Fidas Vicenza può contare su 80 gruppi sparsi in provincia, quasi uno per comune, quindi con un'altissima capillarità».

Alla Fidas Vicenza anche il numero dei giovani donatori è in crescita?

«Meno donazioni, ma iscritti cresciuti del 7%» (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«Sì. Alla fine dello scorso anno sono stati 80 gli under 28 in più rispetto all’anno scorso, passati dai 695 del 2015 ai 775 del 2016. A conferma che il lavoro di propaganda, specie con i giovani, sta dando i suoi frutti».

Dove viene fatto questo lavoro di promozione e formazione?

«Innanzitutto nelle scuole. Nella prima decade dell'aprile scorso, abbiamo incontrato nel territorio della provincia berica ben 4.474 studenti degli istituti superiori, con la raccolta di 259 promesse di donazione. La sensibilità dei giovani è sempre emozionante: negli ultimi cinque anni abbiamo incontrato con le nostre giornate di formazione e sensibilizzazione oltre 20 mila studenti e raccolto 1.259 promesse di donazione. In riferimento allo stesso periodo di aprile abbiamo incontrato 2.769 studenti delle scuole materne, elementari e medie, con la raccolta di 46 promesse di donazione».

Eppure le donazioni nel Vicentino sono in calo, in particolare nel territorio di competenza dell’ex Ulss n. 6, cioè quella che fa riferimento a Vicenza. Come è spiegabile tutto ciò?

«La diminuzione è in buona parte dovuto alla rigidità dei nuovi decreti attuativi che se da un lato assicurano maggiore tranquillità per il ricevente, dall’altro inseriscono un’ulteriore rigidità che ha finito con il portare ad un calo forzato delle donazioni. I nuovi decreti sono scattati il 1° gennaio 2016 su indicazione del Ministero della salute, che ha dovuto allinearsi alla normativa già seguita dagli altri Paesi europei».

Quali sono le nuove restrizioni?

«Sono diverse e riguardano ad esempio i donatori conviventi con parenti portatrici di epatite e i donatori soggetti a viaggi nei Paesi dell'America Latina e nei paesi tropicali che rispetto a 20-30 anni fa sono aumentati anche per motivi turistici. Ma l'attenzione è cresciuta anche nei confronti dei donatori che non hanno relazioni sentimentali stabili e continuative».

Ci può spiegare meglio quest'ultimo aspetto?

«Semplicemente a chi dona il sangue viene chiesto, seppur nell'ambito della riservatezza e della privacy, se ha rapporti con persone che non fanno parte dell'ambito familiare, come ad esempio una moglie o una fidanzata. Ora, se noi prendiamo, tanto per fare un esempio classico, un single di 30-35 anni, si può intuire come a distanza di 2-3 mesi possa avere storie con ragazze diverse. A quel punto non viene "cancellato" dalle nostre liste, ma invitato a donare il sangue quattro mesi dopo la fine di un'eventuale storia sentimentale. Neanche noi siamo in possesso di questi dati, per l'appunto per un motivo di privacy, ma è chiaro che non si tratta di pochi casi».

Esiste un "identikit" del donatore di sangue ideale?

«Difficile rispondere a questa domanda. In realtà non serve fare una "vita monastica", tuttavia possiamo dire che chi si vuol bene e tutela la propria salute, senza eccessi di vari tipi, di fatto fa il bene anche di chi riceve il sangue. Come noto chi dona il sangue viene sottoposto a dei controlli: se questi evidenziano valori fuori dalla norma il donatore rimane iscritto, ma viene invitato a sistemare questi valori per poi tornare».

Ad una recente intervista a Tva Vicenza lei ha lanciato anche un appello alle categorie economiche. Di cosa si tratta?

«Come noto, chi dona il sangue può usufruire di permessi da parte dei propri datori di lavoro. Ora in questi anni di crisi economica riteniamo che molti dipendenti si siano fatti scrupolo nel chiedere tali permessi, magari rinunciando a fare le donazioni. Nell'appello delle categorie economiche noi auspichiamo interesse e sensibilità, perchè siano gli stessi datori di lavoro a spingere i donatori a farlo, visto che la disponibilità di sangue è un bene che riguarda tutti. Per quanto ci riguarda, proprio per ovviare a questo problema, abbiamo previsto anche la possibilità di donare il sangue tutti i sabato mattina mentre per quanto riguarda i giorni festivi, i nostri centri di raccolta, undici sparsi in tutto il Vicentino, sono aperti la seconda e la quarta domenica. Ogni nostro donatore può presentarsi dove vuole, in base alle proprie necessità».

«Meno donazioni, ma iscritti cresciuti del 7%» (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Come vi state muovendo come Fidas Vicenza per cercare un'inversione di tendenza di donazioni?

«In tanti modi. Ad esempio, nella nostra segreteria provinciale, abbiamo assunto con un contratto a termine, una persona che tutti i giorni feriali della settimana, dalle 18 alle 21, contatta personalmente, chiamandoli al telefono, tutti gli iscritti Fidas che risultano non aver più fatto donazioni da 15 mesi, anche per capire eventuali problematiche che possono essere risolte. A questo si dovrà aggiungere l’impegno di ciascun donatore ad effettuare almeno due/tre donazioni all’anno, possibilmente quattro ma anche più, fondamentale per assicurare una buona raccolta ed a garantire un’effettiva ed efficace opera di prevenzione sanitaria tra i donatori».

Voi avete messo a disposizione anche il numero verde 800.979.000. Con quali risultati?

«Ottimi, se confrontiamo le 3.800 telefonate ricevute nel 2013 con le circa 18 mila telefonate dello scorso anno, che rientrano anche nel cosiddetto "programma prenotazione" che riduce i tempi, annullando di fatto le attese. Diciamo che per donare il sangue ci sono tre strade: 1. chiamare il proprio presidente o uno dei responsabili del gruppo di iscrizione; 2. contattare il numero verde, con la possibilità di essere richiamati; 3. entrare nel nostro sito per prenotarsi da solo, scegliendo il giorno e il centro di raccolta: un sistema quest'ultimo sempre più utilizzato, soprattutto da parte dei giovani che lo possono fare anche attraverso lo smartphone».

Perché ritenete importante il lavoro di comunicazione e promozione?

«Crediamo fortemente nell’esigenza di continuare a fare promozione del dono del sangue. Per questo motivo attraverso i nostri giovani, coordinati da Irene Brazzarola, siamo sempre presenti alle principali iniziative che si svolgono nel territorio. Analogamente, grazie a Chiara Peron e Luca Passuello, svolgiamo un’opera fondamentale di informazione e formazione non solo nelle scuole vicentine, ma anche nel territorio, grazie al lavoro dei volontari delle varie sezioni».

Oltre alle scuole, in quali altri ambiti cercate di farvi conoscere?

«In tutti quelli possibili, tanti per capirsi anche nelle sagre paesane e nelle varie iniziative che vengono promosse anche nei piccoli comuni e frazioni. Ma siamo presenti anche ai grandi eventi: anche quest’anno siamo partner del Giro d’Italia di ciclismo e, come Fidas nazionale, saremo presenti con un’auto dedicata, bardata Fidas, tutta la competizione. Inoltre, dal 12 al 16 giugno, Vicenza sarà anche protagonista degli Aic Camp, gli stage estivi di calcio organizzati dall’Associazione italiana calciatori, ai quali prenderanno parte oltre 1500 giovani dai 6 ai 13 anni oltre che a molte altre iniziative in campo sportivo e scolastico».

Quali sono le priorità in questo periodo?

«Abbiamo l’esigenza di poter contare su nuovi volontari nel territorio che devono essere persone con disponibilità di tempo, da mettere al servizio dell’Associazione e quindi degli ammalati. Servono anche volontari disposti ad impegnarsi nel progetto scuole, con varie mansioni ed anche per le attività di ristoro ed accettazione al Centro raccolta sangue di Vicenza. Per informazioni o per dare la propria disponibilità è possibile contattare il numero verde».

 

nr. 18 anno XXII del 13 maggio 2017

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