NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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"Che disastro questo Ponte"

La sofferenza dell'Alpino

di Gianni Celi

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"Che disastro questo Ponte"

“Ma quanto è messo male questo ponte. Cosa è successo?” mi chiede un alpino di Bergamo al ritorno della maestosa adunata di Treviso. “Volevo fare delle foto con mia moglie e mia figlia - aggiunge – ma qui è tutto un disastro”. Vagli a spiegare che il resoconto di anni e anni di carte bollate, di bando, di ricorsi, di sentenze, di discrepanze fra il progetto originario e le valutazioni della ditta richiamata, dopo una prima bocciatura, ad eseguire i lavori, sarebbe lungo e ben poco comprensibile per un turista che vorrebbe solamente scattare una foto su quella mirabile opera del grande Palladio, meglio ancora se si tratta di un turista alpino. Sì perché ormai, anche in Italia e all’estero, il “Ponte vecchio” è più conosciuto come “Ponte degli Alpini”. Quel nome fu scelto nel 1948 quanto lo storico manufatto, dopo essere stato distrutto dai nazisti in fuga, venne ricostruito “come era e dove era” dalla ditta fratelli Tessarolo e inaugurato in occasione dell’Adunata Nazionale degli Alpini, alla presenza dell’allora capo del Governo Alcide De Gasperi e del presidente del Senato Ivanoe Bonomo e di altre autorità civili, politiche, militari e religiose. In quella occasione al nuovo Ponte fu dato il nome di ”Ponte degli Alpini ” per l’apporto fondamentale offerto nella ricostruzione dall’Associazione Nazionale Alpini.

Già abbiamo avuto modo, nelle edizioni passate, di spiegare il lungo e travagliato iter dell’avvio dei lavori per ristrutturare il Ponte malato, ma veniamo ai giorni nostri. Partiamo dalla settimana antecedente l’adunata trevigiana degli alpini, quando un’ordinanza del sindaco, stabilì che il Ponte sarebbe stato chiuso per favorire la prosecuzione dei lavori. Immediata la reazione dell’Associazione Nazionale delle Penne nere conscia della presenza di un numero considerevole di “scarponi” prima e dopo il tradizionale raduno. Immediato il dietrofront dell’Amministrazione che ha dato il via libra all’apertura per quell’evento. Mercoledì 17 una nuova ordinanza avverte che il Ponte resterà chiuso fino al 30 maggio. Insorgono i commercianti della zona ed il comitato di quartiere Angarano. Si chiede quanto meno la realizzazione di una passerella per garantire il transito pedonale da una sponda all’altra senza ulteriore aggravio per residenti e turisti.

Passano pochi giorni e venerdì 19 il Ponte riapre fra l’entusiasmo dei commercianti che inscenano una festa inaugurale davanti alla Taverna degli Alpini, complice l’eclettico titolare Sandro Chiminello. A loro viene detto che, adesso, di chiusura per un bel po’ non si parlerà più.

Per fare il punto sulla situazione, il sindaco ha organizzato, nei giorni scorsi, un incontro con varie realtà della vita cittadina, particolarmente coinvolte sulle tematiche del Ponte degli Alpini, per presentare alcuni aggiornamenti sullo stato di avanzamento dei lavori di restauro.

All’appuntamento erano invitati Apindustria, Confcommercio, Confartigianato, Confindustria, CNA, Coldiretti, Confesercenti, ANA Monte Grappa, Associazione Aiutiamo il Ponte, Comitato Ponte Monumento Nazionale, FAI, Italia Nostra, Associazione Amici dei Musei e dei Monumenti e i presidenti dei quartieri Centro Storico e Angarano.

Nel corso della serata il sindaco Riccardo Poletto ed il suo vice, Roberto Campagnolo, hanno ripercorso le vicende legate al progetto di ripristino e consolidamento del monumento cittadino, concentrandosi, dopo una panoramica degli avvenimenti degli ultimi anni, sugli sviluppi delle settimane appena trascorse.

"Che disastro questo Ponte" (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)“Da tutti i presenti è stata espressa volontà unanime di condividere insieme lo sviluppo del restauro e di collaborare tutti alla sua migliore riuscita, un confronto che proseguirà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi con nuovi incontri di aggiornamento e condivisione – sottolinea il sindaco Riccardo Poletto – Ringrazio ancora una volta per la disponibilità attenta e appassionata che moltissimi stanno dimostrando nei confronti del monumento cittadino per eccellenza e in particolare quelle persone che hanno testimoniato senso di appartenenza e unità di intenti”.

Ora, però, sta riesplodendo la polemica fra il Comune e la ditta appaltatrice, guidata da Giannantonio Vardanega, lo stesso che, settimane addietro, aveva pubblicamente criticato il progetto approvato dall’Amministrazione, con tutta una serie di problematiche che facevano a pugni con le scelte dei progettisti che avevano dato le indicazioni da seguire alla ditta che avrebbe vinto l’appalto. La lettura, nelle TV locali, da parte di Vardanega, delle contestazioni a quella progettazione non è stata accolta certo con favore dagli amministratori che hanno affilato le armi al punto di stilare, all’inizio di questa settimana un comunicato piuttosto forte nei confronti dell’azienda trevigiana. Ecco il testo: “A fronte di una lunga serie di inadempienze, che sommate hanno determinato un ritardo grave ed importante, la direzione lavori ha inviato alla ditta Nico Vardanega Costruzioni srl una lettera in cui contesta una serie di inadempimenti che la ditta ha accumulato da gennaio ad oggi nell’esecuzione dei lavori di ripristino e consolidamento del Ponte degli Alpini. La ditta ha ora 15 giorni di tempo per fornire spiegazioni e giustificazioni”.

Perentoria la diffida dell’Amministrazione e sembra di capire che il Comune, dopo tutto quello che è successo, abbia il desiderio di chiudere i rapporti con la “Nico Vardanega Costruzioni”, tornando alla “Inco” di Pergine Valsugana che, seconda classificata nella gara d’appalto, era stata individuata come la vincitrice, prima del ripristino della classifica ad opera del Tar del Veneto.

Cosa succederà ora? Le prossime settimane lo diranno. Sta di fatto che i tempi di ripristino del manufatto palladiano si stanno dilatando in maniera incomprensibile favorendo la crescita dei malumori fra i bassanesi, ma, in particolare, fra i negozianti delle due sponde del Brenta vicinissimi al Vecchio Ponte.

 

nr. 19 anno XXII del 20 maggio 2017

"Che disastro questo Ponte" (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)



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