NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Cittadella della Giustizia

Nuovi uffici e polemiche

di Gianni Celi

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Cittadella della Giustizia

Da troppo tempo ormai si parla del tribunale della nostra città con un rincorrersi di speranze e di delusioni, ma ormai sono ben pochi quelli che credono ancora in una sua riapparizione sulla scena dei servizi utili a Bassano ed al suo mandamento. In questi giorni il vicesindaco Roberto Campagnolo è stato molto esplicito affermando che è finito e sepolto il tempo delle attese e che la cosa migliore cui pensare è l’utilizzo della mega Cittadella della Giustizia per inserirvi uffici pronti a veleggiare verso il capoluogo di Provincia, o per trasferirvi degli uffici comunali.

Di questo avviso è anche la senatrice del Pd Rosanna Filippin, la quale non esclude la possibilità che si possa arrivare, pur in tempo molto remoto, alla riapertura delle aule di giustizia con il Tribunale della Pedemontana, ma invita ad un immediato utilizzo di quei locali. Non sono d’accordo con la Filippin il presidente dell’Ordine degli avvocati bassanesi, Francesco Savio ed il presidente degli artigiani del Bassanese, Sandro Venzo. Il primo chiede di attendere la prossima legislatura prima di dichiarare chiusa la partita e sottolinea il fatto che, a suo dire, il Pd non avrebbe mostrato alcun interesse alla riapertura del Tribunale bassanese. Il secondo assicura, invece, che la senatrice Filippin non ha mai creduto nella possibilità che il Tribunale cittadino possa tornare a vivere.

Ma prima di capire come possa essere utilizzato quell’edificio nuovo di zecca, cerchiamo di ricordare quanto sia costato e quanto numerose siano state le sollecitazioni fra politici locali e governi al fine di dare una giusta sistemazione a Tribunale, Pretura e Procura della Repubblica.

Cittadella della Giustizia (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il 15 ottobre del 2007 era arrivato in città l’allora Ministro di Grazia e Giustizia Clemente Mastella. “Con la sua visita- affermava il sindaco Gianpaolo Bizzotto - si entra a Bassano nella fase più importante e concreta per la realizzazione del complesso strutturale di Via Marinali destinato ad ospitare, a lavori ultimati, tutti gli Uffici giudiziari della città”.

“È impensabile che lo Stato affronti una spesa di questo genere – commentava infine il primo cittadino – avendo l’idea di sopprimere il Tribunale. Sarebbe un controsenso. Il finanziamento che ci è stato concesso per la riqualificazione di quell’area è la cartina tornasole che gli uffici giudiziari a Bassano continueranno ad esistere”. Invece le cose sono andate ben diversamente e adesso, tenuto conto che ormai da anni si vocifera che la Cittadella della Giustizia, sarà “regalata” dallo Stato al Comune, si sta cercando di pensare come utilizzare quella cattedrale nel deserto che tante polemiche ha suscitato negli anni.

La realizzazione della Cittadella della Giustizia, ricordiamolo, ha richiesto vari passaggi, sia progettuali che economici. A seguito dell’assegnazione, da parte del Ministero della Giustizia, di un prima disponibilità di otto miliardi 370 milioni delle vecchie lire (anno 1999), il Comune acquistò, nel 2000, il compendio immobiliare “ex carceri”, per l’importo di due miliardi, 300 milioni di lire, preordinato ad accogliere la nuova Cittadella della Giustizia. Con la restante somma il Comune pensò alla progettazione ed alla realizzazione del restauro di Palazzo Cerato per un importo di cinque miliardi di lire, nuova sede della Procura della Repubblica, e all’adeguamento alla normativa incendi e sicurezza di Palazzo Antonibon per una spesa di 567 milioni di lire. A conclusione di quella prima fase fu attivata la seconda fase, che iniziò proprio con la posa della prima pietra da parte del ministro Mastella e che prevedeva la realizzazione di un nuovo palazzo di Giustizia nel cortile delle vecchie carceri, per il quale il ministero aveva assegnato, nell’anno 2002, una nuova disponibilità di euro 5.759.777,82; il recupero ed il restauro degli edifici secenteschi delle “ex carceri” dell’importo di euro 1.100.000; il completamento degli interrati e le sistemazioni esterne del cortile “ex carceri” dell’importo di euro 390.000. La progettazione venne affidata ad un gruppo di professionisti capeggiato dal noto architetto viennese Boris Podrecca. Per gli ultimi due lotti di lavori il ministero assegnò l’ulteriore disponibilità di euro 1.490.000. Complessivamente, pertanto, al Comune fu concessa, per la realizzazione della “Cittadella della Giustizia” una disponibilità economica di euro 11.312.744 (pari a circa 22 miliardi di vecchie lire). “Non posso che esprimere una grande soddisfazione per la realizzazione di questo complesso intervento che si avvia ora all’ultima fase – sottolineava allora il sindaco Gianpaolo Bizzotto – e che è una ulteriore dimostrazione del fatto che le sinergie tra le istituzioni portano solo buoni risultati. Vorrei anche evidenziare che quando noi amministratori riusciamo ad avere finanziamenti anche cospicui, come in questo caso, che ci arrivano direttamente da Roma, siamo in grado di utilizzarli al meglio, con capacità progettuali a tutti i livelli, a differenza di altre realtà dove a volte le risorse economiche rimangono ferme per carenze strategiche. La Cittadella della Giustizia è la dimostrazione che Comune e Ministero hanno collaborato e lavorato bene insieme, e i risultati sono e saranno sempre più visibili e a servizio di tutto il territorio”.

Tante belle parole, tantissimi soldi spesi per nulla. Infatti, con il decreto legislativo n. 155 del 7 settembre 2012, il tribunale di Bassano ha cessato di esistere. Da allora, ma a dire il vero ancor da prima, è cominciata una battaglia per la sua salvezza che continua ancora, ma con sempre minori speranze.

Nei primi giorni di settembre dello scorso anno, a Bassano, s’era riunito il Comitato per l’istituzione del Tribunale della Pedemontana Veneta. Un incontro particolarmente importante, perché l’invito a presenziare era stato esteso a tutti i parlamentari delle tre province coinvolte nel progetto (Vicenza, Padova e Treviso), ai quali era stato chiesto di sottoscrivere un impegno a farsi promotori e a sostenere ogni atto volto a favorire e promuovere l’istituzione del nuovo Tribunale.

Ad ognuno di loro era stata inviata la documentazione utile a prospettare i numerosi vantaggi che la costituzione del nuovo Tribunale porterebbe al territorio interessato e a tutto il Veneto.

Cittadella della Giustizia (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)“A nome di tutto il Comitato mi auguro che sia compresa fino in fondo la proposta – sottolineò il sindaco Riccardo Poletto – e che tutti i nostri rappresentanti in Parlamento possano condividerla e sostenerla. Caldeggio da subito la partecipazione al convegno di Asolo di fine settembre, nel quale avremo la possibilità di approfondire ulteriormente le caratteristiche pressoché uniche di quest’area pedemontana del Veneto”.

A dire il vero il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, interpellato dal sindaco Poletto , nel corso di un incontro a Roma, aveva lasciato ben poche speranze affermando che difficilmente si sarebbe potuto pensare al ripristino del Tribunale di Bassano già soppresso, Il progetto era ambizioso, a dire il vero perché si parlava di un Tribunale che potrebbe comprendere 77 Comuni, di cui 50 ad oggi si sono già espressi in tal senso, favorevoli alla creazione dell'ottavo Tribunale della regione Veneto che andrebbe ad accorpare alcuni dei Comuni dei fori di Vicenza, Treviso e Padova attraverso l'utilizzo della Cittadella della Giustizia di dieci mila metri quadrati a Bassano, costata quasi dodici milioni di euro e ad oggi ancora inutilizzata.

Il Tribunale della Pedemontana, secondo quel progetto, sarebbe costituito: per la provincia di Vicenza: ex tribunale di Bassano del Grappa, dai seguenti Comuni: Asiago, Bassano del Grappa, Campolongo sul Brenta, Cartigliano, Cassola, Cismon del Grappa, Conco, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Marostica, Mason Vicentino, Molvena, Mussolente, Nove, Pianezze, Pove del Grappa, Pozzoleone, Roana, Romano d'Ezzelino, Rosà, Rossano Veneto, Rotzo, Salcedo, San Nazario, Schiavon, Solagna, Tezze sul Brenta, Valdastico e Valstagna; per la Provincia di Vicenza - ex sezione distaccata di Schio, dai seguenti Comuni: Breganze, Bressanvido, Caltrano, Calvene, Carrè, Chiuppano, Cogollo del Cengio, Fara Vicentino, Lugo di Vicenza, Montecchio Precalcino, Sandrigo, Sarcedo, Thiene e Zanè; per la provincia di Padova: ex sezione distaccata di Cittadella, dai seguenti Comuni: Campo San Martino, Carmignano di Brenta, Cittadella, Fontaniva, Galliera Veneta, Gazzo, Grantorto, San Giorgio in Bosco, San Martino di Lupari, San Pietro in Gu e Tombolo; per la provincia di Treviso: ex sezione distaccata di Castelfranco Veneto, dai seguenti Comuni: Altivole, Asolo, Borso del Grappa, Castelcucco, Cavaso del Tomba, Crespano del Grappa, Castelfranco Veneto, Castello di Godego, Fonte, Loria, Maser, Monfumo, Paderno del Grappa, Possagno, Riese Pio X, Resana, San Zenone degli Ezzelini e Vedelago; e per la Provincia di Treviso: ex sezione distaccata di Montebelluna, dai seguenti Comuni: Cornuda, Pederobba e Caerano di San Marco”.

 

nr. 22 anno XXII del 10 giugno 2017

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