NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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A Parigi con Chausson e Debussy

Conclusa anche l'edizione 2017 delle Settimane Musicali al Teatro Olimpico.

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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A Parigi con Chausson e Debussy

Anna Cappelli (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)@artiscenichecom



Il festival di musica lirica e cameristica Settimane Musicali al Teatro Olimpico si è concluso questa settimana con un concerto per violino e pianoforte dal titolo “A Parigi con Chausson e Debussy” protagonisti sul palco Sonig Tchakerian e Andrea Lucchesini che, dopo l’esecuzione del Quartetto per archi in Sol min. op. 10 di Claude Debussy, si sono esibiti nella Sonata per violino e pianoforte sempre di Debussy e nel Concerto in Re magg. Op.21 per pianoforte,violino e quartetto d’archi di Ernest Chausson.

 

Foto spettacolo Michele Reghellin.

 

Con il concerto “a Parigi con Chausson e Debussy” che periodo storico preciso ed aspetto di Parigi volevate trasmettere?

Sonig Tchakerian: “Sono abbastanza diversi fra loro: Debussy col pensiero è molto più avanti rispetto a Chausson, che comunque ha melodie molto particolari, anche wagneriane. Il mondo di Chassono è solo suo, con armonie ed emotività molto particolari; Debussy invece è di tutta un'altra scuola e sono molto diversi fra loro anche se cresciuti nello stesso periodo, quindi anche due Parigi diverse".

Quand'è che la musica popolare americana inizia ad influenzare la musica classica? Nel concerto per violino e pianoforte di Debussy si sentono degli anticipi di Gershwin.

Andrea Lucchesini.: “Assolutamente e non solo, tutto quel periodo li, Ravel anche, erano assolutamente affascinati dal nuovo mondo e da quello che arrivava dagli USA, quindi il jazz per loro era entusiasmante, Ravel, nella sonata per violino, il secondo movimento è un blues. È qualcosa che Luciano Berio ha preso a piene mani dal jazz e non solo lui; i compositori del primo '900 hanno fatto grande ricerca come Bartok, quindi le radici sono fondamentali, sapere da dove veniamo e pescare da un po’ in tutto il mondo per esprimersi è una ricchezza in più".

A Parigi con Chausson e Debussy (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)S.T.: “Loro erano molto attenti alle musiche, c'era anche molta Spagna nella sonata di Debussy , quindi c'era un'attenzione molto particolare che poi viene fuori nel repertorio".

Come mai il violino è riuscito ad attraversare tutte le epoche, partendo dalla barocca a quella delle avanguardie e transavanguardie?Ci sono altri strumenti che hanno attraversato le epoche: il pianoforte è lo strumento romantico per eccellenza, mentre il violino attraversa almeno 3 secoli.

S.T.: “Un po’ tutti, a seconda se hai delle capacità espressive o no, se sei eclettico come musicista e capace di tirare fuori suoni molto diversi da tutti gli strumenti. Anche il pianoforte dall'800 fino alla musica contemporanea, per i pianisti di repertorio c'è n'è di tutti i tipi. Penso che dal violino si possa attingere il repertorio da un po’ prima rispetto al pianoforte, ed è uno strumento con una sua cantabilità speciale, si presta al cantabile ed al contemporaneo, è molto variabile come strumento".

Si dice che le avanguardie musicali inizino con “La sagra della primavera” di Stravinsky: in che modo Debussy può essere precursore delle avanguardie?

Andrea Lucchesini: “Debussy è il compositore con più inventiva di quel periodo e riesce a mettere qualcosa che prima non era mai stato scritto; la sua scrittura è molto precisa, ogni nota ha un segno perché vuole evitare ogni fraintendimento. Basti sentire la sonata per violino che abbiamo fatto, ha dei colpi di scena continui fatti con due strumenti molto diversi: uno percussivo e l'altro che ha la possibilità di suonare le corde nel modo più vicino al canto della voce; però si tenta di usare il violino come pianoforte e viceversa e costringe i due esecutori a stravolgere la normale impostazione dello strumento, da cui nasce qualcosa di nuovo".

Come mai i grandi compositori di colonne sonore dei film degli anni '50, essendo di fortissima educazione classica, sono ancorati alla musica di fine '800 ed inizio '900, quindi rimanendo indietro rispetto al percorso della musica classica negli anni '50 ?

A.L.: “Negli anni '50 i compositori di musica contemporanea sono diventati troppo cerebrali ed hanno iniziato ad allontanarsi dal pubblico: avevano l'obbiettivo di scrivere qualcosa che gli altri non potessero capire quindi quel genere non poteva essere usato come colonna sonora, che è qualcosa che il pubblico deve fischiettare e riconoscere. Questo è stato motivo di allontanamento di grossa parte del pubblico dalle sale dei concerti".

C'è una figurazione in Debussy che si trasforma in simbolo ? È una musica che non si capisce se è astratta o a programma

A.L.: “Sono momenti messi uno accanto all'altro, la struttura c'è, anche se poco riconoscibile, dove sono presenti anche dei gesti che possono essere anche dei simboli; quindi Debussy è riconoscibile ed identificabile".

Noi abbiamo sentito della musica del tardo '800, diciamo che il pianoforte è lo strumento d'elezione del romanticismo ed il violino attraversa tanti secoli partendo dal barocco; è la versatilità particolare che il violino oppure il problema è il fatto che il pianoforte è uno strumento un po’ più moderno e più legato all'800 quindi il pubblico lo riconosce? Oppure è la caratteristica che ha un suono più adatto ad esprimere delle cose piuttosto che il violino?

A.L.: “Innanzi tutto il pianoforte è stato costruito nel 1800, prima c'era il fortepiano, quindi tutta un letteratura del barocco dove il violino invece era protagonista al contrario del pianoforte. Adesso sono pienamente convinto che si possano eseguire anche su pianoforte le cose scritte nel barocco che dà delle possibilità espressive completamente diverse rispetto al fortepiano; è molto interessante che i pianisti conoscano gli strumenti antecedenti al pianoforte per capire che tipo di sonorità aveva Beethoven, ad esempio, e poi riprodurla su pianoforte. Però toglierci la possibilità di suonare due secoli di musica mi sembra… lo stesso Bach al pianoforte: quella è musica assoluta che si può suonare anche sullo xilofono".

Lei come vede tutta questa musica che è fatta da dj e musicisti che padroneggiano delle nuove tecnologie, creano nuovi suoni che sono studiati anche in ambito di musica colta? Vengono chiamati musicisti molti dj che magari non sanno leggere la musica.

A.L.: “È un altro modo di far musica: basta che funzioni, che abbia una coerenza e che incontri non vorrei dire il gusto del pubblico, perchè così facendo non significhi che sia di qualità e spesso la musica commerciale incontra il gusto del grande pubblico pur non essendo di qualità; però io amo moltissimo ad esempio la musica jazz quindi per me un grande jazzista è paragonabile ad un grande compositore od interprete di musica classica, la musica pop uguale, quindi la musica va bene tutta basta che sia fatta bene".

Chausson è predecessore e contemporaneo di Debussy, quanto ancora di Romanticismo c'è ancora rispetto a Debussy?

A Parigi con Chausson e Debussy (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)A.L.: “Innanzitutto la scrittura di Debussy è molto più asciutta, c'è molta più ricerca, c'è un tentativo di inventare un linguaggio nuovo ed in Chausson questo ancora non c'è, ci sono delle armonie ricercate però si ferma lì. La padronanza che Debussy ha dell'uso degli strumenti Chausson non ce l'ha".

L'inizio dell'arte figurativa moderna viene comunemente identificata con l'avvento dell'Impressionismo, poi l'arte contemporanea comincia con il Secondo Dopoguerra; anche per la musica è così ?

A.L.. “Secondo me è la Scuola di Vienna, Schoenberg, lì è veramente la fine di un mondo che si sgretola".

Comincia il moderno od il contemporaneo ?

A.L.: “Comincia il moderno ed il contemporaneo con Stravinsky”.

Abbiamo visto tanti giovani questa sera e un pubblico entusiasta che applaudiva in momenti non preposti; c'è un nuovo interesse nel pubblico di massa verso la musica classica ? Cioè c'è un pubblico nuovo oppure ci sono dei grandi nomi, come Debussy, che attirano chi magari non è molto abituato ?

A.L.: “Io me lo auguro, mi sembra di vedere già da un paio d'anni nei teatri tanti giovani, io spero che ci sia un'inversione di tendenza rispetto agli ultimi 10 anni perché c'è bisogno di un pubblico nuovo; mi piace pensare che anche gli esecutori e gli interpreti si siano un pochino aggiornati, anche il modo di porsi è un po’ cambiato, siamo meno seriosi".

Adesso c'è tutta questa nuova serie di musicisti giovani e violiniste belle.

A.L.: “Si forse l'immagine ha voluto dire,i social hanno comunque fatto circolare un po’; mi sembra di vedere che ci sia un pochino più d'interesse e che la maggior parte dei giovani ama andare in un posto come questo invece che nei teatri d'opera normali, che è qualcosa chesi aggiunge all'esecuzione musicale, come i festival che portano la musica a 2000 metri dove ci sono centinaia di persone. Da una parte mi dispiace perché la musica non basta da sola forse perché i giovani di oggi sono abituati ad usare più mezzi insieme che andare seduti 2 ore in un teatro. Invece di criticarli bisognerebbe capirli perché sennò la musica classica finisce. Quindi cercando dei compromessi per esempio una cornice come quella del Teatro Olimpico è fantastica e si ascolta un concerto. Secondo me questa può essere la chiave di volta per coinvolgere maggiormente i giovani; poi forse, quando quest'ondata sarà finita, si ritornerà nei teatri".



nr. 24 anno XXII del 24 giugno 2017

A Parigi con Chausson e Debussy (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)


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