NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Le Virtù di Agostino

Il nuovo libro di Gilberto Dal Cengio

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Le Virtù di Agostino

Dopo aver pubblicato un paio d'anni fa un libro dedicato all'antica chiesa di S. Agostino di Vicenza, il vicentino Gilberto dal Cengio approfondisce oggi il tema con un più agile volumetto da poco edito - Le Virtù di Agostino: otto impenetrabili figure femminili (Il Prato edizioni) con il quale punta i riflettori su alcuni dettagli artistici all'interno del prezioso monumento sacro vicentino. Tra le testimonianze artistiche più rimarchevoli del XIV secolo in area padana, risalta la decorazione ad affresco che interessa la zona presbiteriale dell’abbazia di S. Agostino. Il saggio si focalizza su un aspetto del ciclo pittorico finora non sufficientemente evidenziato dalla critica: quello riguardante l’identificazione particolareggiata delle otto figure allegoriche di virtù poste alla radice dei pennacchi sulla volta della cappella maggiore. Prendendo le mosse da attente considerazioni in merito agli attributi di ciascuna di esse, l'autore ha descritto la loro interpretazione attraverso una selezione ragionata delle fonti letterarie e filosofiche (Aristotele, Cicerone, Ovidio, San Gregorio Magno) connesse al tema. Inoltre, dilatando la visione oltre l’orizzonte figurativo culturale veneto, ha fatto alcuni raffronti con episodi artistici di analogo soggetto. Tale prassi metodologica, sorretta dai princìpi insiti all’analisi iconologica, ha condotto a risultati nutriti di inedite scoperte.

Le Virtù di Agostino (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Marco Ferrero, direttore del Centro Studi Medievali Ponzio di Cluny - i cui incontri si tengono all’Istituto Scalabrini di Bassano del Grappa - fa notare che la collana Medievalia, della quale fa parte il libro di Dal Cengio, si arricchisce di un altro lavoro, il terzo, ampliando il proprio ambito di interesse. Una ricerca che costituisce un importante punto di riferimento nell’iconografia di uno dei monumenti di maggior rilievo nel contesto dell’architettura sacra medievale in ambito vicentino: l’abbazia collocata appena al di là del tessuto urbano della città berica, sorta probabilmente sul sito di un precedente edificio - forse la chiesa di S. Desiderio - la quale trovò nella dominazione scaligera, avviatasi a Vicenza a ridosso del primo decennio del secolo XIV, il fulcro di una serie di donazioni che si attuarono, oltre che in un’ampia dotazione patrimoniale, anche nella disponibilità economica necessaria per avviare un così impegnativo programma iconografico. Partendo da queste considerazioni, l’autore giunge alla stesura di questo lavoro dopo avere affrontato in maniera organica l’importante area affrescata concentrata nel presbiterio dell’edificio sacro e dopo aver decifrato non soltanto gli aspetti artistici, ma anche e soprattutto quelli di natura sociale e di storia ecclesiastica.

Le Virtù di Agostino (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica) La profonda conoscenza derivante da una frequentazione di lunga data con l’edificio gli ha permesso di dedicarsi e concentrarsi su un momento di particolare interesse e di grande originalità ovvero la raffigurazione delle Virtù, che appaiono sulla superficie muraria in maniera che possiamo definire assolutamente unica e irripetibile nel contesto di tutta la pittura medievale in ambito vicentino. In effetti, per trovare analoghe rappresentazioni è necessario abbandonare la provincia di Vicenza e recarsi laddove questo soggetto ha trovato probabilmente la propria migliore espressione, la cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto a Padova. Ma a differenza di quello - illustre - padovano, il caso vicentino costituisce il risultato di un'interpretazione che ha richiesto uno sforzo filologico di notevole ampiezza, frutto dell’approfondita conoscenza che l’autore ha maturato indagando l’intero e complesso ciclo di affreschi dell’area presbiteriale dell’edificio. il territorio vicentino, stretto tra gli esempi imponenti dell’architettura veronese e le prorompenti manifestazioni della pittura padovana, non ha in sé particolari eclatanti e quello trattato nel libro costituisce un’eccezione di assoluto rilievo. Così Dal Cengio riesce nell’intento di sottolineare una presenza culturale significativa, sopratutto in considerazione della vicinanza cronologica con il capolavoro padovano: realizzato quello tra il 1302 e il 1303, mentre l’arrivo a Vicenza degli Scaligeri sì colloca circa un decennio dopo. Al di là delle ipotesi rimane la lucida analisi e l’affermazione di uno stretto legame tra il ciclo affrescato e la dedicazione a un santo, Agostino, che fece della Sapienza la sua principale arma per l’affermazione della fede.

Abbiamo incontrato Gilberto Dal Cengio.

Le Virtù di Agostino (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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