Una carta tenace scelta da Fabio Refosco diventa la superficie per dei segni che conducono ad immagini di margherite, di bolle e di foglie. Le opere scelte dal curatore della mostra Marco Mioli, traggono origini da ispirazioni diverse in rapporto con la natura. Da un testo poetico di Salvatore Fazia nascono i lunghi steli nei tratti neri, nelle nervature profonde e luminose, esiti di una gestualità immediata. I fasci di “Margherite nere” sanno catturare con la flessuosità e la leggerezza l’intento di Refosco di consegnare all’energia del gesto immediato e all’emozione l’esito dell’immagine. Ed una nuova serie di opere sono create dalle delicate “bolle” di sapone, grandi forme rotondeggianti in nero sospese nella luce, trapunte d’aria e di vuoti, fra accenni di profondità e trasparenze. Appaiono sospese su sfondi leggermente colorati e possono allargarsi, simili a vaste cellule, nei trapassi delle ombre e dei neri nel mutare della luminosità. In alcune immagini incluse nella mostra la materia pittorica, tramite la gestualità della mano, libera colature nere, ad alleggerire l’intensità dello sfondo.
Refosco opera a Trissino nello spazio In Artin Coworking condiviso con altri artisti.