NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Musica delle Tradizioni
A Vicenza anche Moni Ovadia

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Musica delle Tradizioni<br>
A Vicenza anche Moni

Facciamo un bilancio delle precedenti edizioni?

Musica delle Tradizioni<br>A Vicenza anche Moni (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Musica delle Tradizioni è un festival originale, che ci ha regalato momenti di stupore, curiosità e allegria! L’obiettivo è quello di portare delle proposte musicali di qualità che, oltre a meravigliare per gli aspetti tecnici, riescano a creare del contatto umano tra il pubblico e gli artisti. Il pubblico, sempre numerosissimo in questi anni ricchi di piacevoli tutto esaurito, credo si sia sempre sentito coinvolto: abbiamo cantato il fado assieme a Joana Amendoeira, Martin O’Connor ci ha chiesto di tenere il tempo per alcuni suoi brani irlandesi, Karima Nayt ha dedicato ad una signora araba tra il pubblico l’inno della Siria, ci siamo ritrovati a respirare il silenzio dopo la versione struggente di ‘Lu pisci spada’ di Rachele Andrioli. Sono stati molti i momenti magici e credo questa sia la forza della musica popolare che, senza la barriera dei leggii e con estrema naturalezza, avvicina l’artista al pubblico, quasi il concerto venga eseguito assieme".

Perché quest'anno avete scelto il tema del nomadismo?

"Il tema è nato leggendo alcune pagine del viaggiatore e scrittore britannico Bruce Chatwin e pensando alla forza evocativa e incantata del deserto. Il viaggio è un soggetto che spesso abbiamo affrontato in questi anni di Musica delle Tradizioni ma il cammino a piedi, quello che obbliga le persone ad abbandonare tutto per ritrovarsi solo in contatto con la musica e la natura, ancora non l’avevamo intrapreso. Per le popolazioni nomadi la musica ha un’importanza vitale, essendo una delle poche cose davvero vitali che si possano trasportare senza peso sulle spalle. Curiosa di affrontare le culture nomadi di tuareg e mongoli, ho deciso di lasciare anche una finestra aperta sul Mediterraneo, il nostro crocevia di popoli, storie e culture in movimento. Ogni anno ci siamo impegnati per portare strumenti e musiche di tradizioni lontane, che non siamo abituati ad ascoltare. Questa edizione è una buona occasione per scoprire il desert blues dei tuareg, le percussioni mediterranee di Moni Ovadia o per ascoltare il sorprendente canto armonico mongolo o la loro viola da gamba tradizionale con la testa di cavallo intagliata, il morinkhuur".

Perché la partecipazione di Moni Ovadia?

Musica delle Tradizioni<br>A Vicenza anche Moni (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Ovadia è il vagabondo culturale per eccellenza, uno dei più popolari uomini di cultura del nostro tempo. Abbiamo deciso di ospitare Rotte Mediterranee, il nuovo spettacolo che propone con il suo quartetto, proprio per la capacità di creare ponti, di costruire connessioni tra popoli lontani e vicini. Questo concerto-racconto tocca Spagna, Grecia, Nord Africa, arriva fino ai Balcani: secoli di melodie di popoli che vivono continui sradicamenti e che si ritrovano insieme grazie al linguaggio universale della musica. Ovadia ha scritto per noi e per il nostro festival una frase che riassume bene l’importanza del ritrovarsi in viaggio, senza le catene della superficialità: ‘Nomadismo è camminare nell'esilio e l’esilio è condizione in cui si rivela tutto lo splendore dell’essere umano liberato da lacci e lacciuoli delle appartenenze rigide’. Questi temi verranno affrontati nel pomeriggio stesso del concerto, alle ore 16 a Palazzo Chiericati, dove Ovadia incontrerà il direttore scientifico della pinacoteca, il professor Villa, per chiacchierare sul tema del nomadismo nella storia, nella cultura e nell’arte".

Quali difficoltà si incontrano per organizzare questo tipo di eventi e in che modo il Comune di Vicenza vi supporta?

"Il Comune ha creduto in questo progetto sin dal primo istante, appoggiandolo, oltre che in termini di un contributo, con sostegno umano. Il vice sindaco Jacopo Bulgarini, appassionato e frequentatore del festival, si è espresso con parole profonde nell’ultima conferenza stampa, sottolineando l’importanza culturale di questa iniziativa. Organizzare eventi originali è sempre un rischio e si affrontano difficoltà diverse da quelle del mainstream e della grande fruizione. Ma le soddisfazioni sono tantissime e ritrovarci poi insieme, con un pubblico di curiosi, a chiacchierare con gli artisti in foyer ripaga da tutte le fatiche".

I tuoi progetti personali come musicista in futuro?

"In questo periodo, oltre all’organizzazione del Festival, sono occupata con i concerti di Quintana, il mio progetto con cui abbiamo appena inciso il nuovo disco ‘I canti dell’altalena’, un lavoro sulla musica antica e tradizionale. Siamo appena tornate da alcuni concerti in Repubblica Ceca e ora abbiamo una piccola tournée di concerti a Dresda. Farò anche un salto prossimamente a Vannes, in Bretagna, con Petra Magoni e Pippo Delbono con il nostro spettacolo ‘Il sangue’! Sto lavorando poi ad un paio di direzioni artistiche nuove per Vicenza, di questo uscirà notizia nei prossimi mesi".

 

nr. 35 anno XXII del 14 ottobre 2017

Musica delle Tradizioni<br>A Vicenza anche Moni (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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