NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Le montagne sono nostre

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Le montagne sono nostre

Lei scrive nell'introduzione che il libro avrebbe potuto anche intitolarsi Durlo contro tutti: perché?

Le montagne sono nostre (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Nel corso della sua storia la comunità di Durlo si è confrontata in una lotta impari con la più potente nobiltà vicentina rappresentata dai conti Trissino e Da Porto. La conflittualità si è manifestata anche con il confinante comune di Recoaro per il monte Campodavanti. Forti contrasti si sono avuti anche con i Mastini Mattarello e i conti Valmarana. Nel corso delle mie ricerche ho trovato spesso delle lotte a livello locale per confini pascoli e boschi che hanno coinvolto altre comunità. Un caso come quello di Durlo, tuttavia, dove il conflitto si protrae nel tempo e con diversi contendenti si presta al titolo Durlo contro tutti".

La dura vita dei montanari di allora si scontrava con gli agi dei ricchi possidenti cittadini Trissino e Porto Barbaran: quale confronto ne scaturiva?

"Il confronto fra i due contendenti è evidente: da una parte una ricca e potente nobiltà con enormi risorse economiche, proprietà e amicizie che contano sia a Vicenza che a Venezia, dall’altra una comunità povera con scarse risorse economiche legata ad una magra agricoltura di montagna, la produzione di carbone e l’allevamento di bestiame che impone di avere dei pascoli che sono posseduti da altri".

Per difendere le loro montagne gli abitanti erano pronti a tutto, anche alla violenza: come si sviluppò la contesa?

Le montagne sono nostre (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"La contesa si sviluppò in seguito a delle sentenze che dettero ragione alternativamente ai due contendenti. Va sottolineato che gli abitanti di Durlo usavano le montagne anche per consuetudine in assenza di titoli legali. Quando questi vengono richiesti la nobiltà li esibisce e questo spinge la popolazione a ribellarsi a quello che è considerato un sopruso. I titoli a sostegno delle tesi dei durlesi si riferiscono alla Donazione Scaligera di Can Grande della Scala del 23 luglio 1327. Il documento come molti altri simili citati dalle comunità di montagna è un falso e come tale non ha valore giuridico nella contesa legale".

La sua è stata una ricerca archivistica complessa: quali difficoltà ha incontrato?

"Come tutte le ricerche d’archivio implica la lettura di documenti antichi. Purtroppo questi non si trovano raggruppati in un solo archivio e quindi la ricerca si estende in più luoghi. Da tempo stavo lavorando sulle comunità di montagna vicentine e nell’archivio di Recoaro avevo trovato un’informativa del notaio Griffani agli Inquisitori di Stato sulla necessità di circondare Durlo e prendere la popolazione per fame. Da questo foglietto ho esteso la ricerca all’Archivio di stato di Venezia consultando più fondi, una parte di documenti è emersa dall’Archivio Torre della Biblioteca Bertoliana e fondamentale è stato l’archivio Trissino-Porto Barbaran conservato anch’esso alla Bertoliana. Per ultimo cito l’importante archivio di Durlo uno dei più importanti per la ricchezza documentaria della terraferma veneta. L’insieme dei documenti trovati ha permesso di ricostruire questa storia".

Tibaldo scrive che questa antica vicenda ricalca in qualche modo l'eterna lotta tra "deboli" e poteri forti, politici o economici che siano: lei cosa ne pensa?

"È evidente che una simile conflittualità può riscontrarsi in tutte le epoche e nelle più svariate località. È la lotta per il possesso della terra da parte delle popolazioni che ci vivono. In tutto il mondo ci sono situazioni analoghe che vedono forze potenti competere con popolazioni indifese. Gli esempi da citare sono molteplici, ma piace ricordare la lotta impari che le popolazioni tribali sostengono in tutto il mondo per la loro terra, gli indios in Sud America, i boscimani nel Kalahari, i pigmei in Congo, popolazioni montane nel sud est asiatico, gli esempi sarebbero infiniti".

 

nr. 36 anno XXII del 21 ottobre 2017

Le montagne sono nostre (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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