NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Fuoco sull'Ortigara

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Fuoco sull'Ortigara

Il vostro è un libro originale su un tema poco conosciuto: perché la partecipazione dell'artiglieria francese non è stata molto sottolineata fino ad oggi dai libri di genere?

Fuoco sull'Ortigara (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Essenzialmente perché la storiografia italiana tra le due guerre e nel secondo dopoguerra, nonché la retorica patriottica, non hanno mai avuto interesse a sottolineare il contributo alleato in una battaglia, come quella dell'Ortigara, che nell'immaginario collettivo è indissolubilmente legata mito degli alpini e che sarebbe stata per così dire annacquata da una partecipazione straniera. Un altro motivo, più che fondato, è la scarsa rilevanza strategica, nonché tattica, della presenza di quelle potenti artiglierie sia a causa del loro inadeguato impiego sia per le condizioni atmosferiche che influenzarono negativamente il loro intervento".

Nel libro ci sono circa 140 immagini quasi tutte inedite: come le avete trovate e quanto tempo c'è voluto?

"Le ricerche hanno riguardato gli archivi militari italiani (dell'esercito, del genio e dell'aviazione) e francesi (dell'esercito), nonché le collezioni private di appassionati italiani e francesi. Va particolarmente segnala la rilevanza del contributo del generale di brigata Guy Francois, che ha messo da subito e disinteressatamente a disposizione la sua competenza".

Che importanza ha avuto la terribile battaglia dell'Ortigara nella Grande Guerra?

"Fu in sostanza la risposta (tardiva) alle sollecitazioni degli alleati, che richiedevano all'Italia un'imponente azione d'attacco in grado di impegnare pesantemente l'Austria-Ungheria e appoggiare così la grande offensiva progettata sul fronte franco-tedesco della Somme per l'aprile 1914. Lo Stato maggiore italiano rispose riproponendo quella "Azione K" che alla fine del 1916 aveva dovuto essere rinviata a causa del precoce arrivo dell'inverno. Ma, a causa dell'innevamento presente fino a primavera inoltrata alle alte quote, l'offensiva dovette essere procrastinata fino ad inizio giugno, privandola così del ruolo che gli alleati le avevano attribuito".

Perché secondo lei, dopo un secolo, i libri sulla Grande Guerra suscitano ancora tanto interesse nei lettori?

"Innanzitutto perché il ricordo di quelle battaglie, e delle sofferenze ad esse connesse, è ancora vivo in chi ha potuto raccoglierne le testimonianze, di prima o di seconda mano, dai genitori o dai nonni che quegli avvenimenti vissero in prima persona. In secondo luogo, per la presenza, sul terreno, di innumerevoli testimonianze architettoniche - forti corazzati, trincee e camminamenti, caverne - e reperti bellici che permettono un collegamento mentale e sentimentale diretto con gli orrori di un secolo fa".

Oggi, a distanza di cento anni, cosa rappresenta il Monte Ortigara?

"L'Ortigara è al tempo stesso un memoriale, a indelebile ricordo delle sofferenze di migliaia di uomini che su di esso soffrirono e morirono, ed un museo all'aperto dove, grazie al recupero materiale degli apprestamenti difensivi ed alla più recente storiografia, il visitatore ha la possibilità di aggirarsi con cognizione di causa e di rivivere quello che scrittori e diaristi italiani ed austriaci hanno a suo tempo tentato di tramandare ai posteri mettendo su carta ciò di cui erano stati testimoni".

 

nr. 37 anno XXII del 28 ottobre 2017

Fuoco sull'Ortigara (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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