NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Architettura e marmo: dialoghi tra ingegno e materia

Hossein Amanat e Fariborz Sahba: dove la struttura è spiritualità”
Cisa – Palladio Museum
Contra’ Porti 11
Orario 10-18
Chiude il 19 novembre 2017
Curatore: Elisa Gagliardi Mangilli

di Maria Lucia Ferraguti

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Architettura e marmo: dialoghi tra ingegno e mater

Dall’archivio storico di Margraf, Industria Marmi Vicentini, escono i documenti, i disegni originali, un fitto carteggio, i dati relativi alle diverse fasi costruttive, il materiale fotografico, video dell’epoca e gli elementi architettonici che permettono di comprendere come venivano realizzate nel corso degli anni le opere.

Architettura e marmo: dialoghi tra ingegno e mater (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Sono raccolte che gettano nuova luce sull’ingegno del plasmare sapientemente una materia complessa come il marmo. L’azienda vicentina ha sviluppato nel corso di un secolo di esperienza nel mondo dell’architettura, tecnologie avveniristiche finalizzate ad opere diventate dei simboli dell’ingegno dell’uomo. Per la prima volta sono esposti nella mostra “Architettura e marmo: dialoghi tra ingegno e materia. Hossein Amanat e Fariborz Sahba: dove la struttura è spiritualità”, curata da Elisa Gagliardi Mangilli. I due architetti di origine iraniana e di fede Bahà’i hanno realizzato strutture in Medio Oriente ed in Asia. Hossein Amanat (1946), naturalizzato canadese, vinseda poco ventenne, appena laureato all’Università di Tehran, il concorso per la “Azadi Tower”, voluta dall’ultimo Shah di Persia per celebrare i 2500 anni dalla fondazione dell’Impero Achemenide. La spiritualità Bahai ispira la “Casa Universale di Giustizia”, il “Centro per lo Studio dei Testi Sacri Bahai”, il “Centro Internazionale di Insegnamento”, ed il “Tempio Baha’i” di Samoa. “Volevo realizzare una struttura forte, destinata a durare quanto l’Acropoli. […] La bellezza dell’architettura classica è in grado di sfidare il passare del tempo” dichiara Amanat e la riflette nel gruppo di edifici neoclassici creando ambienti meditativi.

Dell’arch. Fariborz Sahba, naturalizzato americano, sono esposti i documenti relativi al “Tempio di Loto” a Nuova Delhi e alle 18 terrazze della “Scalinata Monumentale del Mausoleo del Báb” ad Haifa.

Il tempio, realizzato negli anni ‘80 a Nuova Delhi, rivela particolari doti di ingegneria e maestria per la sua forma, ispirata ad un delicato fiore di loto. Purezza, semplicità e spiritualità sono rappresentate dalla forma del fiore appena sbocciato galleggiante sull’acqua circondato da foglie; un’immagine sacra per l’Induismo e ricorrente nella tradizione figurativa orientale. La sua forma è l’elaborazione di una sfera che nell’aprirsi in tre ordini, si scompone in 18 petali corrispondenti alle 9 entrate. Il rivestimento in marmo Pentelikon, presente su tutta la superficie esterna dell’intera costruzione e sugli archi interni, è stato preparato dalla Margraf che ha provveduto al taglio delle lastre provenienti dalla Grecia. Il tempio è uno degli edifici più visitati al modo e conosciuto come una delle più notevoli realizzazioni del nostro tempo.

Il percorso espositivo si conclude con la presentazione di un innovativo progetto di Raffaello Galiotto,Arcolitico: un arco parabolico sperimentale in Fior di Pesco Carnico - di cui Margraf possiede l’unica cava esistente al mondo - dalle dimensioni importanti, progettata a computer.



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