NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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La storia delle Chiese
in seicento immagini

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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La storia delle Chiese<br>
in seicento immagini

Ci sono voluti quindici anni di ricerche per portare a termine l'opera: quali sono state le maggiori difficoltà?

La storia delle Chiese<br>in seicento immagini (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Con un lavoro di questo tipo non possiamo certo parlare di difficoltà nel senso pieno, quanto piuttosto di un impegno profuso a piene mani nell'individuazione degli edifici e nella realizzazione della componente fotografica che, soprattutto per quanto riguarda la prima parte, è stata compiuta interamente con mezzi analogici; le immagini sono state scattate in positiva e dunque il lavoro impegnativo è stato quello della preparazione delle immagini stesse. La seconda difficoltà è stata invece di natura prettamente logistica, in quanto gli edifici sotto il profilo della proprietà sono assolutamente eterogenei; alcuni infatti sono di appartenenza diocesana, altri privati e altri ancora appartengono ai diversi comuni. Ci siamo pertanto trovati spesso e faticosamente a individuare le possibilità di accesso e non sono stati pochi i casi in cui l'iter è stato laborioso. Per lo più poi ripagato dai risultati".

Che ruolo ha ancora oggi l'architettura sacra medievale vicentina nel panorama storico e artistico?

"Possiamo affermare senza tema di essere smentiti che essa costituisce un prologo ineludibile per comprendere non soltanto gli aspetti architettonici e artistici del territorio, ma per indagarne anche quelli sociali, politici e religiosi, senza dimenticare come spesso gli affreschi ancora presenti siano di estrema utilità per comprendere le dinamiche umane e per connettere il tessuto locale a situazioni di maggiore respiro, collegandole agli eventi nazionali e internazionali di quel lungo periodo che, un po' genericamente, definiamo medioevo".

Quanto c'è ancora da fare a livello di recupero e di restauro?

"Qui il tema si presenta senza dubbio complicato da indagare. Oggi possiamo forse meglio parlare e scrivere di conservazione. Gli interventi di restauro che nel corso di questi anni abbiamo visto mettere in opera sono, a nostro parere, contraddittori. Se da un lato essi in alcuni casi hanno avuto il merito di riportare l'attenzione su elementi che sarebbero andati perduti, dall'altra ci sono stati esempi condotti in maniera forse non filologicamente perfetta che hanno invece snaturato l'idea stessa dell'edificio, mutandone e di fatto cancellandone l'aspetto originario. È comunque indispensabile continuare sulla strada della manutenzione di un patrimonio che è assolutamente straordinario".

Il vostro è anche un messaggio di sensibilizzazione rivolto ai settori pubblico e privato affinchè investano più risorse?

"Certamente, proprio nell'ottica di quanto osservato in precedenza. Siamo consapevoli delle difficoltà economiche attuali, ma non dobbiamo dimenticare che intervenire su manufatti di tale importanza rappresenta un investimento economico che potrebbe essere sfruttato dalle Istituzioni a fini promozionali, ma anche un investimento culturale per questa e per le successive generazioni".

La storia delle Chiese<br>in seicento immagini (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Lei ha fondato il centro studi medievali Ponzio di Cluny a Bassano: di cosa si occupa?

"Proprio quest'anno il Centro compie venti anni. Un traguardo di cui io e i miei compagni di viaggio siamo orgogliosi. Da venti anni infatti cerchiamo di portare all'attenzione del pubblico il millennio medievale attraverso serie di lezioni/conferenze, bilanciando l'aspetto scientifico (avvalendoci ovvero di specialisti del settore), ma rendendolo comprensibile. Diciamo una seria divulgazione, i cui risultati sono crediamo osservabili nella vasta e interessata partecipazione.

Quest'anno, a coronamento di un percorso non sempre facile il Centro Studi ha ottenuto un prezioso riconoscimento, ovvero il premio Italia Medievale patrocinato dalla Presidenza della Repubblica".

 

Marco Ferrero è laureato in Lettere e Filosofia all’Università di Torino con una tesi in Storia Medievale incentrata sul ruolo svolto dalla storiografia subalpina nei decenni a cavallo tra XIX e XX secolo. Dopo aver effettuato un periodo di insegnamento presso istituti della provincia di Torino, ha avviato un’attività autonoma di consulente editoriale e di grafica. Ha fondato il Centro Studi Medievali Ponzio di Cluny a Bassano del Grappa. L’associazione opera nel settore della ricerca e della divulgazione in ambito medievistico attraverso l’organizzazione di corsi annuali e la pubblicazione di ricerche scientifiche.

Alessandro Padoan è musicologo e clavicembalista, diplomatosi al Conservatorio di Bologna e perfezionatosi a Vienna con Gordon Murray, è docente di ruolo al Conservatorio Monteverdi di Bolzano. I suoi interessi per gli approfondimenti di storia dell’arte riguardanti gli edifici di culto medievali lo hanno spinto a dedicarsi, fin dal 1994, in collaborazione con Marco Ferrero, all’impegnativo progetto d’indagine sulle chiese medievali del Vicentino, che è sfociato nel progetto Imago Ecclesiae.

 

nr. 40 anno XXII dell'11 novembre 2017

La storia delle Chiese<br>in seicento immagini (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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