“Ed eccoli in buona salute al Palladio Museum”. (Fabrizio Magani) È davvero un’avventura tra i secoli seguire la storia degli affreschi di Giandomenico Tiepolo fra suddivisioni ereditarie, vendite, danni bellici, perdite e ricomparse sul mercato antiquario, ritorni alla privata sala che li accoglieva fino all’arrivo nella Sala delle Arti, al piano nobile di Palazzo Barbarano.
Gli affreschi furono voluti da Gaetano Valmarana, capace di proiettarsi nel futuro quando nel 1772 affidò l’incarico a Giandomenico Tiepolo di decorare il salone di rappresentanza nel palazzo Valmarana, ora Valmarana Franco. Tiepolo dipinge, dopo vent’anni della sua pittura nella foresteria della Villa Valmarana ai Nani vicina alla città, una decorazione pari ad una risposta generazionale antitetica ai temi aulici del padre Giovan Battista Tiepolo (1669-1770). Dipinge, esprimendo la sua indole di narratore, scene campestri e fantasiose cineserie. Diversamente, nell’interpretare la sensibilità del committente Gaetano, muta la sua pittura e nel palazzo cittadino declina Palladio nel ‘700 in un frons scenae, simile al fondale di un teatro antico, sull’influsso del vicino Teatro Olimpico. Quindi ecco fra paraste scanalate, capitelli corinzi, trabeazioni con mensole aggettanti movimentate da ninfe e figure alate, le classicheggianti storie di Ercole. In un’ esedra domina la statua dell’eroe, dotato di una grossa clava con al guinzaglio un Cerbero mansueto. Tiepolo immette nelle decorazioni ad affresco più che il colore monocromo lo sciogliersi irrequieto della linea. La decorazione viene conclusa in data “Febraro 18 1773”, come indicato nel riquadro che raffigura Ercole sul rogo. Una volta avvenuto lo strappo, gli affreschi subiscono una vicenda piuttosto complessa all’interno della famiglia Franco. Salvati dalle distruzioni della guerra, i 7 affreschi di Giandomenico Tiepolo vengono recuperati e gli eredi Camillo e Giovanni Franco li consegnano per una fruizione pubblica al Palladio Museum. Così esposti Ercole con Cerbero domina imponente dalla nicchia al centro delle pareti della sala; ed altri affreschi lo accompagnano: Figura femminile con clava e leontea (Onfale? Deianira), Giove, Ercole e l’Idra, Ercole sul rogo, Coppia di satiri con vaso di fiori, Satiro con vaso e satiressa con tamburello.
Catalogo con contributi di Fabrizio Magani, Guido Beltramini, Luca Fabbri, Maristella Vecchiato e Giovanna Battista.